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«Oltre lo sguardo»: gli scatti di Steve McCurry arrivano a Monza

Dal 30 ottobre 2014 al 6 aprile 2015, la suggestiva location della Villa Reale di Monza ospita la mostra Oltre lo sguardo. Un incontro tra lo sguardo dello spettatore e la visione del reporter americano.

5 minuti di lettura

Steve McCurry, uno dei fotoreporter più celebri del nostro tempo, «bussa» a casa nostra: dal 30 ottobre 2014 al 6 aprile 2015, infatti, la suggestiva location della Villa Reale di Monza ospita la mostra Oltre lo sguardo, che ripercorre attraverso i suoi scatti la vicenda personale e professionale di una delle voci più iconiche della fotografia contemporanea.

Oltre lo sguardo

L’esposizione del reporter americano è stata curata da Biba Giacchetti, amica di McCurry che lo ha accompagnato in numerosi viaggi e l’ha aiutato nell’allestimento di altre mostre, e da Peter Bottazzi, che è riuscito appieno, grazie al particolare allestimento, nell’intento di far andare lo sguardo dello spettatore «al di là», oltre agli scatti-icona, per addentrarsi sempre di più nel mondo (o meglio: nei mondi)  catturati dall’obiettivo di McCurry. Ed è proprio nel gioco di prospettive creato dalle particolari installazioni dei corridoi, nella penombra delle stanze laterali che risplendono della luce intrinseca agli scatti, nelle strutture poste al centro delle sale, che costringono lo spettatore a girare in tondo, scoprendo sempre nuovi scatti, che avviene l’incontro tra lo sguardo dello spettatore, del soggetto e di McCurry stesso.

Infatti, non si sarebbe potuto pensare ad un titolo più azzeccato: chi non ha in mente il famosissimo scatto che ritrae Sharbat Gula, la ragazza afghana dagli occhi verdi, comparsa sulla copertina del National Gepgraphic nel giugno ’85? 

Oltre lo sguardo

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Sono sicuramente gli sguardi dei soggetti degli scatti, perlopiù ritratti, a farla da padrone, arrivando dritti al cuore dello spettatore e al contempo «penetrandosi» a vicenda agevolati dall’allestimento; tutti diversi, eppure così simili, in quanto tutti figli dello stesso «occhio fotografico». 

La mostra vuole inoltre essere il racconto d’avventura della vita di un uomo che, a partire da un giornale locale di Philadelphia, è stato presente con la sua macchina fotografica agli avvenimenti che hanno fatto la storia recente: è McCurry in persona a spiegare, tramite i filmati trasmessi in loop nelle varie sale, la sua tecnica, ma anche la sua voglia di condividere la vicinanza col dramma e con la guerra  da un lato, dall’altro con la gioia e con la sorpresa.

Attraverso le Steve’s Maxims, le massime del fotografo che compaiono in sovrimpressione sullo schermo, ci si rende conto di essere di fronte ad una fotografia che nasce anzitutto da una grande passione, da una totale apertura verso l’altro, da una profonda fiducia reciproca che negli anni ha legato McCurry con svariate persone incontrate lungo il suo cammino in giro per il mondo. Con questa mostra McCurry si confida con il visitatore, che capisce il suo modo di conquistare la fiducia delle persone che fotografa perché, come dice lui stesso: «Ho imparato ad essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te».
Cosa che, alla fine, è un po’ quello che viene richiesto allo spettatore: di essere paziente, di stare a guardare con attenzione, di dialogare con lo scatto, di guardarlo sotto più punti di vista, di vedere come gioca con la luce e come si rapporta agli scatti vicini. 

Oltre lo sguardo
Beggar Girl, Bombay, India, 1993

In definitiva, Oltre lo sguardo è un «fermo immagine» toccante e ben strutturato del lavoro di McCurry, che si sviluppa a partire dai suoi lavori più recenti (ne è un esempio il calendario Lavazza, realizzato insieme con Slow Food)e arriva agli scatti realizzati durante i primi viaggi, per un totale di 150 opere, magistralmente collocate negli ambienti di Villa Reale, peraltro recentemente ristrutturata. 

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Giulia Malighetti

23 anni, laureata a pieni voti in Lettere Classiche alla Statale di Milano, amante della grecità antica e moderna spera, un giorno, di poter coronare il suo sogno e di vivere in terra ellenica.

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