sesso occasionale

Ma è davvero solo sesso? La cultura del sesso occasionale è solo un grandissimo equivoco

Quando diciamo “è solo sesso”, stiamo davvero dicendo la verità? O dietro la leggerezza dell’occasionale si nasconde il peso di ciò che non vogliamo ammettere?
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Abbiamo tutti sentito parlare almeno una volta di sesso occasionale, che sia a partire dal film Amici, amanti e… con Natalie Portman e Ashton Kutcher, o durante delle chiacchiere spassionate tra colleghe o amici.

La storia del sesso, come quella dell’arte, si è evoluta, ha assunto nuove forme, nuovi nomi, e proprio come in quella dell’arte, teoricamente tutti ne possono essere artisti.

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Pur non avendo una data precisa come spartiacque, un momento in cui il sesso è passato dall’essere un’attività puramente volta alla riproduzione a un’attività di gioco, piacere e scoperta, molti la fanno coincidere con la rivoluzione sessuale degli anni Sessanta. In quel periodo è diventato più socialmente accettato il sesso prematrimoniale, così come l’uso dei contraccettivi fino ad arrivare agli emeriti rapporti occasionali.

Le “situationship”

Per usare un termine più contemporaneo, oggi quando i rapporti con una persona sono limitati soltanto alla sfera sessuale vengono definiti situationship. È un io, con un altro, ma che non forma mai un noi. E questo va sempre sottolineato, per evitare che una delle due parti inizi a immaginare un ipotetico futuro in cui dallo status di situationship si passa ad una vera e propria relationship. Le parole relazione e frequentazione raramente escono dalle labbra di chi sta vivendo una situazione del genere, piuttosto si nega tutto con un mero “Non siamo niente”.

Non è amore, ma nemmeno amicizia. È un dare il proprio corpo autonconvincendosi che ciò non abbia delle conseguenze mentali sulle parti prese in considerazione.

Ma può davvero un’attività così intima come il sesso non innescare qualcosa nella mente?

Nel sesso occasionale non si parla del futuro, tutto spesso viene deciso all’ultimo, ci può essere connessione, anche se spesso è solo fisica, e nel caso in cui fosse anche mentale meglio evitare di darlo troppo a vedere, che poi l’equilibrio già di suo precario della situationship potrebbe vacillare.

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Sicuramente la questione del sesso occasionale non trova una compattezza nell’opinione, molti non ne condividono l’idea e la ripudiano addirittura, mentre altri vi trovano numerosi significati, non solo dal punto di vista del godimento fisico, ma anche emotivo.

Fin qui sembra facile, due persone si incontrano, si regalano piacere l’uno l’altro, in una pausa temporanea dalla vita di tutti i giorni, per poi separarsi senza sapere nient’altro, solo con i propri sapori in bocca.

Ma il sesso occasionale non è così semplice da gestire, proprio perché richiede un distacco netto tra il piacere fisico e l’attaccamento emotivo.

Ci si può avvicinare al sesso occasionale per curiosità, per noia, per gioco, ma se esso diventa una strada che si vuole continuare ad intraprendere bisogna tenere conto dei possibili sbilanciamenti emotivi che esso può provocare.

Per quanto non lo si voglia dire a voce troppo alta, il sesso è ancora qualcosa che lega due persone. 

Le mille sfaccettature del sesso occasionale

Del sesso occasionale ci sono così tante sfaccettature che elencarle tutte significherebbe dilungarsi di pagine e pagine. C’è chi lo trova divertente, chi dopo averlo fatto si sente sporco, chi non ne capisce le regole, chi non capisce che forse di regole non ce ne sono, se non quella di non potersi definire. Qualsiasi tipo di etichetta è bandita se si vuole fare un buon sesso occasionale.

Ad esempio, alcuni possono trovarsi all’interno di un paradosso tra il non desiderare una relazione e il non sentirsi a proprio agio in una situazione occasionale, arrivando a sperimentare sentimenti di rimorso o insoddisfazione proprio per la mancanza di una connessione emotiva profonda. Altri invece traggono il godimento ricavato dal sesso occasionale e riescono a proiettarlo su altri aspetti della propria vita, dall’autostima all’estroversione.

