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Joe Wright: quando l’arte si fa cinema

7 minuti di lettura

imageOgni regista trova, nel corso del tempo, quelle che sono le sue peculiarità, e il regista inglese Joe Wright ha trovato in atmosfere sofisticate, personaggi profondi e storie intense, la sua combinazione vincente.

Egli nasce a Londra il 25 agosto 1972, figlio dei fondatori del Little Angel Theatre, un famoso teatro di marionette a Islington. Da sempre affascinato dall’arte, in particolare dalla pittura, ha intrapreso la carriera artistica lavorando nel teatro dei suoi genitori. A livello accademico, ha conseguito la sua formazione presso l’Anna Scher Theatre School, il Camberwell College of Arts e la facoltà di belle arti e cinema alla Central St. Martin e ricevette numerosi premi grazie a un cortometraggio realizzato per la BBC. Prima di lavorare ai suoi grandi lungometraggi, lavorò per diversi anni presso la Oil Factory, dirigendo, oltre a piccole produzioni, anche diversi video musicali. È il periodo in cui realizzò il suo secondo cortometraggio, The End.

imageNel 2003 dirige la sua più importante produzione televisiva, Carlo II – Il potere e la passione, una miniserie su Carlo II d’Inghilterra, con protagonista Rufus Sewell, prodotta dalla BBC. Il successo vero e proprio arriva però nel 2005, quando per la prima volta appare sui grandi schermi il suo adattamento dell’immortale classico di Jane Austen Orgoglio e Pregiudizio. Il film, interpretato dalla fedelissima musa Keira Knightley nei panni di Elizabeth Bennet e da Matthew Macfadyen in quelli dell’affascinante Mr. Darcy, ha riscontrato un enorme successo di pubblico e di critica, ricevendo 4 candidature all’Oscar e 6 nomination ai BAFTA. Oltre alla fortunata collaborazione con la Knightley, il film sancisce il rapporto fra Wright e il compositore Dario Marianelli, che firmerà la maggior parte delle colonne sonore delle sue pellicole.

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Nel 2007 prosegue il fortunato progetto di adattamento dei grandi classici intrapreso dal regista, arriva così il turno dello struggente Espiazione, tratto dal celebre romanzo di Ian McEwan. Nel cast, ancora Keira Knightley, James McAvoy e Saoirse Ronan, che reciterà anche nel thriller del 2011 Hanna.

imageSeguiranno poi Il Solista nel 2009 e, appunto, Hanna nel 2011. Nonostante il discreto successo di queste pellicole, le abilità di Wright esplodono principalmente nei suoi adattamenti. Il suo talento sta infatti nella sua capacità di trasporre le pagine dei grandi autori sullo schermo, dove il pubblico vede rivivere le magiche atmosfere e gli amati personaggi dei capolavori della letteratura. Wright ricrea la delicatezza e la raffinatezza di parole immortali – attraverso paesaggi e atmosfere quasi dipinte, frutto di abili pennellate di colori – e le sensazioni che esse evocano, rischiarando in noi le emozioni donateci dai libri, il pianto nostalgico e commosso che solo la letteratura sa donare. Inoltre, l’impeccabile scelta del cast rende giustizia ai personaggi quasi leggendari imagedelle sue pellicole, grazie ad interpretazioni magistrali e profonde: fondamentale è soprattutto il ruolo della Knightley, che si dimostra incredibilmente predisposta per i ruoli di queste famose eroine, rivestendole di pathos, eleganza e raffinata sensualità. Per questo motivo, nel 2012 arriva nelle sale Anna Karenina, con l’immancabile Keira, Jude Law e Aaron Johnson.

Il suo ultimo progetto, Pan, con Hugh Jackman, Garrett Hedlund e Rooney Mara, è uscito nelle sale americane il 9 ottobre, e racconterà la storia dei personaggi prima delle avventure raccontate nel Peter Pan di J.M. Barrie.

Wright è un regista – pittore, che sa creare sfumature di sentimento e significato attraverso la sua attenzione per il dettaglio, la sua passione per i gesti ma sopratutto per gli sguardi, veicolo d’amore e di emozioni; ci porta in un mondo straordinario, un mondo di storie d’amore immortali, di epoche passate affascinanti e bellissime, un mondo dove realtà e immaginazione si fondono senza mai sfociare nel banale o nell’eccesso. I film di Wright sono intensi ma terribilmente delicati, sono fragili e forti come solo l’amore sa essere.

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Il film della settimana
Anna Karenina (2012)

imageFra tutte le produzioni di Wright, Anna Karenina è sicuramente la più interessante e complessa, non solo per la varietà e profondità dei personaggi e per la monumentalità dell’opera originale, ma per l’originalità dell’adattamento. Il film infatti è ambientato all’interno di un teatro, con scenografie in continuo movimento, con attori e comparse che si muovono sul palco e dietro le quinte recitando la parte che è stata loro assegnata. La genialità di Wright non sta solo nella particolarità della scenografia, bensì nella sua capacità di rendere quel senso di apparenza e di finzione tipico dell’alta società russa imperiale, di far percepire quell’impressione costante di essere a nudo su un palcoscenico mentre il pubblico inclemente giudica la nostra storia. E così Anna e Vronskij, interpretati rispettivamente da Keira Knightley e Aaron Johnson, vedono la loro storia d’amore catapultata sotto i riflettori, con gli occhi di tutti addosso, occhi indiscreti e maligni, che fingono di vivere nella moralità ma che in realtà seguono un rigido copione di etichette e buone maniere. E il loro amore, consumato dal delirio di Anna, ormai sola e disonorata, stagliatosi come un manifesto sulle piazze di Mosca e San Pietroburgo, viene messo a confronto con la forza immutabile e intaccabile dell’amore di Kitty e Levin, interpretati da Alicia Vikander e Domhall Gleeson, un amore inviolabile come la gelida steppa, saldo e nobile come la terra. Storia d’amore epica e intramontabile, Anna Karenina diventa un film magistrale e originale, frutto di uno studio approfondito dell’opera di Tolstoj e di un innovativo talento cinematografico.

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Anna Maria Giano

Mi chiamo Giano Anna Maria, nata a Milano il 4 marzo 1993. Laureata Lingue e Letterature Straniere presso l'Università degli Studi di Milano, mi sto specializzando in Letterature Comparate presso il Trinity College di Dublino.Fin da bambina ho sempre amato la musica, il colore, la forza profonda di ciò che è bello. Crescendo, ho voluto trasformare dei semplici sentimenti infantili in qualcosa di concreto, e ho cercato di far evolvere il semplice piacere in pura passione. Grazie ai libri, ho potuto conoscere mondi sempre nuovi e modi sempre più travolgenti di apprezzare l'arte in tutte le sue forme. E più conoscevo, più amavo questo mondo meraviglioso e potente. Finchè un giorno, la mia vita si trasformò grazie ad un incontro speciale, un incontro che ha reso l'arte il vero scopo della mia esistenza... quello con John Keats. Le sue parole hanno trasformato il mio modo di pensare e mi hanno aiutata a superare molti momenti difficili. Quindi, posso dire che l'arte in tutte le sue espressioni è la ragione per cui mi sveglio ogni mattina, è ciò che guida i miei passi e che motiva le mie scelte. E' il fine a cui ho scelto di dedicare tutti i miei sforzi, ed è il vero amore della mia vita.

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