Se è vero che il mondo ci invidia il cibo, è comunque bravissimo a rendere il proprio un business. Oltre confine ne sanno una più del diavolo, e dedicano ogni attenzione a ciò che può rendere gli alimenti vera materia di venerazione. In Giappone il gigante dei noodles Nissin ha aperto il Momofuku Ando Instant Noodles Museum, detto anche Cup Noodles Museum, paradiso artificiale per i cultori dell’istant food. Negli USA, più precisamente nel Wisconsin, la senape è diventata oggetto di culto di un polo museal-gastronomico dove l’ingresso e l’assaggio sono gratuiti. Per non parlare del Burnt Food Museum della Virginia, il tempio più insolito e concettuale che sia mai stato dedicato al cibo; qui, infatti, sono in mostra soltanto alimenti bruciati.
E a casa nostra cosa succede? Il Paese della dieta mediterranea ha saputo senza dubbio sfruttare l’enorme potenziale derivato dalla genuinità dei suoi prodotti, raccontando gli alimenti attraverso illustrazioni, oggetti e – in qualche caso – mediante assaggi e degustazioni. I musei del cibo italiano sono una vera chicca per gli amanti del gourmet o della semplicità della terra. Scopriamo insieme i più interessanti per soddisfare vista e palato insieme!
Museo dell’olivo, Imperia
Sulla Riviera ligure di Ponente, in una palazzina liberty che un tempo era la sede della ditta Fratelli Carli, il Museo dell’olivo è ancora oggi circondato dallo stabilimento oleario e, nei periodi di spermitura, permette anche di visitare il frantoio. Inaugurato nel 1992, conta14 sale in cui si racconta la storia dell’olio extravergine d’oliva, le numerose virtù e i diversi impieghi in cucina e in cosmesi.

Museo dei confetti, Sulmona
Nella città abruzzese patria e simbolo del confetto, la ditta Pelino produce mandorla ricoperta di zucchero dal 1783. I macchinari che hanno accompagnato la storia sulmonese dell’arte della produzione di confetti sono esposti nel Museo dell’arte e della tecnologia confettiera, dove è possibile ammirare anche una ricostruzione completa di un laboratorio settecentesco.

Museo dell’anguilla, Comacchio
A Comacchio, in provincia di Ferrara, ha sede il Museo dedicato all’anguilla. Un’antica fabbrica dove un tempo avveniva la lavorazione del pesce oggi conta sull’impegno di diversi volontari che, davanti agli occhi dei visitatori, preparano anguille, acquadelle e acciughe marinate. Queste possono poi essere degustate e acquistate, mentre il laboratorio è in funzione solo da ottobre a dicembre, nel periodo in cui avviene la migrazione delle anguille verso le Valli di Comacchio.

Museo del cioccolato, Norma
Nel piccolo borgo sui Monti Lepini (in provincia di Latina) si trova, completamente immerso nel verde, il Museo del cioccolato. Qui si ripercorre la sua storia dai Maya ai nostri giorni ed è racchiusa anche una vecchia fabbrica di cioccolato ricostruita con macchinari originali. La vera attrazione è però la “Fonte” da cui il cibo degli dei sgorga pronto per essere assaggiato dai visitatori di ogni età.

Museo del pane, Sant’Angelo Lodigiano
Il Museo del pane è nato nel 1983 nel Castello Morlando Bolognini di Sant’Angelo Lodigiano (Lodi). Nelle sue cinque sale sono esposte le tavole dei diversi tipi di cereali con cui viene prodotto il pane nel mondo, gli attrezzi del mestiere e le ricostruzioni di antichi forni. È però nella terza sala che risiede la vera chicca della strattura; qui sono raccolte oltre cinquecento forme di pane, provenienti tanto dall’Italia quanto da numerosi paesi esteri.

Musei del cibo, Parma
C’è poi Parma, sede di una vera e propria rete museale dedicata ai suoi prodotti di eccellenza. Nella Corte Castellazzi di Soragna (un casello dove nell’Ottocento avveniva la trasformazione del latte), ha sede il Museo del Parmigiano Reggiano, luogo in cui è oggi possibile ripercorrere la sua storia con tanto di degustazione finale. Si prosegue poi con due musei dedicati ai salumi emiliani: quello del prosciutto, presso l’ex Foro Boario di Langhirano, luogo dove circa un secolo fa avveniva la compravendita del bestiame, e il Museo del Salame di Felino, nelle cantine del Castello dell’omonima cittadina. Nel 2010 è stato invece inaugurato il Museo del pomodoro, ospitato nella Corte di Giarola di Collecchio, in un centro di trasformazione agroalimentare risalente all’epoca medievale. Infine abbiamo il Museo della pasta a Collecchio, presso la corte agricola medievale di Giarola e la Cantina dei Musei del Cibo a Sala Baganza, al centro di una zona dedicata alla produzione vitivinicola.
