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Surya Bonaly

Surya Bonaly: salto mortale sulla libertà

Un pattinaggio di protesta è quello di Surya Bonaly. La pattinatrice che osa denunciare le discriminazioni nello sport e che oggi è divenuta un simbolo d'eleganza e coraggio.

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4 minuti di lettura

Giochi Olimpici 1998, pattinaggio artistico su ghiaccio. Surya Bonaly sbaglia un triplo Salchow e perde ogni speranza di salire sul podio. Fumata l’occasione, decide di scolpirsi nella memoria, osando: esegue un salto mortale all’indietro, o flip all’indietro, proibito in gara. Per essere validi i salti vanno atterrati su un piede solo, il flip è troppo pericoloso e, da quei pochi che lo sanno fare, viene chiuso su due piedi. Surya Bonaly inserisce dietro un salto triplo, e lo atterra su un piede solo. Ha quindici anni, rappresenta la Francia ed è di colore, in uno sport in cui le campionesse sono quasi tutte bianche.

Surya Bonaly
Fonte: www.dailymail.co.uk

Biografia in pillole

A Nizza, il 15 dicembre 1973, nasce da una donna originaria di Riunione. A diciotto mesi viene adottata da una coppia di Nizza, e inizia da giovanissima a praticare ginnastica artistica a livello agonistico. Acrobazia e contorsionismo sono le carte vincenti del suo pattinaggio alternativo, a cui è avviata dalla madre adottiva, che ne resta a lungo l’allenatrice. È una delle poche donne in grado di eseguire il celebre back flip e l’unica, uomini compresi, ad atterrarlo su un piede solo.

Di sua introduzione è una complessa trottola che parte con un piegamento in basso che sale sulla caviglia libera, prosegue la rotazione mentre solleva la gamba e si chiude nella posizione della trottola Biellmann. È stata la prima donna ad aver mai provato un quadruplo toe-loop.

Surya Bonaly
Fonte: sportlandiamartina.wordpress.com

Un pattinaggio di protesta

Il suo pattinaggio è una denuncia: Surya Bonaly osa perché convinta che i giudici si ostinino ad attribuirle punteggi inferiori per il colore della sua pelle. Per scardinare i pregiudizi fa un atto emblematico, scardinando le stesse regole del gioco. Il salto triplo che era proibito perché da atterrare su due piedi, da Surya viene reso legale: dopo averlo chiuso su un piede solo la campionessa si gira in direzione della commissione, con uno sguardo eloquente, che dice tutto il peso del loro giudizio.

Il suo coraggio non vale la medaglia, il punteggio la penalizza di nuovo. Le Olimpiadi di Nagano chiudono la sua carriera con le competizioni. Si trasferisce negli Stati Uniti e passa al professionismo. È naturalizzata statunitense nel 2003, e oggi risiede a Las Vegas.

Surya Bonaly
Fonte: amyhedgecock.wordpress.com

Ad oggi

È stata campionessa di Francia ininterrottamente dal 1989 al 1997, campionessa europea per cinque edizioni consecutive, dal 1991 al 1995. Sul podio dei giochi olimpici non è mai salita: tre volte fu seconda, nel 1993 (dietro all’ucraina Oksana Bajul, che aveva battuto agli europei), nel 1994 (dietro alla giapponese Yuka Sato) e nel 1995 (dietro alla cinese Lu Chen).

Oggi Surya Bonaly è un forte emblema di eleganza e coraggio: per i salti che osa, che si spingono oltre il limite e reinventano la percezione dell’artisticità nel pattinaggio su ghiaccio, e per le sfide che affronta, ogni giorno, atleta nera in un universo storicamente dominato dalle principesse bianche. Lo fa con gusto, e con un pizzico di sfrontatezza, quella dei rivoluzionari che, anche se non vincono, non mancano mai, con un sorriso beffardo, di dire l’ultima parola.

Surya Bonaly
Fonte: www.leparisien.fr

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Francesca Leali

Nata a Brescia nel 1993. Laureata in lettere moderne indirizzo arti all'Università di Bergamo, dopo un anno trascorso in Erasmus a Parigi. Appassionata di fotografia, cinema, teatro e arte contemporanea.

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