Vengono resituite al pubblico da domani al 20 settembre, sette grandi sculture legate al contesto della fonte di Giuturna (Lacus Iuturniae), una delle più importanti dell’antichità le cui acque erano considerate salutari. Sarà anche l’occasione per la riapertura al pubblico del Tempio di Romolo al Foro Romano, restaurato nel 2000 (con un intervento che ripristinò l’antica volumetria con la demolizione della volta barocca), che ha subito ulteriori interventi alle pitture murarie (risalenti al medioevo). L’edificio ospiterà l’allestimento, promosso dalla sovrintendenza speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, guidata da Francesco Prosperetti, in collaborazione con Electa.
L’esposizione riunisce le opere legate al mito dei Dioscuri e si avvale della supervisione scientifica dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte. Il gruppo scultoreo dei due divini fratelli con i rispettivi cavalli e l’ara, che sui quattro fronti riporta immagini legate alla loro leggenda, è esposto insieme ad una ieratica statua di Apollo e al puteale in marmo bianco del pozzo della sorgente, dedicato a Giuturna. Il gruppo dei Dioscuri venne trovato in pezzi nella vasca della Fonte di Giuturna e in seguito ricomposto, come è evidente dall’attuale stato di conservazione, al punto da ipotizzare che le statue fossero state intenzionalmente colpite. La mostra ha offerto l’occasione di restaurare le opere e riparare le lacune con malte che favoriscono la lettura delle parti originali.
Il gruppo in stile arcaico è databile tra la fine del II a.C. sec. e l’inizio del I sec. a.C. L’area archeologica da cui provengono le preziose sculture, è a poca distanza dal Tempio di Romolo e il punto dove sorgeva la fonte è facilmente identificabile.
A.M.G.