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Irriverenti, ironici Mrzyk – Moriceau

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Illustrazioni in bianco e nero, dal sapore surreale unito a uno humor semplice e sottile: è questo l’universo grafico di  Petra Mrzyk e Jean-François Moriceauartisti francesi che collaborano dal 1998 dando vita a piccole gioie artistiche fuori dagli schemi.

L’erotismo che traspare dai loro lavori ha il sapore dell’intrigo misto a leggerezza, stupisce per la semplicità delle linee e dei contenuti che, in parte decontestualizzati, ma del tutto assurdi, rivelano in maniera più “accessibile” quello spaesamento che il ferro da stiro di Man Ray aveva provocato negli anni d’oro dell’avanguardia.

Il profilo Instagram di Mrzyk e Moriceau pullula di quest’arte irriverente ma assolutamente gradevole. Con oltre 130 mila follower, la coppia francese regala al pubblico immagini enigmatiche e caleidoscopiche che illustrano scene di vita quotidiana, affrontano la sessualità dal punto di vista meno consueto, quello dell’ironia e del sarcasmo che – dietro un’apparente condanna e celamento – mostra con tutta la sua forza la potenza dell’eros comune.

Smascherando i tabù e facendosi beffe della moralità Mrzyk e Moriceau raccontano a colpi di simbolismi fallici e brillanti provocazioni una realtà contemporanea surreale e favolosamente nostra.

Protagonisti indiscussi della scena erotica pop sono le parti intime dell’uomo: le curve della donna, l’organo genitale maschile e una serie infinita di mani che si caricano di doppi sensi tra il vedo e non vedo con sbilanciamento verso il primo. 

Questi elementi vengono poi affiancati a oggetti estranei al contesto assumendo così una valenza diversa, come insegna l’avanguardia storica di Jean Cocteau e Man Ray nata, non a caso, nel loro Paese.

È un mondo semplice e diretto, dominato dalla spontaneità e dalla curiosità – ancora possibile – di aprirsi verso l’altro. Non a caso Mrzyk e Moriceau rappresentano assai spesso anche il demone della tecnologia, sempre pronto a rubarci l’anima mentre la vita scorre intorno a noi. L’erotismo ironico-pop è allora, dunque, un’ancora di salvezza, la raffigurazione di un baluardo mitico che può e deve resistere prima dell’annientamento dei sensi e del pensiero.

 

Ginevra Amadio

Ginevra Amadio nasce nel 1992 a Roma, dove vive e lavora. Si è laureata in Filologia Moderna presso l’Università di Roma La Sapienza con una tesi sul rapporto tra letteratura, movimenti sociali e violenza politica degli anni Settanta. È giornalista pubblicista e collabora con riviste culturali occupandosi prevalentemente di cinema, letteratura e rapporto tra le arti. Ha pubblicato tra gli altri per Treccani.it – Lingua Italiana, Frammenti Rivista, Oblio – Osservatorio Bibliografico della Letteratura Otto-novecentesca (di cui è anche membro di redazione), la rivista del Premio Giovanni Comisso, Cultura&dintorni. Lavora come Ufficio stampa e media. Nel luglio 2021 ha fatto parte della giuria di Cinelido – Festival del cinema italiano dedicato al cortometraggio. Un suo racconto è stato pubblicato in “Costola sarà lei!”, antologia edita da Il Poligrafo (2021).

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