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Sesso, bugie e solitudini. «Trappola morale» di Roberta Bobbi

È il corpo, tra privazioni e ossessioni, il centro del romanzo di Roberta Bobbi, che indaga un mondo allo sbando, in pieno stile noir.

4 minuti di lettura

Tre donne con cammini esistenziali allo sbando: sfiorite, declassate, strette in ruoli subalterni.  Un commissario di polizia chiamato a sondarne le ombre, a rammendare la trama di una vicenda slabbrata, in cui tutto sfugge al controllo, a una possibile, lineare, soluzione di coerenza.

I personaggi dell’ultimo romanzo di Roberta Bobbi (Trappola morale, Torre dei Venti, 2023) si presentano così, come campioni dell’immaginario hard-boiled, tra ansia di riscatto e sogni frustrati. Difficile non pensare a Raymond Chandler, alle atmosfere noir di Scerbanenco, a certe guizzi pulp alla James Ellroy. Quello che Roberta Bobbi confeziona, tuttavia, più che un giallo è un cruciverba di fatti sospesi, che si interrompono prima di deflagrare, sì che ogni azione risulta fiacca, dimidiata, al pari dell’esistenza di chi la compie.

Francesca Ausili, in arte Loredana, predice il futuro al telefono, rivende i suoi vecchi abiti chic, è ostaggio di un tempo altro: il suo. Elena Venanzi, ex marescialla estromessa dall’arma, lavora come guardia giurata per l’Istituto di vigilanza Security One. È arrabbiata, abusata, profondamente intossicata da un desiderio di rivalsa. Nel mezzo c’è Monica Selloni, la più umiliata e la più infelice, vittima di un padre assente e di un amante oppressore, fasciata in gonne che la segnano, in ruoli che non le appartengono.

Si incrociano per caso, in seguito a un incidente stradale, come se i fili di queste esistenze marce potessero riavvolgersi solo così, sul crinale della disperazione. A ben vedere è uno schema rodato, ma Bobbi sa bene come funziona il genere, conosce la forza del sabotaggio, il potenziale del ri-uso.

Soprattutto è un’attenta osservatrice, una buona interprete del quotidiano, perché al cliché del sesso esibito – motivo chiave dell’hard boiled – preferisce il lavoro sui simboli, sulle ‘perversioni’ di un mondo borghese che schiaccia i ceti popolari sulla categoria del ferino (Luca, l’uomo con cui Monica pratica BDSM, è un meccanico della periferia romana) allontanando da sé qualsiasi idea di impurità, di desiderio perturbante.

È in quest’erotismo esplicito e incompiuto – un erotismo della parola – che sta il piano di lettura più intrigante, giacché la soluzione del caso è qui, se vogliamo, un osservatorio sulla solitudine, lo strumento che consente a Roberta Bobbi di scoprire una verità più profonda, ossia l’inevitabile schiavitù dell’essere umano.

Nessuno, in questa estenuante trama psicologica, si abbandona davvero agli appetiti del corpo. Non lo fa Monica, che compiace il suo uomo senza amare sé stessa; non ne è in grado Elena, stretta in una morsa di rancore che le impedisce di dar slancio agli impulsi carnali, di trasformare in tentativo – fuori dai cardini del razionale – la sua passione per il Commissario De Sanctis.

Solo Francesca, che anni addietro era stata un’attrice, tenta il recupero di un po’ di vitalità: si tinge bionda, come a volersi schiarire l’anima, ma non è che un’illusione, un azzardo punibile con le escrescenze sul corpo.

In questa prospettiva, il romanzo di Roberta Bobbi è un’originale opera-palinsesto, una somma di suggestioni che attingono all’esperienza del perturbante (da Teorema di Pier Paolo Pasolini al sesso ‘senza carne’ di Kôta Yoshida) e restituiscono il ritratto di una società in crisi, popolata da uomini e donne alla deriva della vita, senza tensioni né passioni, in cui la speranza è negata e persino il sapore tragico della vendetta.

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Ginevra Amadio

Ginevra Amadio nasce nel 1992 a Roma, dove vive e lavora. Si è laureata in Filologia Moderna presso l’Università di Roma La Sapienza con una tesi sul rapporto tra letteratura, movimenti sociali e violenza politica degli anni Settanta. È giornalista pubblicista e collabora con riviste culturali occupandosi prevalentemente di cinema, letteratura e rapporto tra le arti. Ha pubblicato tra gli altri per Treccani.it – Lingua Italiana, Frammenti Rivista, Oblio – Osservatorio Bibliografico della Letteratura Otto-novecentesca (di cui è anche membro di redazione), la rivista del Premio Giovanni Comisso, Cultura&dintorni. Lavora come Ufficio stampa e media. Nel luglio 2021 ha fatto parte della giuria di Cinelido – Festival del cinema italiano dedicato al cortometraggio. Un suo racconto è stato pubblicato in “Costola sarà lei!”, antologia edita da Il Poligrafo (2021).

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