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Il ritorno di Terrence Malick potrebbe essere a Cannes 2019

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A distanza di due anni da quando uscì Song to Song (2017), il suo ultimo lavoro, Terrence Malick sembra deciso a tornare; probabilmente a Cannes 2019, a distanza di 8 anni dalla Palma d’Oro vinta con The Tree of Life (2011). Questa volta l’esplorazione registica si concentrerà su un viaggio nella storia dell’uomo in cui la Germania del secondo Novecento dilaniato dalla guerra sarà la protagonista.

Quello che possiamo dire finora

A Hidden life, questo è il titolo del dramma storico che potrebbe essere proiettato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2019 il prossimo maggio. Sappiamo pochissimo: nel cast ci sarà l’attore tedesco August Diehl (Bastardi senza gloria, 2009) e il compianto Bruno Ganz. Ma dal momento che Diehl interpreterà un obiettore di coscienza, Franz Jägerstätter, giustiziato dalla Germania nazista, che prima di tutto era un contadino cattolico, possiamo ipotizzare che sia proprio la sua vita la hidden life, da intendere come vita appartata, più che nascosta. Proprio su questo punto emerge la conoscenza che il regista ha del filosofo Martin Heidegger, di cui nel 1969 tradusse un’opera per la Northwestern University di Evanston. Se l’idea dell’autenticità nella vita appartata (si pensi alla conclusione di Song to song) e il tema della religiosità sono cari da sempre al regista texano, una novità importante nel cinema di Malick è ventilata dalla piattaforma IndieWire che riporta una sua dichiarazione dell’ultim’ora, cosa piuttosto insolita, data la notoria natura riservata e pragmatica del regista:

There’s a lot of strain when working without a script because you can lose track of where you are. It’s very hard to coordinate with others who are working on the film. Production designers and location managers arrive in the morning and don’t know what we’re going to shoot or where we’re going to shoot. The reason we did it was to try and get moments that are spontaneous and free. As a movie director, you always feel with a script that you’re trying to fit a square peg into a round hole. And with no script, there’s no round hole, there’s just air. But I’m backing away from that style now.

Terrence Malick

Un nuovo stile

Stando a questa dichiarazione, Malick annuncia con questo film un nuovo stile registico. Non aspettiamoci quindi un film povero di trama e ricco di spunti riflessivi, ma una pellicola che invece possa darci una trama organizzata e il senso profondo della narrazione di una storia. La dichiarazione di Malick, che questo nuovo film sarà un lavoro fondato su una sceneggiatura, fa supporre che sarà una grande scommessa di stile per il regista, abituato a muoversi suscitando intuizioni estetiche e suggestioni concettuali nelle singole sequenze.

Potrebbe anche essere un film che ricordi La sottile linea rossa (1998), dal momento che il contesto storico, almeno, sembra essere quello della seconda guerra mondiale. Una via per capire presto se davvero si tratterà di un nuovo stile di regia – a detta dello stesso Malick, più organizzato – potrebbe essere quella di mettere a confronto i due film: The Thin Red Line e A Hidden Life. Staremo a vedere.

 

Lorenzo Pampanini

Classe 1994. Laureato in Scienze Filosofiche all'Università La Sapienza di Roma.

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