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I Castellers: corpi a contatto

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Il Castell è una torre umana costruita in Catalogna da Colles castellers, associazioni composte da centinaia di persone di entrambi i sessi e tutte le età, fortemente radicate nella propria cittadina o nel proprio quartiere, che si cimentano durante la stagione castelliera in spettacolari esibizioni con l’obiettivo di erigere (carregar) e in seguito smontare ordinatamente (descarregar) costruzioni della maggiore complessità possibile, che possono arrivare ad altezze di nove-dieci piani. Si considerano castells le costruzioni con almeno 6 livelli. 

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Foto di Stefano Fristachi © per Frammenti Rivista
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Foto di Stefano Fristachi © per Frammenti Rivista
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Foto di Stefano Fristachi © per Frammenti Rivista
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Foto di Stefano Fristachi © per Frammenti Rivista

Il fet castellers, com’è detto in catalano tutto ciò che riguarda questa pratica, fonda le sue radici nel secolo XVII sviluppandosi inizialmente nel Penedès e nella comarca di Tarragona nel secolo seguente per estendersi poi nel secolo XX, in particolare dagli anni 1980, in tutta la Catalogna, fino ad arrivare ai territori della Catalunya Nord e all’isola di Maiorca. Il 16 novembre del 2010 els castells sono stati riconosciuti dall’Unesco come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

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Foto di Stefano Fristachi © per Frammenti Rivista

Nato come esibizione folcloristica in occasione di feste religiose, nonostante la contrarietà di molti puristi, negli ultimi tempi ha preso le sembianze di una sorta di vera e propria competizione. Le varie squadre, ognuna vestita con i propri colori sociali, si sfidano nelle diades castelleres (esibizioni castelliere), usualmente con 3 o 4 colle partecipanti, con regole codificate e sotto il controllo di giudici aggiudicandosi per ogni esibizione un determinato punteggio che servirà a stilare una classifica generale che premia ogni anno la migliore formazione. Forza, equilibrio, coraggio e qualità intellettive, sono queste le qualità necessarie per la costruzione di una torre stabile e vincente. Per stabilire un Contatto.

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Foto di Stefano Fristachi © per Frammenti Rivista
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Foto di Stefano Fristachi © per Frammenti Rivista
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Stefano Fristachi. Vivo a Barcellona da oltre dieci anni, e come ad annunciare la fine della stagione estiva, ogni anno vedo sorgere oltre il balcone di casa delle torri umane da sotto la strada. Nel quartiere del Poble-sec come nel resto della città, durante la ricorrenza più importante della tradizione catalana, la domenica più vicina al Dia de la Mercè, patrona della città (24 settembre), si svolgono diversi spettacoli tra i quali il sorgere dei Los Castells (castelli), che sono queste emblematiche torri umane formate per i Castellers, che sono coloro che le costruiscono con i loro corpi. Sono quindi sceso in strada con la mia Fujifilm per capire meglio come si formassero, o meglio su cosa poggiassero questi pilari costituiti da persone. La risposta e’ stata molto semplice, tutto si mantiene sul contatto, contatto umano di corpi annodati, Los Castellers appunto. La estetica ravvicinata delle immagini, come suggerisce il titolo della serie, vuole richiamare al contatto fisico che si manifesta in tale circostanza, rimarcando il concetto con il riferimento ai provini fotografici o immagini a contatto così detti, come fossero immagini generate anche’ esse da un contatto diretto e participativo. Immerso tra le arrampicate di braccia e piedi scalzi non può passare inosservato anche il contatto, la connessione o ancor meglio la compenetrazione fisco intellettuale con la tradizione, la partecipazione estasiata, la complicità socializzante che ne costituisce la componente fondante.

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Redazione

Frammenti Rivista nasce nel 2017 come prodotto dell'associazione culturale "Il fascino degli intellettuali” con il proposito di ricucire i frammenti in cui è scissa la società d'oggi, priva di certezze e punti di riferimento. Quello di Frammenti Rivista è uno sguardo personale su un orizzonte comune, che vede nella cultura lo strumento privilegiato di emancipazione politica, sociale e intellettuale, tanto collettiva quanto individuale, nel tentativo di costruire un puzzle coerente del mondo attraverso una riflessione culturale che è fondamentalmente critica.