Ma ciò che è importante ricordare è che il sesso occasionale è comunque sesso, e il sesso, volenti o nolenti, non è mai solo sesso. Perché per potersi astrarre totalmente dalla situationship bisognerebbe estrarre la propria emotività dal proprio corpo. Ma come si può privare del pensiero e dei sensi un corpo cosciente e senziente?

Senza dimenticare che durante un rapporto sessuale si scambiano fluidi, nel nostro corpo l’ossitocina e la serotonina ballano a braccetto da un’estremità all’altra, i dolori fisici improvvisamente spariscono, così come i mal di testa.

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Eppure, non sentiremo mai nessuno dire “faccio sesso occasionale quando ho mal di testa”.

La verità è che in questo secolo il sesso occasionale è a volte più normalizzato del sesso all’interno di una coppia stabile. In fondo, nel primo c’è più possibilità di brivido, di scoperta, di mettere in scena chi vogliamo essere e come vogliamo esserlo. Dopo quattro anni di relazione, questa possibilità si va a perdere (non sempre, sia chiaro).

Ma come può una situationship durare e andare a gonfie vele? Tutto sta nelle aspettative (come spesso nella vita). A volte, soprattutto se poi il sesso occasionale si trasforma in una relazione di sesso occasionale, può capitare che si scada in una dinamica di potere sbilanciata. Come dimostra uno studio pubblicato su The Journal of Sex Research, con prima firmataria Heidi A. Lyons dell’Università di Oakland, il sesso occasionale potrebbe avere effetti negativi sull’autostima e la salute mentale di chi desidera di più. La questione è che non tutti riescono a scindere i desideri sessuali da quelli sentimentali, o sono arrivati nella fase in cui ci riescono, o forse non ci arriveranno mai, e va bene così. 

“Non è come lo fai, ma perché lo fai”

A volte ci si chiede come faccia il sesso occasionale a dare lo stesso piacere, o forse addirittura maggiore, del sesso fatto con un partner stabile. Non ci si conosce, non si sa che punti toccare, che cosa evitare. Eppure, la magia delle persone, così come della sessualità, sta proprio nella diversità di ciascuno. Alcune persone si sentono più a loro agio nell’avere partner non stabili e “divertirsi” (ma che potrebbe essere vista come un’esplorazione all’ennesima potenza del proprio io), altre hanno bisogno di essere coinvolte sentimentalmente per potersi godere il sesso.

Ma se uno si approccia al sesso occasionale per colmare un senso di solitudine, infelicità, per colmare un vuoto che neanche sa riconoscere probabilmente, spesso finirà con essere più irritato di prima. Il sesso occasionale non può alleviare un malessere profondo. Può far passare il mal di testa, può agire come Oki, ma non cancellerà la paura dell’abbandono, la tristezza, la solitudine.

La parola chiave: boundaries

Non c’è una scelta più giusta, chiunque può scegliere in che modo viversi la propria sessualità, ma ciò che conta è definire delle boundaries che non possono essere sorpassate. Così come in ogni incontro sessuale, occasionale o stabile che sia, serve una comunicazione aperta e senza filtri.

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Un’altra tematica importante, ma che deve essere necessariamente sempre più sdoganata e superata, è la diversa percezione che si ha nei confronti dei due generi quando si prova un’esperienza di sesso occasionale. Come spesso succede, l’uomo viene visto come virile, un grande uomo, capace di sedurre e conquistare in una sola sera, magari seduto ad un bar con una misera birra media da quattro spicci; la donna invece viene vista come una poco di buono, come se fare del sesso occasionale dovesse essere per lei fonte di vergogna, sporcizia e disagio.

Eppure, potersi sentire a proprio agio, non solo nel sesso occasionale, ma in qualsiasi tipo di sessualità, non dovrebbe essere un tema in questione; anzi dovrebbe essere alla base di qualsiasi rapporto umano: io avrò rapporto con te se alla mia persona, nella sua integrità, verrà data la dignità che merita.

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Valentina Trentini

Studentessa di beni culturali, classe 2003, nel tempo libero si dedica a visitare mostre d'arte e a scrivere poesie. Lettrice vorace, il suo libro preferito è "Gli Argonauti" (quello di Maggie Nelson!). Ricerca lo straordinario per poi rendersi conto che è nell'ordinario che giace la bellezza.

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