L’Olocene, l’era geologica più recente, ha ceduto il passo all’Antropocene, l’epoca attuale, dominata dagli effetti devastanti dell’impatto della civiltà e caratterizzata dall’emergenza del cambiamento climatico, una delle grandi sfide collettive che l’umanità dovrà fronteggiare nei prossimi anni.
Dagli anni Sessanta in poi la questione del climate change è stata indagata da un punto di vista scientifico, politico, culturale e filosofico e oggi anima il dibattito artistico, in linea con le più recenti tendenze dell’artivismo – neologismo derivante dall’incontro tra arte e attivismo per indicare forme di espressione artistica dal contenuto sociale e politico – che vede gli artisti contemporanei in prima linea nel prendere posizione davanti a questioni inerenti alla giustizia sociale, ambientale e alla parità di genere. Dove la politica a volte appare poco incisiva nel prendere misure atte al contenimento dei danni di un processo ormai inarrestabile e la scienza non sempre riesce a comunicare alle masse per via della complessità e stratificazione dei contenuti – che, au contraire, vengono banalizzati dalla comunicazione massmediale mainstream -, l’arte può offrire una terza via capace di trasformare nozioni e dati empirici in contenuti materiali e tangibili riguardanti deforestazioni, scioglimento dei ghiacciai e inquinamento dei mari. Nasce, dunque, una sinergia tra arte e scienza che vede artisti e scienziati lavorare fianco a fianco in progetti ibridi, a metà strada tra reportage scientifico e opera d’arte, dove l’artista contemporaneo opera come una sorta di semionauta, per usare una felice definizione del critico francese Nicolas Bourriaud, intento a navigare nel mondo per intercettare cambiamenti in atto e «osservare la struttura molecolare delle realtà sociali».
«Highwater Line» (Eve Mosher)
Tra i numerosi progetti artistici che raccontano il cambiamento climatico spicca quello iniziato nel 2007 dall’artista newyorkese ambientale Eve Mosher, Highwater Line, che incide direttamente sul tessuto urbano e prevede un coinvolgimento attivo della cittadinanza. Inizialmente legato a New York City e successivamente diffusosi in altre città americane grazie al coinvolgimento delle comunità locali, Highwater Line è oggi giunto fino a Dublino, con l’obiettivo di creare consapevolezza sui rischi delle inondazioni causate dall’innalzamento delle acque durante eventi climatici avversi. Servendosi di una strumentazione tecnica costituita da immagini satellitari e mappe topografiche, nonché basandosi sull’evidenza di dati cartografici e statistici forniti da…