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L’editoria, underground contro major:
intervista a Federico Faccioli,
tra skateboard e poesia

2 minuti di lettura
Federico Faccioli
Federico Faccioli

Ogni discorso sull’editoria, all’indomani della temuta fusione Mondadori-Rcs libri (già ribattezzata “Mondazzoli”, neologismo sincratico che ricorda tanto blog quanto Brangelina : business is business) è destinato a suscitare il più assoluto e necessario interesse. Si sa, i piccoli editori non se la passano bene e pensare che Minimum Fax venga surclassata da Sperling & Kupfer (ormai Mondazzoli) reca con sé un misto di amarezza e sconforto. Quando però a mettere in piedi un progetto indipendente è un ragazzo, animato da passione e spirito, vale la pena fermarsi a pensare, e riflettere su quanto, ancora, di buono si possa fare in campo editoriale. Federico Faccioli ha raccontato a Il fascino degli intellettuali. la sua esperienza, denunciando (come già fatto in passato) la piaga dell’editoria a pagamento e svelando qualche progetto per il futuro.

La tua principale attività, come ricordi nella tua biografia, è il marchio/progetto “La Ghigliottina”; ci racconti di cosa si occupa?

“La Ghigliottina” è il mio brand. Anche se odio che si chiami in tal modo una cosa che è principalmente nata dalla mia passione, posso dire che questa raccoglie artisti e skater. È un progetto nato nel 2000, siamo andati su Rolling Stone Magazine, abbiamo girato il mondo con i nostri skate. Dopo la laurea e il dottorato volevo inventarmi qualcosa, e dando voce alle mie passioni ho potuto creare “La Ghigliottina”, che non è solo un brand ma anche un’associazione che organizza eventi, riunisce ragazzi sempre in fermento, mossi da una grande voglia di fare.

Sei solito organizzare eventi, workshop ed incontri. Di che tipo d’iniziative si tratta?

Organizzo eventi inerenti allo skateboard oppure alla poesia. In primavera ed estate (da marzo a ottobre) sono in giro ogni weekend con il mio skate mentre d’inverno mi piace parlare e condividere arte. Sto scrivendo il mio quarto libro, dopo aver pubblicato le mie poesie sono stato contattato dalla Rai e ho partecipato a “Le Iene” realizzando un corto di denuncia conto l’editoria a pagamento .

L’editoria a pagamento, appunto. Da che nasce la necessità di svelare i meccanismi “malati” di questo business? Pensi sia destinato a diventare ancor più potente?

L’editoria a pagamento è un grossissimo problema; finché i businessmen facevano affari col petrolio o il McDonald’s tutto poteva andare, relativamente, “bene”, ma quando si va a toccare l’underground viene a crearsi un gran fastidio. Per underground intendo tutte quelle manifestazioni che nascono dal basso. Mi ha infastidito l’idea di approfittarsi dei giovani, in un momento in cui il lavoro manca. Ora tutti vogliono fare arte, gli editori a pagamento giocano sul tuo ego e questa è una cosa bruttissima. So bene di cosa parlo perché molte case editrici di questo tipo mi hanno contattato quando ho inviato le mie poesie a diversi concorsi; probabilmente queste persone non hanno neanche letto i miei versi. Si tratta di gente senza scrupoli e, a volte, anche senza cultura. Tale mercato continuerà a crescere purtroppo, anche perché alcuni editori sono molto potenti.

Hai dunque pubblicato dei volumi di poesia. Come pensi sia invece, oggi, il mondo dell’editoria tradizionale?

Ho scritto quattro libri, tutti pubblicati da editori non a pagamento e sono assolutamente fiero di questo. Stanno avendo una buona diffusione anche se l’editoria tradizionale non naviga in buone acque. Vengono pubblicati i libri di Fabio Volo ma testi meritevoli non riescono a trovare spazio.

Hai nuovi progetti in cantiere?

Ricollegandomi al discorso sin qui condotto posso dire che, proprio in virtù della mancanza di una casa editrice in grado di dar voce ai tanti talenti soffocati, è nata la nostra Aletheia (in greco verità). È un progetto che si fonda su un’idea di arte senza compromessi e che ovviamente rimarrà nel no-profit. Inizieremo con il pubblicare una serie di autori ritenuti validi, il resto verrà da sé. La casa editrice verrà presentata venerdì a Verona, ma tra un mese ci sarà un nuovo incontro; le persone che vogliono venire possono partecipare a un reading e inviare le proprie opere.

Per maggiori informazioni consultare la pagina Facebook relativa all’evento

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Ginevra Amadio

Ginevra Amadio nasce nel 1992 a Roma, dove vive e lavora. Si è laureata in Filologia Moderna presso l’Università di Roma La Sapienza con una tesi sul rapporto tra letteratura, movimenti sociali e violenza politica degli anni Settanta. È giornalista pubblicista e collabora con riviste culturali occupandosi prevalentemente di cinema, letteratura e rapporto tra le arti. Ha pubblicato tra gli altri per Treccani.it – Lingua Italiana, Frammenti Rivista, Oblio – Osservatorio Bibliografico della Letteratura Otto-novecentesca (di cui è anche membro di redazione), la rivista del Premio Giovanni Comisso, Cultura&dintorni. Lavora come Ufficio stampa e media. Nel luglio 2021 ha fatto parte della giuria di Cinelido – Festival del cinema italiano dedicato al cortometraggio. Un suo racconto è stato pubblicato in “Costola sarà lei!”, antologia edita da Il Poligrafo (2021).

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