Il caso di Raymond Radiguet è piuttosto particolare: nato in Francia nel 1903, ancora giovanissimo entra a far parte del panorama artistico parigino, conquistando la stima di autori come Jean Cocteau. Radiguet non riesce però a gustare il successo dei suoi versi e delle sue opere: muore di tifo a soli vent’anni, proprio poco dopo l’uscita del suo primo e ultimo romanzo, Il diavolo in corpo.
«Il diavolo in corpo»: trama
Pubblicato nel 1923 – inizialmente con il titolo Coeur vert, ovvero «Cuore acerbo» – il romanzo narra la storia di un adolescente di quindici anni che si innamora perdutamente di Marthe Grangier, diciannovenne. Se al giorno d’oggi questa differenza di età può apparirci minima, nel romanzo è in realtà piuttosto problematica in quanto Marthe, a diciannove anni, è già considerata una giovane signora, non più una ragazzina. Oltre all’età, la donna amata dal protagonista – del quale scopriamo il nome solo nelle ultime pagine dell’opera, ovvero François – è irraggiungibile per un motivo ben più serio: è sposata con un soldato partito per il fronte.
Siamo nel 1917, eppure in questo romanzo la guerra non porta morte e sofferenza come si potrebbe supporre; al contrario, dona agli amanti la possibilità di passare intere giornate – o nottate – insieme, lontani da un marito ignaro di questi incontri proibiti. La vicenda è narrata interamente in prima persona dal protagonista, un personaggio complesso, seppur a tratti superficiale, di cui condividiamo il punto di vista, i dubbi, i sentimenti, i desideri. Non si tratta tuttavia di un romanzo romantico: sono rari i momenti di amore platonico e dolcezza, molto più frequenti invece quelli in cui François espone il proprio cinico pensiero o i suoi desideri, tutto fuorché casti.
Le difficoltà di una passione immatura
Il protagonista è troppo giovane per essere arruolato, ma è forse anche troppo giovane per l’amore: le passioni descritte nel romanzo risultano sincere ma spesso effimere, mutevoli. Si tratta di una storia adolescenziale basati più sui capricci del protagonista che su un sentimento di per sé forte. A muovere François è la curiosità, il mistero, la voglia di evadere, di giocare.
I due amanti sono incapaci di creare una relazione vera e propria, messi ovviamente in difficoltà dalla clandestinità del loro rapporto e dalla loro giovane età. Il lettore spia così un amore fatto di tradimenti, lettere senza risposta, bugie, ma poi fughe notturne, incontri segreti. Più che le avventure di un uomo seducente e audace che conquista una donna sposata, Il diavolo in corpo è la storia di un gioco tra adolescenti avventati a cui poco importa del resto del mondo.
Coi capelli sciolti, le piaceva dormire accanto al fuoco. O piuttosto credevo che dormisse. Il sonno le serviva di pretesto, per mettermi le braccia intorno al collo […] Approfittavo del suo falso sonno per respirare i suoi capelli, il suo collo, le sue gote scottanti, ma sfiorandole appena perché non si svegliasse; carezze che non sono, come si crede, gli spiccioli dell’Amore, ma, al contrario, il più raro dell’Amore, e a cui sola la passione può ricorrere. Io le credevo permesse alla mia amicizia. […] Desideravo Marthe e non lo capivo.
Quand’essa dormiva cosi, colla testa appoggiata al mio braccio mi piegavo su di lei per vedere il suo volto circondato di fiamme. Era un giocare col fuoco. Un giorno che m’avvicinavo troppo, ma senza che il mio viso toccasse il suo, fui come l’ago che oltrepassa d’un millimetro la zona vietata e cade sotto l’azione della calamita.
Colpa della calamita o dell’ago?
Sentii così le mie labbra sulle sue. Essa teneva ancora chiusi gli occhi, ma visibilmente come qualcuno che non dorme. La baciai, stupito della mia audacia, mentre in realtà era stata lei che, mentre avvicinavo il mio al suo viso, aveva attirato la mia testa contro la sua bocca. Le sue mani mi si aggrappavano al collo; non si sarebbero aggrappate con maggior violenza in un naufragio. E io non capivo se voleva che la salvassi o annegassi con lei.
