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Shrovetide: Boris Kustodiev e la Russia folk

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Shrovetide fu realizzato nel 1916 da Boris Kustodiev, oggi è conservato presso il museo russo Tretyakov di Mosca. Il dipinto è realizzato con olio su tela e fa parte di quel filone tipico di Kustodiev dedicato alla rappresentazione delle tradizioni folk della vita in Russia a cavallo tra il XIX° secolo e il XX° secolo.

Il quadro e lo stile

Il suo stile si distingue per l’uso di colori vivaci, decorazioni e una semplice interpretazione della forme attraverso linee sinuose, precise e pulite. Quest’opera cattura il momento dell’arrivo nella cittadina di Shrovetide durante il festoso giorno del martedì grasso, giorno importante del carnevale russo.

L’artista

Boris Kustodiev (1878-1927) fu un pittore di genere, illustratore di libri e grande esperto del ritratto psicologico. In Russia gli è riconosciuto il grande impegno per la creazione di una nuova cultura socialista prettamente basata sulla Russia folk dei piccoli villaggi.

Le sue opere più famose sono dei dipinti che si distinguono per i loro colori accesi e gioiosi, con tema la vita quotidiana delle persone comuni della Russia. Il suo principale tentativo era quello di trasmettere lo spirito russo attraverso la sua bellezza e la sua forza, rappresentando la quotidianità della Russia tra questi due poli. I suoi soggetti appartengono per lo più all’area del Volga e alla campagna circostante, luoghi che da lui ben conosciuti e tanto amati nella sua infanzia e nella sua adolescenza.

Nonostante le difficoltà finanziarie della famiglia, sua madre fece l’impossibile per farlo studiare presso un artista locale. Una volta laureatosi in teologia (1896), Kustodiev riuscì ad entrare presso l’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo. In seguito proseguì i suoi studi anche nello studio del famoso pittore Il’ja Efimovič Repin, che ne riconobbe il grande talento. Nel 1909 ricevette l’onorevole titolo di accademico dell’arte.  Poco tempo dopo fu costretto a lasciare la sua amata Russia per andare in una clinica in Svizzera per il trattamento della sua tubercolosi. Una volta rientrato in Russia la sua malattia peggiora progressivamente di anno in anno, ma questo dolore non è presente nelle sue opere, che rimangono sempre gioiose e piene di colori.

Il Bolscevico (1920)

 

Silvia Gastaldo

Studentessa di storia, laureata in Management per i beni culturali e con un master in visual merchandising. Viaggi, libri, arte, cinema e moda sono le mie grandi passioni.
Sono sempre alla ricerca di nuove fonti d'ispirazione nel panorama artistico contemporaneo, spinta da un'inarrestabile curiosità.

Vivo tra Parigi e Venezia, e il mio cuore si divide tra una corsa in metro e un tramonto sulla laguna.

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