PALMYRA (SY) – Una notizia sconvolgente, per gli amanti dei beni culturali e non solo, quella resa nota dal DGAM – Directorate-General of Antiquities & Museums, la Soprintendenza siriana guidata da Maamoun Abdulkarim, l'”archeologo triste”: stante quanto riferito al DGAM da alcuni testimoni oculari, infatti, nella giornata di ieri, 4 ottobre, l’Isis avrebbe distrutto l’Arco di Trionfo di Palmyra, il sito archeologico da alcuni mesi caduto nelle mani del califfato.
«Questa nuova distruzione arriva dopo la conferma del posizionamento, da parte dell’Isis, di esplosivi intorno a diversi monumenti storici della città», sostiene il DGAM, «alcuni dei quali è certo siano stati distrutti, come il Tempio di Baal Shamin, il Santuario del Tempio di Bel e 6 tombe a torre». La costruzione dell’arco risale al periodo compreso fra il 193 e il 211 d.C. ad opera dell’imperatore romano Settimio Severo e costituisce una soluzione architettonica urbana unica per connettere il Colonnato e il cortile che conduce al (fu) Tempio di Bel, tramite due cancelli ruotati di 30 gradi. La città di Palmyra è stata dichiarata patrimonio Unesco nel 1980 e proprio l’agenzia delle Nazioni Unite ha definito il fatto come «un crimine di guerra volto a distruggere un simbolo del variegato panorama culturale della Siria».
«Ogni giorno che passa», conclude il DGAM, «siamo sempre più preoccupati per l’invasione dell’Isis e dei suoi militanti terroristi in questa città di grande rilevanza storica. Palmyra è dalla parte della tolleranza e del multiculturalismo, proprio quelle cose che l’Isis odia».
M.C.