«Quarant’anni, pensai. I miei amici mi aspettavano e mi dissi che tra poco la mia vita sarebbe ricominciata». Con queste parole finisce Senza mai arrivare in cima (2018), l’ultimo libro dell’autore Premio Strega Paolo Cognetti che raccontava del suo viaggio in Nepal verso l’Himalaya. Un viaggio in cui alla fine non era importante arrivare in cima, ma fare tesoro dell’esperienza e della felicità ottenuta.
Sembra partire da qui l’ultimo romanzo dello scrittore milanese, La felicità del lupo, pubblicato lo scorso ottobre da Einaudi, che prosegue il filone narrativo montanaro iniziato con Ragazzo selvatico (2013) e proseguito con Le otto montagne (2016) e il già citato reportage sul viaggio in Himalaya.
La felicità del lupo ha per protagonista Fausto Dalmasso. Quarantenne come Cognetti ai tempi di Senza mai arrivare in cima, Fausto è uno scrittore alla deriva separato dalla moglie Veronica che decide di lasciarsi alle spalle Milano per andare a Fontana Fredda, sul Monte Rosa a […]
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