L’Arte come Techné, intesa come processo che richiede tempo, consapevolezza, sforzo e che si snoda attraverso vari passaggi, in modo non dissimile dal processo alchemico che sottopone la materia a tre diversi stadi di lavorazione e spiritualizzazione: Nigredo, Albedo e Rubedo. Ecco il nucleo tematico condiviso dai due artisti protagonisti di due personali a pochi metri di distanza.
Fino all’8 novembre, infatti, sarà possibile visitare, presso il Museo Civico di Castelbuono (PA) le due mostre personali di Seb Patane (Catania, 1970) e Luca Trevisani (Verona, 1979). La prima, dal titolo As unreal as everything else è ospitata presso le ex scuderie del Castello, il progetto di Trevisani, invece, trova spazio nella sala San Giorgio. Le mostre sono a cura di Laura Barreca e Valentina Bruschi.
Seb Patane presenta i video Book Club e Year of the com ma è l’opera dal titolo Absolute Korpenkontrolle quella che meglio esplicita il riferimento all’alchimia, vero e proprio leitmotiv delle due mostre. L’artista catanese ha scelto di esporre un’immagine fotografica d’epoca stampata su tela in cui campeggia l’immagine del K2. Ai piedi della montagna è possibile scorgere un gruppo di scalatori. La presenza, tra questi ultimi, del grande occultista Aleister Crowley svela la metafora: il K2 non è solo una cima innevata bensì il culmine e il punto d’arrivo di un processo filosofico ed esoterico di purificazione. Ci si potrebbe chiedere: perché Patane sceglie di esporre questo lavoro proprio in Sicilia? Forse perché è nell’isola e precisamente a Cefalù che Crowley fondò la sua famosa Abbazia di Thélema.
Quella di ispirarsi a “luoghi enigmatici”della Sicilia è una scelta condivisa anche dall’altro artista in mostra: Luca Trevisani, infatti, riattraversa la lunga storia dell’Hotel delle Palme di Palermo. Un altro luogo pieno di misteri (forse più “inconfessabili” di quelli dell’Abbazia di Crowley), in cui transitarono Pierre-Auguste Renoir e Richard Wagner e dove si tolse la vita, nel 1933, Raymond Roussel, fondatore della Patafisica e scrittore molto amato dai Surrealisti. Raccogliendo il testimone dell’autore francese, Trevisani realizza delle sculture basate sul risultato, coloratissimo e sorprendente, del processo di essiccazione a cui sottopone dei cactus. Il procedimento (che nel “suo farsi” rimanda direttamente all’alchimia) comporta la formazione, sulle strutture fibrose del cactus, di una miriade di cristalli di rame. Luca Trevisani, con delicatezza poetica e a partire da un uso geniale dei materiali, affronta l’insondabile mistero del ciclo vita-morte-rinascita, indagando lo statuto più profondo dell’Arte intesa, alla maniera dannunziana, come vera e propria «metafisica pratica».
La mostra è visitabile fino all’8 Novembre presso il Museo Civico di Castelbuono – Castello dei Ventimiglia. Per info: 0921 671211 / museocivico@comune.castelbuono.pa.it
Immagine in copertina: https://commons.wikimedia.org
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