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Il fuoco delle streghe: tra eros e tradizione

Stile libero dalla newsletter n. 35 - gennaio 2024

2 minuti di lettura

Nel giorno dell’Epifania, il fuoco epura la dimensione dei vivi dalla presenza di entità nocive: le sue faville parlano, per chi ne sa interpretare il linguaggio arcano, la direzione e il crepitio. Svelano il futuro. La Befana, che interpreta lo spirito della grande antenata, si è manifestata ai vivi nella veste di benefica donatrice: ha visitato i focolai domestici, rivelando il suo antico legame con l’elemento fuoco, e nell’elemento fuoco prende commiato, dissolvendosi insieme ai residui dell’anno trascorso.

Per Virtù d’erbe e d’incanti. La medicina delle streghe, Erika Maderna, Aboca Edizioni, 2023

Ogni 6 gennaio siamo abituati a bruciare l’effige di una vecchia, spesso con tanto di scopa, simbolo dell’anno trascorso e del nuovo che è appena arrivato. La befana che bruciamo oggi è un po’ la strega di ieri benefica o malefica che fosse. Se nell’antichità la donna-stria poteva essere una figura positiva, sapiente nella sua arte medica capace di curare gli abitanti dei villaggi grazie alla sua conoscenza di erbe e piante, nel medioevo questo suo sapere viene visto come qualcosa di totalmente malefico. Ma la natura perfida delle streghe ha origini più antiche. Basti pensare alle Satire di Orazio in cui l’autore ci parla di Canidia, una crudelissima strega che, tra le altre cose, insieme alle sue sorelle seppellisce bambini ancora vivi per i suoi incantesimi. E non incantesimi qualunque, bensì filtri d’amore:   

[...] qui seppelliranno il fanciullo
con il solo capo che affiora come chi nuota
che fuori dall’acqua ha solo il mento
perché davanti a cibi sempre nuovi e freschi
muoia lentamente,
con il midollo estratto e il fegato rinsecchito
si farà un filtro d’amore,
quando le sue pupille sbarrate
sul cibo vietato si saranno spente.

Quello che più spaventava era infatti il potere seduttivo della strega capace di render folli gli uomini. E proprio la natura malevolmente erotica di queste donne portò un’intera categoria di medichesse ad essere perseguitate e bruciate sul rogo. Sarà Tertulliano a diffondere un odio incontrastato per le donne viste come tentatrici e viziose: la femmina era diaboli ianua, porta del demonio. Un vero e proprio antifemminista del passato che trovò una folta schiera di seguaci.

Ma perché tanta crudeltà nei confronti di donne il cui sapere poteva salvare molte vite? La relazione tra medicina popolare e magia era ormai intrecciata e niente poteva arrestare la paura dilagante di sabba e incantesimi demoniaci. Levatrici, donne sapienti nell’uso delle erbe medicinali come la salvia, l’iperico, la camomilla, la malva e molte altre, avrebbero benissimo potuto ri…

Azzurra Bergamo

Classe 1991. Copywriter freelance e apprendista profumiera. Naturalizzata veronese, sogna un mondo dove la percentuale dei lettori tocchi il 99%.

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