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Il Supplizio infinito: «l’Issione» di Jusepe de Ribera

Una metafora della condizione dell’essere umano, in balìa tanto dei propri istinti quanto del capriccio divino, condannato al supplizio della vita. È questo quello che Jusepe de Ribera vuole comunicarci con «Issione»

2 minuti di lettura
Jusepe de Ribera, "Issione", 1632, olio su tela, 301x227 cm, Museo del Prado
Jusepe de Ribera, “Issione”, 1632, olio su tela, 301×227 cm, Museo del Prado

Un satiro dall’espressione cattiva, terribile, in cui la ferocia trascolora nel sadismo, requisito essenziale per un aguzzino ante-litteram. Egli spinge una ruota, nascosta dall’ombra e per questo ancora più inquietante, a cui è legato un uomo, destinato a un martirio sempre uguale a sé stesso e potenzialmente infinito, proprio come il moto di una ruota.

L’opera Issione di Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto (Xàtiva, 17 febbraio 1591 – Napoli, 2 settembre 1652) si rifà a una storia narrata nelle Metamorfosi di Ovidio. Issione, re dei Lapiti, ebbe una relazione con Dia, figlia di Deioneo. Contrariamente ai patti, Issione non fece a Deioneo i doni che gli aveva promesso per le nozze, anzi lo uccise. Zeus in un primo momento lo perdonò. Issione, invitato ad un banchetto, cercò di concupire Era. Il padre degli déi, accortosene, gli inviò una donna che aveva creato con le sembianze di Era da una nuvola, chiamata Nefele. Issione cadde nella trappola e fu colto in flagrante nel tentativo di amplesso. Zeus lo consegnò allora ad Ermes (nella tela del Ribera, invece, il ruolo del torturatore è affidato a un Satiro) e il dio messaggero rapì il re e lo flagellò senza pietà. Poi lo legò ad una ruota di fuoco destinata a girare senza sosta nel cielo.

Diversi autori, tra i quali Jonathan Brown, sono intervenuti nel dibattito relativo alle modalità originali di fruizione del grande dipinto di Jusepe de Ribera. Essi hanno dimostrato che la tela va vista in verticale: solo così, infatti, la composizione appare bilanciata ed estremamente dinamica, con le posizioni delle figure che vanno a creare, a livello vettoriale, la forma di un cerchio.

A lungo si è pensato che l’opera in esame fosse stata realizzata dal pittore per Lucas Van Uffel. Il committente avrebbe poi restituito il quadro all’artista perché la moglie, impressionata dal dipinto, aveva concepito un figlio deforme. Così almeno raccontano Sandrart nel 1675 e Palomino nel 1724. Oggi si è invece certi che la serie di dipinti di cui faceva parte l’opera in esame sia andata completamente distrutta e che l’Issione e il Tizio di Ribera, conservato al Prado di Madrid, appartengano ad un’altra serie sul tema dei Dannati.

Il Ribera realizzò i dipinti rifacendosi al ciclo di analogo soggetto eseguito da Tiziano su commissione di Maria di Ungheria. I quattro dannati dell’iconografia seicentesca (Tizio, Issione, Tantalo e Sisifo), puniti a causa della loro Hybris e della loro empietà, furono sempre intesi come un grave ammonimento ai monarchi che fondavano il proprio potere sul diritto divino.

Al di là di quest’interpretazione allegorica, comune al tempo del Ribera, oggi l’opera può essere letta come una potente metafora della condizione dell’essere umano, in balìa tanto dei propri istinti quanto del capriccio divino, condannato a quel supplizio senza senso che è, leopardianamente, la vita, l’esistenza, lo stare al mondo.

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Giuseppe Alletto

Giuseppe Alletto (Palermo, 13 Ottobre 1990), pittore, vive e opera a Bagheria, in provincia di Palermo. Dopo aver conseguito la maturità classica con il massimo dei voti, frequenta il corso di Storia dell’Arte presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo.
Ha tenuto le prime due mostre personali nel Dicembre 2008 e nel Maggio 2010 presso la sede della Biblioteca Comunale di Bagheria “Palazzo Aragona-Cutò”.
Nel Gennaio del 2013 ha tenuto una mostra personale presso il Polo Didattico dell’Università degli Studi di Palermo.
Nell’Ottobre del 2014 si è svolta una sua mostra personale dal titolo “VOCI dell’OLTRE”
presso la galleria “XXS apertoalcontemporaneo” di Palermo, a cura di Salvo Ferlito.

