È stata presentata oggi in Vaticano Laudato si’, l’enciclica ecologica di Papa Francesco, attesissima dai fedeli (e non solo) di tutto il mondo. Un’introduzione, sei capitoli e due preghiere conclusive, 192 pagine per riflettere su un tema molto importante e delicato: come tutelare il nostro pianeta dall’ingordigia umana.
Alla presentazione del documento ha partecipato anche Joannis Zizioulas, il più grande teologo vivente dell’ortodossia in rappresentanza del patriarca Bartolomeo, che ispirò il Papa nella stesura di Laudato si’. Inoltre, come prova della collaborazione tra religione e scienza, tra fede e ricerca, durante la presentazione è stata proiettata una fotografia di Samantha Cristoforetti mentre mostra un cartello con la frase: “Cambiate i cambiamenti climatici“.
Il titolo dell’enciclica si riferisce ovviamente al Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi, dove ci viene ricordato che la Terra dovrebbe essere per noi una sorella da rispettare. Papa Francesco invita infatti da un lato a «proteggere la casa comune», la Terra, evitando danni ambientali come il surriscaldamento globale, dall’altro chiede che venga creato un modello di sviluppo che possa aiutare anche i più poveri, uno «sviluppo sostenibile e integrale». Francesco sottolinea poi come il mercato crei un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti: un’abitudine non più sostenibile che non prende in considerazione il «bene comune» e che andrebbe quindi sostituita con uno stile di vita alternativo. Non si tratta di una missione impossibile fuori dalla nostra portata, al contrario lo sforzo deve partire dalle cose più piccole, dai gesti quotidiani che possono proteggere il creato e dare vita a una «cittadinanza ecologica».
È l’ultimo capitolo del documento la parte più “verde”, in cui il Papa offre ai suoi lettori delle soluzioni concrete, pratiche: «Evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quando ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico», dice il Papa, che supporta per esempio il car sharing. E poi ancora: «piantare alberi e spegnere le luci inutili. Tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano».
Una migliore gestione delle risorse risolverebbe poi in parte il problema della guerra; con le parole del Papa: «L’esaurimento di alcune risorse […] crea uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni […] la guerra causa sempre gravi danni all’ambiente e alla ricchezza culturale dei popoli, i rischi diventano enormi pensando a armi nucleari e biologiche». Infatti, citando un documento dei vescovi della Nuova Zelanda il Papa afferma che: «Cosa significa il comandamento ‘non uccidere’ quando un venti per cento della popolazione mondiale consuma risorse in misura tale da rubare alle nazioni povere e alle future generazioni ciò di cui hanno bisogno per ‘sopravvivere’?».
La situazione deve essere quindi sostenuta da istituzioni internazionali forti e ben organizzate, che incoraggino la popolazione a uno sviluppo in armonia con la natura. Il Papa dice però basta a tutti quei media, potenti o scienziati che parlano pur non avendo un contatto diretto coi problemi.
Un’enciclica quindi che auspica un ritorno alle origini, al rispetto dell’ambiente e della natura che ci circonda e ci dà la vita, in una società che si impegna ad aiutare i più poveri e a frenare il consumismo. Una posizione con cui – fedeli o non – non si può non essere d’accordo.
L’attuale Papa, con questa enciclica, sembra esprimersi da lettore di Serge Latouche e Maurizio Pallante…chissà che i loro libri non siano stati per un po’ di tempo sul suo comodino…
[…] ammiratore di Papa Francesco, come ha spiegato qualche mese fa in uno scritto riguardante l’Enciclica: «Papa Francesco ha soprattutto messo in chiaro una cosa, a voi, a noi, a me: la sofferenza dei […]
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