Netumbo Nandi-Ndaitwah è stata eletta la prima presidente della Namibia il 3 dicembre 2024. In una data già diventata storica, la commissione elettorale del paese africano ha proclamato la sua prima donna capo del governo. Con questa elezione, Netumbo Nandi-Ndaitwah, diviene la terza donna presidente nel continente africano. Prima di lei solo Ellen Johnson Sirleaf in Liberia (2006-2008) e Samia Suluhu Hassan in Tanzania, in carica dal 2021.
Netumbo Nandi-Ndaitwah è una figura di spicco nella politica namibiana ed è attualmente la leader del partito indipendentista Swapo, al governo dal 1990. La sua è una storia di lotta e di coraggio dedita solo al suo paese e alla sua liberazione. Entra a far parte dello Swapo alla sola età di 14 anni e da quel momento la sua vita è stata un crescendo di consensi. Consensi sia all’interno del partito stesso, sia a livello nazionale. Oggi all’età di 72 anni e con il 58% dei voti ha sigillato per l’eternità la sua essenza di politica, di autodeterminazione ma soprattutto di donna.
Swapo e la situazione attuale in Namibia
Nonostante l’euforia iniziale per l’evento, le elezioni in Namibia non sono state esenti da polemiche. Ritardi, scarsa organizzazione e proteste hanno alimentato accuse di irregolarità nei risultati. Il secondo candidato più votato, Panduleni Itula, ha denunciato un boicottaggio da parte della vincitrice.
Con questa vittoria, lo Swapo si conferma ancora una volta come partito dominante, ma il consenso ricevuto è sensibilmente diminuito. Rispetto al 75% ottenuto alle precedenti elezioni, stavolta si è fermato al 57%. Questo calo riflette il malcontento generato da problemi strutturali che affliggono il paese: disoccupazione crescente, disuguaglianze economiche, corruzione e violenza. Nonostante sia uno dei principali esportatori mondiali di uranio e diamanti, le ricchezze prodotte sono distribuite solo a una piccola parte della popolazione. Inoltre, il paese combatte con un’elevata incidenza di AIDS, che ha abbassato l’aspettativa di vita media a 40 anni nell’ultimo decennio.
La nuova leader, Netumbo Nandi-Ndaitwah, si trova ora ad affrontare numerose sfide. Durante la sua campagna elettorale ha promesso di ridurre la disoccupazione al 20%, grazie a un progetto di sviluppo legato alla recente riforma sul salario minimo. Tuttavia, i risultati di queste iniziative non sono ancora tangibili.
La storia dello Swapo
Lo Swapo, acronimo di South West Africa People’s Organization, è stato fondato il 19 aprile 1960 a New York, durante un summit delle Nazioni Unite. L’organizzazione, inizialmente composta in gran parte da membri delle regioni settentrionali della Namibia, nacque per opporsi all’occupazione sudafricana. Dopo la Prima guerra mondiale, infatti, il Sudafrica aveva ottenuto un mandato internazionale per amministrare il territorio, instaurando un rigido regime di apartheid.
Lo Swapo si configurò fin dai primi anni come un movimento di resistenza armata. Nel 1966, in risposta all’intensificazione delle politiche di apartheid, l’organizzazione avviò una guerriglia contro il regime sudafricano. Il conflitto proseguì per decenni, fino al 1971, quando la Corte Internazionale di Giustizia dichiarò illegale l’occupazione del Sudafrica. Nel 1978, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adottò la Risoluzione 435, che prevedeva una graduale decolonizzazione della Namibia, con il ritiro delle truppe sudafricane e l’organizzazione di elezioni libere.
Solo nel 1988 la risoluzione entrò in vigore, portando all’indipendenza della Namibia nel 1990. Sam Nujoma, leader dello Swapo, divenne il primo presidente del paese.
Netumbo e il ruolo delle donne
Fin dagli anni della lotta indipendentista, Netumbo Nandi-Ndaitwah è stata una figura simbolica della resistenza namibiana. Dopo la vittoria elettorale, ha dichiarato: «La nazione namibiana ha votato per la pace e la stabilità», promettendo di mantenere saldi i principi di unità nazionale e progresso. La sua elezione rappresenta un momento di svolta non solo per la Namibia, ma per l’intero continente africano. Per la prima volta, due donne saranno contemporaneamente alla guida di nazioni africane: Netumbo Nandi-Ndaitwah in Namibia e Samia Suluhu Hassan in Tanzania.
Il ruolo delle donne in Namibia è cambiato significativamente nel corso degli anni. Fino al 1990, le donne non avevano diritto di voto né accesso all’istruzione superiore. Tuttavia, l’articolo 23 della Costituzione post-indipendenza ha riconosciuto la necessità di porre rimedio alle discriminazioni storiche. Oggi, le donne rappresentano il 64% degli studenti universitari e il 20% dei rappresentanti politici. Prima di Netumbo Nandi-Ndaitwah, un traguardo importante era stato raggiunto da Saara Kuugongelwa-Amadhila, prima ministra in carica dal 2015.
In un’epoca in cui il ruolo della donna è al centro di dibattiti globali, storie come quella di Netumbo Nandi-Ndaitwah offrono speranza e fiducia nel cambiamento. La sua leadership non è solo un’opportunità per trasformare la Namibia, ma un simbolo del progresso possibile per tutto il continente africano. Netumbo Nandi-Ndaitwah incarna il futuro, lavorando per costruire una società più equa e inclusiva per le generazioni a venire.
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