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Frank Bidart

«Confessionale»: la tassonomia spirituale di Frank Bidart

dalla newsletter n. 38 - aprile 2024

10 minuti di lettura

Già Premio Pulitzer per la poesia nel 2018, Frank Bidart è stato allievo di Elizabeth Bishop e Robert Lowell. Alcune sue opere sono state tradotte in Italia, ma la maggior parte di esse rimane ancora inedita. Degno testimone della confessional poetry, nel 2003 è anche il curatore dell’opera poetica di Robert Lowell. Purtroppo, oggi in Italia si possono vantare solo poche traduzioni: Confessionale e La guerra di Vaslav Nijinsky per L’Obliquo, Desiderio per Tlon e alcune uscite in antologie poetiche (fra tutte West of Your Cities per Minimum Fax). Si tratta tuttavia di lavori di grande qualità. Questo è dovuto principalmente – se non esclusivamente – grazie all’attento e prezioso lavoro di Damiano Abeni.

Fra tutti gli scritti di Frank Bidart sorprende per la sua incisività proprio Confessionale, dove il poeta modella i suoi versi in ossequio a impressioni folgoranti.

È morta?
Sì, è morta.
L’hai perdonata?
No, non l’ho perdonata.
Ti ha perdonato?
No, non mi ha perdonato.

I versi scorrono sulla pagina con naturalezza, intessendo un dialogo dinamico fra il poeta/confessato e il confessore/assolutore. Domande lapidarie, quasi insensibili, spingono il poeta a una maieutica straziante, traumatica ed estremamente sincera. Lo sconforto dell’uomo lascia spazio alla disperazione, ancora incapace – a distanza di anni – di elaborare il rapporto conflittuale instauratosi con la madre deceduta.

Confessionale è un poema che consta di circa trenta pagine ed è diviso in due sezioni. Il titolo è un chiaro riferimento a Le confessioni di Sant’Agostino. Come precisa Maria Grazia Calandrone nella nota alla lettura: «Dove Agostino indica, già nel titolo Confessioni la descrizione del proprio intimo progredire verso, Bidart tiene a descriverci il luogo fisico – Confessionale – dove il moto si svolge, ovvero l’uno nomina il non-visibile, l’altro si tiene nel quadrilatero della natura». Proprio in questo senso risulta rivelatoria la risposta dell’Io-lirico che si abbandona a un urlo lacerante – evidenziato dall’uso delle maiuscole:

NON ESISTEVA IN NATURA ALCUN LUOGO IN
CUI CI SAREMMO POTUTI INCONTRARE.

Ma dall’altra parte vi è la rice…

Lorenzo Gafforini

Classe 1996. Nel 2020 si laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Brescia. Ha pubblicato otto raccolte di poesie e due racconti.

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