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Cosa leggere quest’estate? I nostri 5 consigli di lettura

Anche per queste vacanze estive noi di Frammenti non vi lasciamo da soli. Ecco i 5 nostri consigli per una lettura che vi accompagnerà anche sotto l'ombrellone!

11 minuti di lettura

Benvenuto, agosto! Finalmente è arrivato il mese per eccellenza dedicato alle vacanze e al meritato riposo, dopo mesi intensi di studio o lavoro. È tempo di ricaricare le batterie… magari con un buon libro. Avete già deciso cosa portarvi sotto l’ombrellone? Vi diamo qualche consiglio letterario e, nell’augurarvi letture avvincenti che vi trasportino lontano, prendiamo in prestito una delle citazioni più celebri e belle di Italo Calvino: «Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto». Buona estate dalla redazione di Letteratura di Frammenti Rivista!

«La verità sul caso Harry Quebert»

Autore: Joël Dicker
Editore: Bompiani
Numero di pagine: 784

Per i lettori voraci con una borsa da spiaggia capiente, il primo libro che vi proponiamo per quest’estate è: La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker diventerà una potente calamita, capace di tenere incollati dalla prima all’ultima pagina (ebbene sì, fino alla numero 784!).

La verità sul caso Harry Quebert

Il giallo – accolto come evento editoriale e pubblicato in Italia da Bompiani – è forte di una commistione magistrale tra scrittura drammatica e dinamismo poliziesco, che dà vita a personaggi tridimensionali e dinamiche relazionali da investigare su più livelli. D’altronde, tra le strade di Aurora le piste da seguire sono tante, tanti i conti che non tornano e le ambiguità che intessono le vite dei cittadini a partire dal 30 agosto 1975, quando Nora Kellergan, di appena quindici anni, scomparve nel nulla.

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Trent’anni più tardi, il corpo della ragazzina viene trovato nel giardino di Harry Quebert, un carismatico autore di bestseller. Accanto al cadavere, una copia de Le origini del male, il libro che ai tempi aveva consacrato l’uomo alla fama, con una inequivocabile dedica sul frontespizio. Per Marcus Goldman, giovane e promettente scrittore, invitato a soggiornare nella villa del suo mentore Harry, inizia così una straniante indagine che lo porta a dipanare le fila di un amore fosco e morboso.

La storia di Nola viene così raccontata tra evoluzioni e involuzioni di trama, per mezzo di una penna capace di mantenere la tensione costantemente alta, grazie a colpi di scena mai banali e una pluralità di punti di vista che carica di significato ogni versione della vicenda.

Carolina Astore

«L’invenzione del suono»

Autore: Chuck Palahniuk
Editore: Mondadori
Numero di pagine: 240

Anche quest’anno la collana Strade blu della Mondadori ci offre un altro piccolo gioiello confezionato da Chuck Palahniuk. Come secondo libro per l’estate parliamo de L’invenzione del suono; l’ultimo romanzo dell’autore originario dell’Oregon, che non perde assolutamente la propria originalità. Reduce dal saggio Tieni presente che, questo ritorno alla narrativa possiede tutti gli elementi tipici dei  suoi lavori più famosi, come Fight Club, Survivor, Invisible Monster e Rabbia.

L'invenzione del suono

A tratti assurda e paranoica, la vicenda narra principalmente di due figure che inevitabilmente avranno a che fare l’una con l’altra. Da una parte abbiamo Gates Foster, genitore costretto a vivere la tragedia della scomparsa della propria figlia. Nonostante ne sia confermata ormai la morte da diciassette anni, Foster non riesce a capacitarsene e la ricerca ovunque. Dall’altra, invece, c’è Mitzi Ives, una delle rumoriste più apprezzate sul panorama globale. Perfezionando il misterioso metodo del padre riesce a confezionare i migliori suoni da rivendere sul mercato cinematografico e non.

Un’attenta riflessione delle rocambolesche relazioni umane con una grande sensibilità verso le tematiche più attuali, ad esempio – fra tutte – la mercificazione onnicomprensiva. In Palahniuk non si perde mai il senso di fragilità e tutti i suoi personaggi vivono eccezionalmente fra le pagine, eppure il gusto del macabro e del grottesco pervadono l’intera narrazione. Un’ironia caustica, perfettamente riconoscibile, capace di smuovere le corde dell’animo umano in maniera totalmente inaspettata.