Ha partecipato a mostre collettive presso la galleria La Spadarina di Piacenza, Palacongressi di Agrigento, galleria “Il Trittico”di Roma, galleria Am Art di Bruxelles, Mondadori Multicenter di Palermo, galerie “Le Patio” di Cannes, Università degli Studi di Catania, Cappella “De Sleutelbrug" di Bruges, galleria Villa Casaurro di Bagheria, Kunstlerforum di Bonn, galleria “A Sud arte contemporanea” di Realmonte , galleria “Il Nuovo Cenacolo” di Palermo, Basilica SS. Apostoli di Roma, Museo Cerio di Capri, Palazzo Butera di Bagheria, Villa Malfitano-Whitaker di Palermo, Castello della contessa Adelaide in Val di Susa in occasione del Valsusa Film Festival, Museo MIIT di Torino, galleria Thuillier di Parigi, galleria Bobez di Palermo, Museo Civico “G.Sciortino” di Monreale, Bellange Gallery di Stoccolma, Castello Chiaramontano di Racalmuto, Galleria “Katané” di Catania, Palazzo Stella di Genova.

E’ presente sul numero di Marzo 2010 della rivista “ARTE Mondadori” e sul volume “Tra Forma e Figura” curato da Paolo Levi. Ha pubblicato le sue opere sulla rivista bimestrale “Effetto Arte” e sulla rivista “Arte Shop Magazine”. E' stato in copertina nel primo numero della nuova rivista "OverArt".
Sue opere fanno parte del corredo iconografico di volumi di poesia e saggistica di diversi autori.
Si sono interessati alla sua attività testate giornalistiche come “Il Giornale di Sicilia”, “Balarm”, “La Sicilia” e emittenti televisive come “Tele One” e “RAI 3 Sicilia”.

E’il vincitore dell’edizione del 2012 del premio Satura, per la sezione giovani.
E’ Socio Onorario dell’Accademia Internazionale Vesuviana di Napoli.
Una sua opera è entrata a far parte della collezione della Fondazione “Thule Cultura” di Palermo, che ospita opere di artisti quali Accardi, Caruso, Guccione, Munari, Provino.

Scrive articoli su Cultura, Arte e Cinema per riviste e blogs come “Il Settimanale di Bagheria” (Bagheria), “Cinema Sperimentale” (Palermo), “D’Ars” (Milano),
Espoarte (Savona), “Art / Texts / Pics” (Milano), “RivistaSegno” (Pescara), “ArtsLife” (Milano), “Juliet Art Magazine” (Trieste), “Il Fascino degli intellettuali” (Milano), “LoboDiLattice” (Milano).
Nel Dicembre 2013 è stato tra i relatori, con un intervento sul rapporto tra pittura e letteratura, nell’ambito della presentazione del nuovo saggio di Marco Scalabrino sugli autori siciliani contemporanei, svoltasi presso la Biblioteca Fardelliana di Trapani.
E' in copertina nel numero di settembre 2012 della rivista "Arte Shop Magazine" e all'interno si trova un articolo redatto dall'artista stesso su alcuni temi relativi all’arte contemporanea.
Un suo breve saggio sui martirii e le esecuzioni capitali nella storia dell’Arte è stato inserito nel volume di prossima pubblicazione sul culto dei Decollati a Palermo e sulla pena di morte, a cura di Rita Cedrini e Marilena Volpes.

Si sono interessati alla sua opera pittorica, tra i tanti: Paolo Levi, Fiorenzo Carella, Piero Longo, Giovanni Lo Castro, Lia Ciatto, Salvo Ferlito, Alessandro Madonia, Salvatore Maurici, Franca Alaimo, Rita Pengo, Pippo Oddo, Francesco Mineo, Lina Maria Ugolini, Maria Patrizia Allotta, Enzo Buttitta, Marco Scalabrino, Maria Antonietta La Barbera, Alfonso Leto, Gianmario Lucini, Elio Giunta, Tommaso Romano, Arrigo Musti, Vito Mauro, Rossella Cerniglia, Salvatore Di Marco, Giuseppe Fumìa, Tommaso Serra, Nicola Romano, Riccardo Melotti, Ester Monachino, Gaetano Lo Manto, Maria Teresa Prestigiacomo, Flora Buttitta, Elisa Bergamino, Dante Cerilli .

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