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Il Festival dell’Isola di Wight: storia della «Woodstock inglese»

dalla newsletter n. 17 - Maggio 2022 di Frammenti Rivista

12 minuti di lettura

Sai cos’è l’isola di Wight? Per alcuni questa domanda potrebbe risuonare familiare, altri, magari, l’avranno letta cantando. Come un’isola lontana, che non c’è, il suo pensiero conduce verso un mondo nuovo, di meraviglie e singolarità, quasi irraggiungibile. Così si impresse nell’immaginario dell’epoca questa isola della costa inglese. La frase rimanda infatti all’attacco di un brano noto in Italia negli anni Settanta, appunto L’isola di Wight dei Dik Dik, cover italiana della canzone Wight is Wight, del francese Michel Delpech. La band pop-rock italiana ne dava una sua definizione, tratteggiandola come un luogo di gioia, ideale, «di chi ha negli occhi il blu della gioventù» e «di chi canta hippi hippi pi»: ma che cos’è, veramente, l’isola di Wight e, soprattutto, cosa ha a che fare con la musica?

Un’isola ricca di storia

Dalla pronuncia ingannevole, simile all’aggettivo inglese “white”, l’isola è innanzitutto una contea della Gran Bretagna che galleggia nel canale della Manica, vicino alle coste dell’Hampshire. La sua storia è secolare, terra di conquista dei romani, germani, sassoni e normanni, divenuta poi un luogo strategico della corona inglese e protagonista di vicende curiose ed affascinanti. Tra queste, ad esempio, il fatto che, grazie all’azione dei suoi fiumi e della brughiera, la regione è in Europa una delle zone in cui più facilmente vengono rinvenuti fossili di dinosauro o che fu nota, nel 1904, per la cosiddetta «malattia dell’isola di Wight», che decimò la popolazione delle api in Inghilterra – male oggi conosciuto come acariosi. Fu qui, per giunta, che Guglielmo Marconi costruì nel 1897 la prima stazione radio al mondo, nella località di Needles Battery. La sua geografia e i suoi paesaggi sono inoltre così variegati e compositi da farle guadagnare il nomignolo di “Inghilterra in miniatura”. Dunque, quando si parla dell’Isola di Wight, si menzionano già anni e anni di storia e di avvenimenti, che le hanno dato una definizione sempre più solida nel tempo, fino ad arrivare al 1968, alla cultura hippie e al Festival dell’Isola di Wight.

Gli anni ’60, la controcultura hippie e la musica

Il clima è quello della Summer of Love, del vento di pace, amore e libertà portato dalla cultura hippie nelle strade della California e da lì trasportata in giro per l’America. La cultura americana viene vista come antiquata, i suoi valori fasulli e ingannevoli; la guerra in Vietnam genera fervore e attivismo: tutto questo si traduce nella controcultura hippie, destinata a divenire uno dei movimenti socio-culturali più famosi del nostro tempo. Sono questi gli anni esplosivi della musica rock e psichedelica, in cui gruppi come i Beatles, i Beach Boys o i Mamas & Papas vengono considerati pop e in cui nascono festival musicali destinati ad imprimersi per sempre nell’immaginario comune, come il Monterey Pop Festival<…

Margherita Coletta

Classe 1998. Laureata in Letteratura Musica e Spettacolo, con una tesi in critica letteraria. Attualmente studia Editoria e Giornalismo a Roma. Le piace girovagare e fare incontri lungo la via. Appassionata cacciatrice di storie, raccontagliene una e sarà felice.

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