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Letteratura ambiente

Ambiente, immaginario, letteratura

Dalla newsletter n. 29 - giugno 2023 di Frammenti Rivista

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6 minuti di lettura

L’odierna sensibilità ambientale impone un’indagine rigorosa di quelle che Remo Cesarani definiva «convergenze», ossia le molteplici intersezioni tra territori altri, tesi a una contaminazione finalizzata allo sguardo ampio, alla messa a fuoco di un’urgenza che le categorie predisposte – svincolate da confluenze – impediscono di realizzare. Il rapporto tra letteratura ed ecologia si pone, in tal senso, come un dato cogente, trattandosi dell’intreccio più rappresentativo di quello sforzo volto a sondare l’innegabile degradazione del patrimonio ambientale, il passaggio, spesso nefasto, dell’uomo sulla terra.

La scelta di campo non è peregrina, giacché le rappresentazioni poetiche e narrative costeggiano quella zona dai contorni labili che è l’immaginario, serbatoio di forme e motivi variamente ri-declinabili, impossibile da ricondurre a un grado zero e pertanto capace di intercettare paure, immagini e rimossi. Per decifrare la complessità di una natura piegata all’intervento umano è dunque opportuno ricorrere a strumenti laterali, che fungano da porta d’accesso a scenari altrimenti invisibili, destinati a muoversi sulla superficie apparentemente liscia della cronaca.

L’immaginario, è bene ricordarlo, è una miniera profonda, sia perché contiene sintomi, spie e motivi attorno a cui si articola una trama complessa, sia perché presenta margini slabbrati, soggetti alle intersecazioni cui si accennava in precedenza, e dunque passibili di apparentamento con situazioni traumatiche, di colpa o shock. «Si è passati dai campi di sterminio allo sterminio dei campi», scriveva Andrea Zanzotto, una delle voci più rappresentative della poesia italiana novecentesca, “cantore” delle scorie e dei detriti, capace di focalizzare la perdita imperdonabile di una bellezza pura, il massacro del paesaggio che è oltraggio alla collettività.

La colpa, dunque, si diceva, meglio un cortocircuito tra emotivo e razionale che la letteratura carpisce, rende visibile mediante l’immersione nel vuoto, adottando un linguaggio ora oscuro ora agile, costellato di…

Ginevra Amadio

Ginevra Amadio nasce nel 1992 a Roma, dove vive e lavora. Si è laureata in Filologia Moderna presso l’Università di Roma La Sapienza con una tesi sul rapporto tra letteratura, movimenti sociali e violenza politica degli anni Settanta. È giornalista pubblicista e collabora con riviste culturali occupandosi prevalentemente di cinema, letteratura e rapporto tra le arti. Ha pubblicato tra gli altri per Treccani.it – Lingua Italiana, Frammenti Rivista, Oblio – Osservatorio Bibliografico della Letteratura Otto-novecentesca (di cui è anche membro di redazione), la rivista del Premio Giovanni Comisso, Cultura&dintorni. Lavora come Ufficio stampa e media. Nel luglio 2021 ha fatto parte della giuria di Cinelido – Festival del cinema italiano dedicato al cortometraggio. Un suo racconto è stato pubblicato in “Costola sarà lei!”, antologia edita da Il Poligrafo (2021).

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