La prima giornata del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia è sommersa dalla pioggia. Eppure, dopo due anni d’interruzione, nessuno si lascia scoraggiare. Così è stato anche per il numeroso pubblico accorso ad ascoltare le parole di Cecilia Sala, inviata podcaster per Chora Media, e di Francesca Milano, Head of Chora Live, per il panel «La forza del Daily».
Chora Media: un nuovo modo di raccontare
Chora Media è una nuova podcast company italiana, fondata nel 2020 da Guido Brera, Mario Gianani, Roberto Zanco e Mario Calabresi, che la dirige. L’idea alla base del progetto è parlare del presente attraverso il primo strumento che ci permette di raccontare una storia: la voce.
«L’udito è il senso più intimo che possediamo», suggerisce Francesca Milano durante la conferenza, ed è per questo che un podcast riesce a fidelizzare il suo pubblico. La voce umana è in grado di generare un rapporto diretto con l’ascoltatore, più di qualsiasi altro mezzo di comunicazione. Un virgolettato su carta non ha la stessa carica emotiva che una frase pronunciata. In più, il podcast si propone come un «appuntamento» a portata di mano costruito in base alle necessità e alle curiosità del pubblico. Il team di Chora, nella sua crescente selezione di podcasts, offre agli ascoltatori una narrativa autentica, attenta alle sfumature e con una prospettiva sempre più ricca del mondo.
«Stories»: il particolare che ci racconta il presente
Il podcast di Cecilia Sala per Chora si chiama «Stories». Si tratta di un breve appuntamento in cui ogni giorno viene raccontata una storia dal mondo. È una nuova narrazione degli Esteri, lontana dalla genericità e dalla diplomazia formale: è una prospettiva che si sofferma sul particolare, più che sul quadro in sé. Il presente è ricostruito a partire dalla storia personale, dall’esperienza di vita, che giunge all’ascoltatore direttamente da una voce.
Secondo Cecilia Sala, questa nuova forma di narrazione annulla la tradizionale distanza mediatica del giornalismo televisivo o cartaceo. La registrazione di un audio lascia spazio alla naturalezza, azzerando la soggezione generata da una ripresa di una videocamera. Le persone di fronte ad un obbiettivo tendono ad essere più «impostate» e rinunciano, anche inconsapevolmente, alla propria spontaneità. Ed è così che si rischia di perdere l’autenticità di una storia.
La forza del suono della narrazione
Francesca Milano paragona «Stories» alla funzione street view di Google Maps, un servizio che da anni ci permette di esplorare il mondo da qualsiasi dispositivo mobile. «La mappa dall’alto non è sufficiente (…) Abbiamo bisogno di calarci dentro la realtà, di stare a livello della strada e dell’uomo. Noi siamo fatti così. Siamo fatti di questa dimensione.»
Solo immergendosi dentro una storia, se ne percepisce la reale potenza. La guerra in Ucraina raccontata dalla voce di un nipote alla ricerca del nonno disperso nei bombardamenti a Cernihiv o da quella di Vitaly Kim, governatore dell’oblast di Mykolaiv, scampato per pochi attimi ad un attentato, ha un impatto totalmente diverso.
La forza di «Stories» è radicata proprio nel suono della narrazione: la capacità di parlare all’ascoltatore per calarlo nell’esperienza del singolo e avvicinarlo, così, al contesto da cui si origina. Una voce vera ed autentica per capire ciò che ci sta attorno.
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Immagine in evidenza:
«La forza del Daily»: Cecilia Sala e Francesca Milano. A cura di: Ylenia Pepe. Fonte: Sito web del Festival Internazionale del Giornalismo.