Lorenzo Gafforini

«Queenie»

Autrice: Candice Carty-Williams
Editore: Einaudi
Numero di pagine: 384

Queenie Jenkins è una giovane londinese di origini giamaicane: apparentemente allegra ed esuberante, nasconde in realtà forti problemi di autostima che la fanno precipitare in un periodo di crisi quando il suo fidanzato la lascia in malo modo. Il romanzo di Candice Carty-Williams, allo stesso modo, nasconde tematiche importanti e rivelazioni dolorose sotto la patina di una commedia irriverente.

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L’esistenza da millennial di Queenie, infatti, è scandita dalla sua appartenenza a una minoranza etnica: da un lato la protagonista riafferma con orgoglio le proprie origini, dall’altro è schiacciata dal peso dei pregiudizi che la seguono al lavoro, nella vita di tutti i giorni e persino nelle sue relazioni sentimentali. Nel presentare queste problematiche, che conducono la protagonista a fare scelte impulsive e non sempre condivisibili, questo romanzo non ha paura di mettere a disagio il lettore presentando situazioni di evidente malessere psicologico, a cui viene posto rimedio tramite un percorso di psicoterapia.

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Ciò non significa però che Queenie non intrattenga: la comicità offerta dal gruppo di amiche della protagonista alleggerisce situazioni altrimenti pesanti e la narrazione si svolge con uno stile moderno, intervallato da conversazioni via messaggio e termini di patois giamaicano, elementi che lo rendono il libro perfetto per l’estete. Lettura fresca, ma non superficiale.

Francesca Fenaroli

«Leggenda privata»

Autore: Michele Mari
Editore: Einaudi
Numero di pagine: 166

Il prossimo libro che vi consigliamo di leggere sotto l’ombrellone quest’estate è: Leggenda privata di Michele Mari. Non è semplice definire quest’opera autobiografia. Il primo impatto può essere scostante: una serie di ossessioni, demoni e orrori embricati tra loro in un guazzabuglio verbale dalla veste surrealista-onirica, di incubo insomma.

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Eppure lo è, è un’autobiografia, una vita, un’esistenza messa a nudo attraverso lo svelamento progressivo e quasi brutale e crudo di ogni tassello dell’intricato puzzle. E la chiave di volta, che forse riesce a dare una coerenza di fondo, un dulcis in fundo pronto negli ultimi istanti del romanzo a sublimare ogni attimo, e a collegare ogni minima percezione vitale all’altra, donandogli un senso, è proprio ciò che pare più scontato nella vita di Mari: la letteratura. Letteratura come un demone con cui bisogna sempre fare i conti, ma che alla fine, se gli si concede un po’ di amore, può pure risolvere e sublimare tutto il caos della vita.

Vladislav Karaneuski

«L’ultimo amore di Baba Dunja»

Autrice: Alina Bronsky
Editore: Keller
Numero di pagine: 176

L’ultimo amore di Baba Dunja di Alina Bronsky è il libro perfetto per trascorrere l’estate: una storia leggera, ironica, non priva di riflessioni importanti. La protagonista è l’ottantenne Baba Dunja, che decide di tornare a Černovo, suo paese d’origine vicino Chernobyl, nonostante il disastro nucleare del 1986. Ogni cosa è ormai contaminata dalle radiazioni, ma l’anziana protagonista è decisa a ricostruire un idillio post-nucleare assieme a tanti personaggi pittoreschi: la tonta Marja, il moribondo Petrov, i coniugi egoisti Gavrilov e gli spiriti dei defunti, tra cui quello di suo marito Jegor.

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Cos’è, però, l’ultimo amore a cui allude il titolo del libro? È l’attaccamento alle proprie origini e ai ricordi a esse legati, la voglia di resistere e rinunciare a tutto pur di non lasciare la propria terra. Questo è L’ultimo amore di Baba Dunja di Alina Bronsky e anche ultimo nostro libro consigliato per quest’estate. Una storia dai toni fiabeschi, ironica e malinconica, sull’importanza delle radici e la difficoltà a lasciarle andare.

Ancora oggi mi stupisco ogni giorno di essere viva. Un giorno sì e uno no mi chiedo se magari non si anch’io uno di quei morti che vagano sotto forma di spiriti e che non vogliono accettare che il loro nome sia già su una lapide. Qualcuno dovrebbe dirglielo, ma chi sarebbe così sfacciato. Io sono contenta che nessuno abbia più niente da dirmi. Ho già visto tutto e non ho più paura di niente. La morte può arrivare, purché sia gentile.

Alberto Paolo Palumbo

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