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“Non c’è mondo fuori le mura
di Verona”: un tour nella città
shakespeariana, tra mito e realtà

13 minuti di lettura

«There is no world without Verona walls,
But purgatory, torture, hell itself.
Hence-banished is banish’d from the world,
And world’s exile is death […]»

(Non c’è mondo per me aldilà delle mura di Verona:
c’è solo purgatorio, c’è tortura, lo stesso inferno;
bandito da qui, è come fossi bandito dal mondo;
e l’esilio dal mondo vuol dir morte)

William Shakespeare, Romeo a Giulietta.

Le parole che Romeo pronuncia nel momento dell’esilio dalla sua città sono impresse in una targa, accanto al busto del poeta e drammaturgo inglese loro autore, visibile sulla porta che da Piazza Brà conduce all’inizio di Corso Porta Nuova, che, effettivamente, altro non è che la strada che permette di andare all’esterno della città verso la campagna.

Targa con citazione da Romeo e Giulietta e Busto di W. Shakespeare sui Portoni della Brà, Verona. Fonte: http://www.dismappa.it/
Targa con citazione da Romeo e Giulietta e Busto di W. Shakespeare sui Portoni della Brà, Verona.
Fonte: http://www.dismappa.it/

Romeo e Giulietta è una delle opere drammaturgiche più conosciute in assoluto: ha ispirato numerose opere, film, quadri. Essa è riuscita a permeare l’immaginario collettivo al punto da divenire l’archetipo della forza dell’amore e, contemporaneamente, della sua tragicità. I personaggi sono conosciuti in tutto il mondo, affascinano, coinvolgono e divengono modelli d’ispirazione per storie d’amore contrastato. La fama della vicenda non si è limitata a rendere immortali i suoi protagonisti, ma ha consacrato ai posteri anche il luogo in cui essa si svolge, Verona, come città dell’amore. La storia di Romeo e Giulietta ed i suoi luoghi paiono spesso far dimenticare, o passare in secondo piano, che si tratta di una vicenda fantastica e romanzesca e spingono migliaia di turisti, mossi da romanticismo, curiosità e, forse, desiderio di concretizzare qualcosa che appare così lontano ma sempre così attuale, a visitare quegli edifici che sono stati identificati come i Luoghi shakespeariani di Romeo e Giulietta. La storia dei due innamorati delle famiglie rivali dei Montecchi e dei Capuleti è, certamente, una leggenda, ma possiede anche un fondo di verità storica che emerge anche attraverso l’analisi degli edifici medioevali della città.

I Capuleti, o meglio i Cappelletti, sono una famiglia di origine incerta il cui simbolo, come si evince dal nome, è un elmo: questo fa pensare che forse essi fossero giunti in Italia come soldati mercenari. Siamo sicuri che questa famiglia sia conosciuta al tempo di Dante Alighieri, che li cita, proprio a fianco dei Montecchi, in un celebre passo della Commedia:

«Vieni a veder Montecchi e Cappelletti
Monaldi e Filippeschi, uom senza cura
color già tristi, e questi con sospetti».

Purgatorio VI, vv.106-108

Sicuramente, dalla citazione dantesca si può pensare che siano realmente esistite delle tensioni tra le due famiglie, forse da collegare alle lotte di fazione tipiche dell’Italia trecentesca; infatti, i Montecchi, famiglia la cui presenza è storicamente attestata e certa a Verona, erano una delle più importanti famiglie ghibelline del veronese. Si potrebbe pensare, quindi, che i Cappelletti appartenessero invece alla fazione guelfa. La presenza dei Cappelletti a Verona nel 1300 si fa risalire all’edificio che oggi è conosciuto come La casa di Giulietta, da cui può partire il tour della Verona shakesperiana.

La Casa di Giulietta si trova in Via Cappello, la via che segue l’antico cardo maximus romano, ed è un’antica casa-torre medioevale, la cui porta d’ingresso risale al XIII secolo. L’identificazione con la famiglia dei Cappelletti/Capuleti è avvenuta a partire dell’emblema della famiglia scolpito sulla pietra di volta nell’arco del portico, attraverso cui si accede al cortile interno. Questo ha fatto sì che attorno all’edificio si sviluppasse un sentimento di folklore che lo ha designato come la casa dell’eroina shakespeariana.

Stemma dei Cappelletti nella casa di Giulietta Fonte: http://www.veronissima.com
Stemma dei Cappelletti nella casa di Giulietta, Verona
Fonte: http://www.veronissima.com

Nel cortile interno della casa colpisce subito la visione di un balcone, ribattezzato come il balcone di Giulietta, luogo della più famosa scena romantica non solo della tragedia di Shakespeare, ma dell’immaginario collettivo.

Balcone GIulietta
Balcone di Giulietta, Verona Foto: Giulia Nicoli ©

In forza dell’attrazione turistica che la leggenda ha suscitato verso questo luogo, l’edificio è stato ristrutturato da Antonio Avena, direttore dei Musei Civici, nei primi decenni del Novecento. I restauri hanno voluto evidenziare i tratti medioevali dell’edificio ed hanno portato alla luce il muro in mattoni e tufo tipico di fine ‘200. Cornici in stile gotico veneziano e altri elementi decorativi completano l’aspetto medievale. Il balcone stesso è in realtà un antico sarcofago scaligero, risultato dell’accorpamento di resti marmorei del XIV secolo, inserito nel contesto dell’edificio dai lavori di ristrutturazione e pare che, per esso, Avena si sia ispirato al celebre dipinto L’ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo, di Francesco Hayez. Per quanto riguarda l’interno nelle sale si può trovare una collezione di incisioni d’epoca che hanno per soggetto la storia dei due amanti di Verona, un letto e due costumi utilizzati per la realizzazione del film Giulietta e Romeo di Franco Zeffirelli.

