Alessandro Bergonzoni è un comico intellettuale, poco fertile per deboli di spirito. È scrittore, autore e attore di teatro italiano. Nasce a Bologna il 21 luglio 1958, frequenta l’Accademia Antoniana e si laurea in giurisprudenza. Debutta come attore-autore con Scemeggiata (1982). I temi comici che qui battezza poi li ripescherà sempre per il suo repertorio: rifiuto del reale come riferimento artistico, esplorazione linguistica e assurdo come mondo comico da indagare a tutto campo.
«Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno»
La comicità di Alessandro Bergonzoni è un gioco di memoria e riferimenti alle vicende di un’umanità condivisa, alle radici, e alle desinenze, di una lingua di cui poco si sfruttano le potenzialità.
«La sessualità è il tarlo del legno. Ma il sesso non è nell’organo: è nel pensiero, nella creatività. Il coito è solo il momento più banale»
È un flusso di coscienza che straripa gli argini della razionalità, e solo chi lo affronta con intelletto e immaginazione si salva. Ogni parola si incastra sulla precedente, come le tessere di un domino che non scaricano mai la fantasia.
Dopo i primi anni, già dal 1988 si intensificano le sue partecipazioni a programmi radio-televisivi, in un confronto fertile e continuamente rifertilizzato sui temi della comicità, il prodotto artistico per lui primo e massimo. Scopre la formula, accattivante e pervasiva, di incontri e seminari che ancora oggi continuano, con studenti universitari e liceali.
Le sue lectio magistralis sono fatte di doppi sensi e uscite di strada che procreano, che moltiplicano sensi e spunti riflessivi. Plasmano l’attenzione, e la fanno zoomare ora su un dettaglio, ora sul senso complessivo del discorso. Si toccano minuzie e piccole semplici ricchezze della quotidianità, e poi si corre veloci, all’improvviso, verso massime universali.
«Hai tutta la vita davanti, raggiungila!»
Fin da subito collabora con testate diversamente note, da Tic a La Dolce Vita, da Accaparlante al Corriere della Sera. Nel 1989 esce Le balene restino sedute, il suo primo libro, vincitore nel 1990 della Palma d’Oro di Bordighera e pioniere di quel fenomeno editoriale degli autori comici che emerge in questi anni. Ne farà uno spettacolo che porterà in tournée per oltre due anni.
All’inizio del 1997 debutta il suo primo spettacolo teatrale Zius, che inizia la ricerca di una narrazione lineare, e che sarà tradotto anche in francese.
Alessandro Bergonzoni è una personalità rombante, ribollente, che in un profluvio di sillabe non soffoca e non annoia. La sua è una comicità strecciata e stracciata tra giochi di parole. È faticosa, come faticoso deve essere l’impegno di una vita sincera. È impegnata, etica, che guarda al quid della vita.
E allora il comico spia l’esistenza da tutte le parti, passeggia e corre entusiasta su terreni nuovi, non c’è ritrosia o timidezza nel suo approccio a situazioni critiche, a problemi inesplorati.
Negli anni 2000 avvia una densa collaborazione con Casa dei Risvegli – Luca De Nigris, che lo avvicinerà, fisicamente e empaticamente, a questioni di malattia e di cura, con incontri in ospedali e università. L’associazione si occupa del risveglio dal coma e della successiva riabilitazione. Alessandro Bergonzoni ne diventa il testimonial, curando con Riccardo Rodolfi gli spot cinematografici e televisivi e la campagna stampa. La sinergia figlia Coma reading, nell’ottobre 2001, messo in scena all’Arena del Sole di Bologna con Alessandro Baricco, Pino Cacucci e Gabriele Romagnoli.
Interpreta anche la parte del direttore del circo nel Pinocchio di Roberto Benigni. Nel 2010 inizia una collaborazione con Il Venerdì di Repubblica con la rubrica Aprimi cielo. Partecipa più volte ad Artefiera e al Festival della Letteratura di Mantova. Al Festival Internazionale Fuori debutta Urge, il nuovo spettacolo, che chiuderà il suo tour solo nel 2015.
«Stai colmo! Questo mi sono detto nel fare voto di vastità»
Dice Riccardo Rodolfi che il voto di vastità di Alessandro Bergonzoni è un vero e proprio canone artistico, che lo obbliga a non distogliere mai gli occhi dal tutto: enormità, invisibile, onirico, sciamanico, trascendentale. Bergonzoni come «strumento di correzione ottica per permettere di vedere meglio la vastità in cui siamo immersi».
Nel 2013 porta svariati lavori a Berlino, Madrid, Amburgo e Salamanca. Poi Esce il suo primo libro di poesia L’amorte ed. Garzanti.
Nel 2014 lancia a Bologna il movimento artistico La Vita in Fasce, che diventa esposizione personale di un’intenzione. Al braccio destro lega un pezzetto di stoffa, da un lato bianco e dall’altro nero, nascita e morte. Da allora non lo dimentica mai, nelle sue apparizioni pubbliche. In ogni istante su questa terra, c’è una persona che muore, e per ogni scomparso un nuovo nato. È un argomento forte, trattato asetticamente: sulla sua pagina internet c’è un contatore che enumera nascite e morti.
Come sarebbe bello «parlare con un padre in punto di vita e non di morte».
Alessandro Bergonzoni è un turbinio di «idee, osservazioni, polemiche, sottolineature, domande e previsioni», in cui urge il bisogno di dire sui più svariati temi: malattia, coscienza civile, etica, politica, partecipazione e media
«Non sono un personaggio e non sono rassicurante, è più faticoso ma è molto piacevole».