Il 23 marzo 2018 è uscito L’amore e la violenza vol.2, pubblicato da Warner Music, nuovo album del gruppo indie rock italiano Baustelle. Composta da Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini, la band torna, ad un solo anno di distanza dall’ultimo lavoro, a raccontare l’amore attraverso “dodici nuovi pezzi facili”, che stravolgono cliché e canoni consolidati. Un album straziante, dove vita e dolore si intrecciano.
Un concept album?
La risposta è sì, indubbiamente. Non è il primo concept album dei Baustelle e (ci auguriamo) non sarà l’ultimo. È un disco concentrato sul concetto di amore, inscindibile da quello di violenza, che fotografa quello che i Baustelle sono sempre stati: sofisticati ma feroci. La violenza non fa più solo da sfondo, come nel precedente lavoro L’amore e la violenza, ma questo vol.2 ne parla come di qualcosa connaturato nell’amore, per dirci che anche quando esso appare pacificato, nasconde sempre un po’ di violenza.
Questo nuovo lavoro, che si inserisce nella scia “oscenamente pop” del disco precedente, è stato presentato dalla band così: «É stato scritto un po’ intenzionalmente e un po’ per caso di fretta, correndo, mentre una bella stagione delle nostre vite passava, mentre ci sembrava che il tempo stesse per finire. Come godersi l’ultimo tuffo in mare prima della fine dell’estate, o fare l’amore come se non ci fosse un domani: la stessa meravigliosa sensazione di supereroico coraggio, ultraumana gioia».
Le tracce
Violenza – Primo brano strumentale della raccolta, elemento tipico di tutti gli album dei Baustelle. Si prende il suo spazio, dura quanto un brano cantato. Fin dall’inizio è chiaro che questo disco, pur essendo stato scritto in un solo anno (tempo insolito per il gruppo), non ha alcuna fretta.
Veronica, n.2 – Il trascinante singolo che parla non di una seconda Veronica, ma che è il secondo tentativo di scrivere una canzone su di lei, «il primo è stato buttato nel cestino», dice Bianconi. È un brano che si scrive quando si realizza di essere innamorati e molto coinvolti, quando si vede la vita diversa con Veronica, si chiede un mondo migliore per Veronica e si pensa di poter uccidere per salvare Veronica.
Lei malgrado te – La prima vera perla dell’album. Il ritornello ricorda la loro Gomma a rallentatore, solo che ora nessuno trema più «di doglie blu e di esistenza inutile», tutto è cresciuto, maturato, ha acquistato un senso che è poi andato perduto.
Jasse James e Billy Kid – Una relazione travagliata e la sua fine sono le protagoniste di questo brano. Sembra essere una canzone che dice “a volte succede”, mette una pietra sopra un amore in maniera molto pacifica e serena. I due eroi, visualizzati come due famosi banditi, dopo un rapporto turbolento, riposano in silenzio sotto le stelle.
A proposito di lei – Cantata da Rachele, è un brano struggente in pieno stile Baustelle, che indaga sulla classica questione “cosa non faresti per la tua lei?” e ferisce con esempi leggeri e semplici: qualcuno se ne va, incontra un’altra lei dalla quale rimane accecato e per la quale è disposto a fare qualsiasi cosa.
«Tu con lei, scrivi canzoni, stai con lei
Compri, spendi, sniffi l’impossibile
Sali, scendi, piangi che ti piaccia o no
Vivi solo per lei
Quante cazzate fai per lei»
La musica elettronica – É il pezzo “non facile” dei 12 proposti. Come da copione, in ogni album dei Baustelle soggiorna anche qualcosa di più complesso e non immediato, psichedelico e puramente strumentale.
Baby – Musicalmente parlando, è la chicca del disco. Il cambio di sound nel corso del singolo brano è una delle novità che il gruppo sta sperimentando nelle ultime produzioni, in questo brano che parla ancora una volta di innamoramento lo si sente chiaramente. Questo cambiamento nel suono si trasferisce anche nel bellissimo testo, che degenera in toni malinconici.
Tazebao – É la canzone d’amore meno d’amore del disco, l’eccezione che conferma la regola. Bianconi la definisce «una raccolta di folli aforismi sul presente». Con un testo visionario, è un esempio di quel salto verso il pop elaborato ed introspettivo che i Baustelle hanno sempre dimostrato di sapere reggere, mantenendo il pezzo movimentato ed accattivante.
L’amore è negativo – La canzone si ispira all’opera Eros in agonia, del filosofo sudcoreano Byung-Chul Han, secondo il quale il mondo occidentale si basa sull’esaltazione dell’individuo, sul tabù della morte ed il mito della salute. Tutto è concentrato su di noi in quanto individui singoli, l’altro è solo apparentemente considerato. «È più simile alla masturbazione che all’amore, che invece è annullare l’ego per darsi all’altro. […] l’amore comincia con un sacrificio, il morto c’è subito, per così dire. Uccidi l’io per poterti dare completamente, senza chiedere nulla in cambio» dice Bianconi, che è un fan dell’amore concepito con davanti un segno meno e come qualcosa di distruttivo.
Perdere Giovanna – Se c’è un brano in questo disco che può essere considerato all’altezza dei pezzi più belli mai scritti dai Baustelle è questo. Segna il dolore della fine e quello ancora più grande portato dalla triste ed effimera sensazione di rinascita, che va a sancire la morte vera e propria di quello che è stato. Il perfetto equilibrio tra la melodia allegra ed orecchiabile ed il culmine della sofferenza amorosa situato nel momento della perdita, la ritrovata armonia tra i ricordi dei tempi felici della vita di coppia ed il fatidico e straziante momento in un giorno di sole:
«Perdere Giovanna in un giorno di sole uguale agli altri
ritrovare la libertà di fumare drogarsi uscire a bere con un’altra donna
cominciare da capo immaginare come sarà coniugato al presente il verbo amare»
Caraibi – Brano molto intimo, racconta la fine del primo amore del frontman del gruppo, circa vent’anni fa. Un testo che avvicina l’amore adolescenziale a quello della maturità; nonostante il tempo passato e le esperienze accumulate, il mistero del consumarsi dell’amore è ancora vivo.
Il minotauro di Borges – L’album si chiude introducendo il tema della libertà che segue la fine dell’amore e della violenza protagoniste del disco. Nei lavori dei Baustelle non mancano mai le citazioni cinematografiche e letterarie ed infatti ecco Jorge Luis Borges. Rileggere il racconto sul Minotauro è d’ispirazione a Bianconi, che immagina di poter modificare la storia, facendo innamorare il Minotauro di tutte le fanciulle che gli vengono offerte in sacrificio e subito il tema dell’amore impossibile è spogliato della sua banalità.
Abbiamo bisogno di loro
La svolta pop dei Baustelle, che loro stessi avevano già annunciato in occasione del disco precedente, continua a funzionare. Sono alla ricerca di un modo di dire l’amore originale e lontano dalle convenzioni, proponendosi come un pop molto particolare, capace di essere sia romantico che aggressivo.
L’eleganza, l’alchimia musicale, la fusione tra rock alternativo, indie e canzone d’autore sono elementi distintivi del gruppo che emergono anche in questo lavoro. I Baustelle non hanno deluso le aspettative nemmeno stavolta, consolidando il loro percorso artistico, la qualità dell’interpretazione e lo stile, costringendoci ad ammettere che forse il panorama musicale italiano ha davvero bisogno di loro.