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Innamorati di Guido Morselli

Breve guida all'autore

9 minuti di lettura

Non sempre gli editori contemporanei sono capaci di vedere con lungimiranza. Guido Morselli ne rappresenta l’emblema: infatti, l’intera sua produzione – eccetto che per un paio di saggi – è uscita postuma. Un fine intellettuale e un attento studioso con una cultura apparentemente sconfinata che, nonostante gli appelli più disparati, ha ricevuto pochissimi meriti in vita. Artista poliedrico e versatile, Guido Morselli scrive con una lucidità e un’originalità inedita di cui ancora oggi possiamo godere con nostra grande meraviglia e stupore.

Chi era Guido Morselli?

Guido Morselli nasce nel 1912 a Bologna da una famiglia benestante. Il padre Giovanni, in particolare, è dirigente nel settore farmaceutico. Guido si dimostra fin da subito come molto introverso e solitario; comincia a dedicarsi alla lettura senza eccellere negli studi. Nel 1931 consegue la maturità da privatista e spinto dal padre decide di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano. Conseguita la laurea parte per il servizio militare, scrive alcuni reportage inediti e coltiva sempre di più la volontà di dedicarsi alla scrittura.

Guido Morselli

Dopo alcuni tentativi fallimentari di inserirsi nel mondo del lavoro, Morselli ottiene un vitalizio dal padre che gli permette di dedicarsi a tempo pieno alla passione per la letteratura. Seguono anni di scrittura febbrile che portano l’autore a completare decine di libri sui più disparati argomenti. La vena filosofica e critica del Morselli si rivela anche nella stesura di diversi saggi, rivelandolo sia un lucido lettore sia un osservatore unico nel panorama italiano. Purtroppo, la sua scrittura non incontra i favori delle case editrici che rifiutano puntualmente tutti i suoi lavori. La crisi dell’autore raggiunge il culmine quando anche il suo ultimo romanzo – Dissipatio H.G. – viene rifiutato. Guido Morselli si suicida nel 1973 sparandosi un colpo di pistola nella villa di famiglia a Varese.

Per iniziare a leggere Guido Morselli: «Il comunista» (1976)

Altro che scrittore tradizionale! Morselli era uno sperimentatore, aveva la precisione, la passione fredda, l’indifferenza per i risultati, il distacco e l’indipendenza dalle fonti, che utilizzava con perfetta disinvoltura, dello scienziato.

Il comunista di Guido Morselli (acquista) – che fu rifiutato anche dall’Einaudi per mezzo di Calvino – è un romanzo travolgente che porta il lettore in un tempo apparentemente lontano, gli anni Cinquanta. Il protagonista è Walter Ferranini, esponente del Partito Comunista Italiano, che dopo anni di lavoro e di lotte sindacali nella sua Reggio Emilia riesce a diventare deputato. Il tumulto della Capitale, i giochi politici e la sua incapacità di rapportarsi con i colleghi porta il Ferranini ad una chiusura. L’unico sollievo è dato dalla lettura dei grandi classici del pensiero comunista, quali Marx ed Engels.

Il protagonista viene coinvolto in una serie di episodi che minano le sue certezze, non tanto nella dottrina comunista, quanto nell’atteggiamento che i vertici del Partito stanno assumendo. Queste sensazioni saranno confermate anche a seguito di una sua pubblicazione sulla rivista Nuovi argomenti diretta da Moravia.

Guido Morselli

Nel frattempo, le preoccupazioni politiche si intrecciano con la travagliata vita sentimentale: infatti, Ferranini ha una moglie in America e intrattiene una relazione con l’amante Nuccia. Il comunista si rivela essere uno dei rari romanzi che riesce a intessere un rapporto indissolubile tra il protagonista e il lettore, tanto da rendere quest’ultimo parte integrante delle scelte e delle speculazioni del Ferranini. Si finisce per compiangere, compatire e comprendere la creatura plasmata del Morselli, fino ad amarla di un amore sincero. E inevitabilmente riecheggiano i versi di Robert Rozhdestvenskij: «Ho sbagliato qualcosa; scusate/ vivevo su questa terra per la prima volta.»

Per proseguire: «Roma senza Papa» (1974)

La Residenza si compone di 8-9 edifici di modeste proporzioni, una ventina di locali ciascuno o poco più, su due o tre piani. In luogo le chiamano palazzine, in tedesco si direbbero case, e niente altro.

Romanzo scritto pochi anni prima della morte di Guido Morselli, Roma senza Papa (acquista) racconta di un’Urbe abbandonata dal Pontefice. Siamo alla fine del Novecento e il nuovo Papa, Giovanni XXIV prende la rivoluzionaria decisione di trasferire la Sede Apostolica a Zagarolo, comune della provincia romana. La scelta non è condivisa e i romani sono furiosi verso questo nuovo Papa irlandese che – almeno per quanto si vocifera – intrattiene persino una relazione con una teosofa. Il protagonista è un giovane sacerdote svizzero, Walter, che ha l’occasione di incontrare finalmente il Papa per un’udienza.

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Le sue peregrinazioni nella Capitale lo spingono a varie riflessioni religiose con i suoi colleghi, in un panorama ecclesiastico totalmente mutato. Per esempio: si prospetta il mandato a tempo per il vescovo di Roma, il Papa si presta come conciliatore per dirimere le controversie fra Stati Uniti e Unione Sovietica nella spartizione della Luna e, poi, il matrimonio degli ecclesiastici è ormai largamente consentito dalla Chiesa cattolica. Un romanzo ucronico – in cui Morselli si era già cimentato in Contro-passato prossimo – che conferisce alla narrazione un nonsoché di straniante e allo stesso tempo coinvolgente. Un’attenta analisi filosofica e religiosa che si intreccia in un lavoro eccezionale dai tratti profetici.

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Innamorati di Guido Morselli: «Dissipatio H.G.» (1977)

Il pericolo essenziale – l’uomo – non c’è più. Il resto, ciò che vive, è inoffensivo: è la natura, in me e intorno a me.

Dissipatio H.G. (acquista) viene considerato da molti come il libro manifesto della poetica di Guido Morselli. In effetti, in meno di centocinquanta pagine, l’autore riesce a racchiudere tutta la sua genialità, proiettando il lettore in un’ambientazione apocalittica. Il protagonista vive della fittizia città di Crisopoli e nella “favolosa” notte fra l’uno e il due giugno, decide di suicidarsi. Perché? «Per il prevalere del negativo sul positivo. […] Una prevalenza del 70 per cento». Il luogo designato è il laghetto di una grotta in alta montagna, ma al momento del gesto, desiste. La mattina del due giugno, tuttavia, si accorge che sia in città che nelle zone limitrofe non c’è più nessuno: proprio come se il genere umano fosse evaporato quella stessa notte.

Ed è così che il panorama desolato fa da cornice alla spasmodica ricerca di altri esseri umani, fra congetture e allucinazioni. In questo romanzo, scritto pochi mesi prima della morte, Morselli restituisce un feroce quadro sulla vita e la morte incasellandolo in una trama formidabile e inimitabile. Significativo come al momento della pubblicazione il libro fu anche nei pensieri di Marcello Mastroianni che lo propose come soggetto cinematografico ad Andrej Tarkovskij che, però – e “purtroppo” verrebbe da aggiungere –, non rispose alla proposta.

In copertina: Artwork by Madalina Antal
© Riproduzione riservata

 


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Lorenzo Gafforini

Classe 1996. Nel 2020 si laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Brescia. Ha pubblicato otto raccolte di poesie e due racconti.

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