Letto di Giulietta, utilizzato per il film di Zeffirelli ora all'interno della Casa di Giulietta, Verona Fonte: http://www.veronissima.com
Letto di Giulietta, utilizzato per il film di Zeffirelli ora all’interno della Casa di Giulietta, Verona
Fonte: http://www.veronissima.com

Nel cortile interno, infine, è stata posta una statua bronzea di Giulietta, scolpita nel 1969 da Nereo Costantini, che raffigura la giovane con un aspetto snello e slanciato, con un atteggiamento pudico e quasi malinconico, seppur elegante e regale. La statua originale è stata sostituita nel 2014 con una copia, poichè lo stato di conservazione dell’originale era minato da decenni di contatti dei turisti e dei visitatori con la superficie in bronzo, specie per il rito beneaugurante di toccare il seno destro di Giulietta.

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Statua di Giulietta, cortile della Casa di Giulietta, Verona Foto: Giulia Nicoli ©

Tra mito e realtà storica il luogo mantiene comunque un’atmosfera estremamente suggestiva ed è divenuto ormai da decenni meta turistica per tutti gli innamorati. Una nota dolente è il vandalismo che a volte accompagna tali pellegrinaggi, che porta i turisti a deturpare le pareti d’accesso al cortile interno con scritte, incisioni o bigliettini incollati con mezzi più o meno ortodossi (talvolta la gomma da masticare) recanti i nomi degli innamorati visitatori. Se da un lato questo può essere visto come un rito propiziatorio per la coppia ed ormai parte integrante del paesaggio e dell’atmosfera del sito, dall’altro rovina l’edificio rendendo l’ingresso assai fatiscente.

Parete d'ingresso alla casa di Giulietta, Verona Foto: Giulia Nicoli ©
Parete d’ingresso alla casa di Giulietta, Verona
Foto: Giulia Nicoli ©

Oltre alla casa un altro luogo legato alla leggenda dei due amanti è la Tomba di Giulietta, situata nell’ex convento dei frati cappuccini del XIII secolo. Il convento si trova al di fuori della cinta muraria della città, dove in effetti anche Romeo, esiliato, avrebbe potuto avere accesso. La tomba è un sarcofago vuoto di marmo rosso. Inizialmente essa si trovava all’esterno, nell’orto del convento, ma nonostante l’incuria fu omaggiata da numerosi personaggi illustri che passarono da Verona, tra cui George Byron, per cui «il sarcofago di Giulietta, semplice, aperto, con foglie appassite intorno, nel vasto e desolato giardino di un convento, è triste come fu triste il suo amore» e anche dalla principessa Maria Luisa d’Austria che si fece realizzare alcuni gioielli con dei frammenti di pietra presi dal sarcofago. Il romanziere inglese Charles Dickens, durante una visita al sacello lo definì come “un abbeveratoio” e fu molto infastidito dal quel suo giacere abbandonato in un orto. Sempre grazie all’opera di musealizzazione dei beni culturali veronesi ad opera di Avena la tomba venne spostata nella locazione attuale, all’interno della cripta del convento.

Tomba di Giulietta, Verona Fonte: http://www.verona.net/
Tomba di Giulietta, Verona
Fonte: http://www.verona.net/

Un ultimo sguardo può essere dato alla casa di Romeo che si trova in un vicolo appartato del centro storico di Verona, non lontana dalle Arche Scaligere. Si tratta di un rustico castello in mattoni appartenuto alla famiglia dei Montecchi – e per questo attribuito a Romeo –  su cui spicca la tipica merlatura ghibellina a coda di rondine. Attualmente il palazzo è di proprietà privata, tuttavia si può vedere dall’esterno e rivivere  quell’epoca.

Casa di Romeo, u cui spicca la tipica merlatura ghibellina a coda di rondine, Verona fonte: www.tripadvisor.it
Casa di Romeo, in cui spicca la tipica merlatura ghibellina a coda di rondine, Verona
fonte: www.tripadvisor.it

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Una curiosità: non lontano da Verona, in provincia di Vicenza, si incontra il paese di Montecchio Maggiore, dove si possono ammirare due rocche scaligere opposte, il castello della Villa e il castello di Bellaguardia, che pare ispirarono per la storia degli amanti travagliati proprio Da Porto, uno dei padri della leggenda. Sia per il fatto che il paese sembrerebbe prendere il nome proprio dalla famiglia dei Montecchi, sia per la posizione delle rocche, che paiono quasi guardarsi sfidandosi, il sito risulta estremamente suggestivo e i due castelli sono stati ribattezzati, rispettavimanete, come castello di Romeo e di Giulietta. Il paese è teatro di una rievocazione storica chiamata prima Faida e poi Montecchio Medievale, in cui si fa rivivere la storica disfida tra le casate dei Montecchi e dei Capuleti e si assapora il gusto e i colori di un borgo tardo quattrocentesco.

Per informazioni sulla rievocazione clicca qui

Costanza Motta

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Costanza Motta

Laureata triennale in Lettere (classiche), ora frequento un corso di laurea magistrale dal nome lungo e pretenzioso, riassumibile nel vecchio (e molto più fascinoso) "Lettere antiche".
Amo profondamente i libri, le storie, le favole e i miti. La mia più grande passione è il teatro ed infatti nella mia prossima vita sono sicura che mi dedicherò alla carriera da attrice. Per ora mi accontento di scrivere e comunicare in questo modo il mio desiderio di fare della fantasia e della bellezza da un lato, della cultura e della critica dall'altro, gli strumenti per cercare di costruire un'idea di mondo sempre migliore.

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