Le difficoltà di una relazione proibita non fermano i due amanti: Marthe – piuttosto incosciente, se consideriamo che il romanzo è ambientato un secolo fa – passeggia abbracciando François, lo riceve a casa senza curarsi dei sospetti dei vicini, non maschera il suo amore, non nasconde i loro incontri, ormai sulle labbra dell’intera cittadina di J…. Allo stesso modo, il protagonista scappa di casa la notte cercando di non destare sospetti, ma presto non si cura più dei giudizi della sua famiglia. La trama si complica nel momento in cui Marthe scopre di aspettare un bambino: un evento che costringerà François a maturare, portandolo a scelte difficili.
Ero ubriaco di passione. Marthe era mia; non ero stato io a dirlo, era lei. Potevo toccare la sua faccia, baciare i suoi occhi, le sue braccia, vestirla, rovinarla, a piacer mio. Nel mio delirio, la mordevo là dove la sua pelle era scoperta, affinché sua madre le sospettasse un amante. Avrei voluto marchiarvi le mie iniziali. La mia selvatichezza infantile riscopriva gli antichi significati dei tatuaggi. Marthe diceva: «Sì, mordimi, segnami, vorrei lo sapessero tutti».
Avrei voluto baciare i suoi seni. Non osavo chiederglielo, pensando che me li avrebbe offerti lei stessa, come le sue labbra. Passati alcuni giorni, presa l’abitudine di avere la sua bocca, non miravo ad altra delizia.
Un amore vissuto alle spalle della guerra
Gli attimi d’amore tra il protagonista e Marthe sono generalmente velati – una caratteristica molto comune se si considera l’epoca in cui il romanzo venne scritto – ma comunque di grande impatto. Pur non descrivendo esplicitamente i loro incontri, il lettore percepisce il travolgente sentimento che caratterizza un amore proibito e immaturo, un amore che sta per nascere e non ha ancora solide radici. Il diavolo in corpo riesce a essere una storia d’amore pur evitando romanticismi fini a se stessi, pur evitando quelle indiscutibili certezze che hanno di solito gli amanti nella letteratura. Quella che Raymond Radiguet descrive è una passione carnale, è un continuo scoprirsi l’un l’altro, come in un gioco che i due ragazzi imparano per la prima volta. Il diavolo in corpo fu uno scandalo non solo per le scene erotiche in sé – oggi probabilmente considerate leggere, ma un tempo molto forti – ma soprattutto per la raffigurazione della guerra come un’occasione per tradire i soldati e mettere in dubbio il loro onore. Marthe e François, subdoli innamorati, approfittano dell’assenza del marito di lei per vivere una relazione tanto felice quanto illecita.
Il romanzo può essere definito molto cinico non solo per la mancanza di veri attimi di tenerezza, se non di tipo molto infantile, ma soprattutto perché non presenta nessun personaggio totalmente positivo. Se da un lato il lettore può immedesimarsi nei desideri e nei dubbi del giovane protagonista, che vengono presentati in modo davvero realistico e coinvolgente, dall’altro ogni personaggio ha con sé il suo fardello di colpe che lo rende imperfetto. Il diavolo in corpo è quindi un romanzo provocatorio e infantile, crudo e umano al tempo stesso. Non stupisce quindi che arrivò in Italia soltanto nel 1947.
Realtà o fantasia?
Come ultima curiosità, si dice che la vicenda sia di stampo autobiografico: Raymond Radiguet, appena quattordicenne, ebbe una relazione segreta con la sua professoressa di dieci anni più grande, storia d’amore smascherata anni dopo dal figlio di lei. Lo scrittore però smentì più volte questa leggenda, distaccandosi dalle vicende raccontate nell’opera, a suo dire frutto di pura fantasia.
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