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5 album musicali la cui cover è un’opera d’arte

Il mondo musicale e quello artistico nel corso degli anni si sono più volte intrecciati, contaminandosi e arricchendosi a vicenda. Quali sono stati i dischi più artistici dagli anni Sessanta ad oggi?

6 minuti di lettura

Il mondo musicale e quello artistico nel corso degli anni si sono più volte intrecciati, contaminandosi e arricchendosi a vicenda e dando vita talvolta, a partire dai rivoluzionari anni Sessanta, a vere e proprie collaborazioni sfociate nella creazione di dischi le cui cover sono state affidate al sapiente ingegno di grandi nomi dell’arte contemporanea. La cover, infatti, oltre a illustrare da un punto di vista visivo il concept dell’album, in alcuni casi si presenta come un vero e proprio oggetto artistico con un mercato di appassionati, destinato a diventare icona dell’immaginario collettivo. Vediamo alcuni tra gli album più artistici dagli anni Sessanta ad oggi, la cui cover è un perfetto intreccio tra arte e musica.

The Velvet Underground & Nico, 1967

Nel 1966 la storica location del Cafe Bizarre nel Greenwich Village, cuore pulsante della New York alternativa, ospita il primo incontro tra la leggenda della Pop Art, Andy Warhol, e l’esordiente rock band dei Velvet Underground il cui sound sopra le righe aveva incantato Warhol al punto da spingerlo a mettere a disposizione della band alcuni ambienti della sua Factory come sala prove. L’anno successivo Warhol disegna la celebre banana per la copertina dell’album di esordio della band, The Velvet Underground & Nico, inserita dalla rivista di critica musicale Rolling Stones al decimo posto tra le cento copertine più importanti della storia. Nella versione originale della cover, diventata una vera icona musicale, la buccia della banana era adesiva e si poteva sfilare rivelando un frutto dal colore rosa, chiara allusione sessuale ulteriormente esplicitata dalla scritta «Slowly and see».

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The Velvet Underground, The Velvet Underground & Nico (1967).
Fonte: https://www.flickr.com/  CC BY-NC-SA 2.0

Sticky Fingers di The Rolling Stones, 1971

Tra le numerose collaborazioni tra l’arte di Andy Warhol e la musica non si può non citare il sodalizio con i Rolling Stones, sfociato nell’irriverente artwork dell’album del 1971 Sticky Fingers, che vede protagoniste delle gambe maschili fasciate in un paio di jeans aderentissimi, i cui genitali sono messi in risalto da una zip apribile che rivela delle mutande bianche. Inizialmente si era ipotizzato che il modello della foto fosse proprio il frontman della band, Mick Jagger, ma in seguito si scoprì la reale identità, ovvero Joe Dallesandro, modello e amante di Warhol. Sul retro della copertina comparve per la prima volta l’iconico e riconoscibilissimo logo della band, il celebre «tongue and lip», disegnato per poche decine di sterline dallo studente d’arte John Pasche.

The Rolling Stones, Sticky Fingers (1971)
Fonte: https://en.wikipedia.org/ Fair use ai sensi della legge degli USA.
Copyright Universal Music Group (dal 2008 in poi) o Andy Warhol.

Without You di David Bowie, 1983

Nel 1983, Keith Haring, esponente di spicco del graffitismo newyorkese degli anni Ottanta, realizza la cover del 45 giri Without you, quarto singolo dell’album di successo di David Bowie, Let’s Dance. La cover vede protagonisti gli omini stilizzati, marchio di fabbrica di Haring, uniti in un abbraccio incorniciato da linee radianti su uno sfondo monocromatico color arancione, un’immagine positiva e pop pienamente in linea con il messaggio lanciato dal Duca Bianco nel suo album.

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David Bowie, Without You (1983).
Fonte: https://en.wikipedia.org – Fair use ai sensi della legge degli USA.
 

Think Tank dei Blur, 2003

Fortemente restio a lavorare su commissione e a commercializzare le proprie opere, il writer di Bristol, Banksy, ha fatto un’eccezione per l’album Think Tank della band britpop Blur.  Da sempre legato al mondo musicale inglese, al punto che negli anni è stata più volte proposta l’identificazione con il frontman dei Massive Attack, Robert Del Naja, Banksy ha realizzato per la cover dell’album delle figure con i volti celati da caschi da palombaro, come la coppia teneramente abbracciata sul fronte della copertina.

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Blur, Think Tank (2003)
Fonte: https://en.wikipedia.org/ Fair use ai sensi della legge degli USA.
Copyright Parlophone Records o Banksy.

Artpop di Lady Gaga, 2013

Dall’ incontro tra Jeff Koons, artista americano che ha fatto della provocazione e del kitsch il suo marchio di fabbrica, e la trasgressiva pop star Lady Gaga è nato l’artwork dell’album del 2013 ArtPop, che vede la cantante ritratta sotto forma di scultura dalla pelle diafana e dai lisci capelli biondi mentre tra le mani stringe una sfera blu – appartenente alla serie di sculture Gazing Ball, realizzata da Koons nello stesso anno – allusivamente posizionata a coprire le parti intime. Sullo sfondo un caleidoscopico connubio di passato e presente, dove frammenti della Nascita di Venere di Botticelli suggeriscono un dialogo tra l’iconica Venere quattrocentesca e la popstar italoamericana, in una celebrazione gioiosa e pop della femminilità in tutte le sue forme.

Lady Gaga, Artpop (2013)
Fonte: https://www.flickr.com/
Copyright TylerLavigneSpears 

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Arianna Trombaccia

Romana, classe 1996, ha conseguito la laurea magistrale con lode in Storia dell'arte presso l’Università La Sapienza. Appassionata di scrittura creativa, è stata tre volte finalista al Premio letterario Chiara Giovani. Lettrice onnivora e viaggiatrice irrequieta, la sua esistenza è scandita dai film di Woody Allen, dalle canzoni di Francesco Guccini e dalla ricerca di atmosfere gotiche.

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