Se smettiamo di attribuire importanza fondamentale a principi e diritti, lasciamo prevalere una certa “morale pubblica” che non fa differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Sia che si tratti del nostro rapporto tra esseri umani, tra specie diverse o con intelligenze artificiali, la “morale pubblica” giustifica il primato della tecnica sulla morale, della «scienza esatta persuasa allo sterminio» descritta da Salvatore Quasimodo in Uomo del mio tempo. È procedurale. Il bene e il male non hanno nessuna importanza. Purché sia rispettata una legge, una procedura, in generale, la forma, ogni cosa, anche la più abietta, è consentita. Al contrario, credere nell’esistenza di principi e diritti fondamentali, affermarli, tutelarli, farsene carico ogni giorno, è la premessa, sia pure in rapporto alle altre specie o ai robot, per essere umani.
Ne abbiamo parlato nel Bar Europa al Rock Night Show con don Vittoradolfo Tambone, professore di Bioetica alla Università Campus Bio-Medico di Roma. Buon ascolto!
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