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Atypical: quando la normalità è sopravvalutata

4 minuti di lettura

Atypical è una serie Tv targata Netflix del 2017 per la regia di Seth Gordon e ideata da Robia Rashid, con gli interpreti Jennifer Jason Leigh, Keir Gilchrist, Brigette Lundy-Paine e Michael Rapaport.

Normal is overrated

La trama principale di questa serie, composta attualmente da una sola stagione di otto episodi da circa mezz’ora l’uno, ruota intorno alla figura di Sam Gardner, un ragazzo di diciotto anni affetto da autismo, ossessionato dall’Antartide e dai pinguini, che, un giorno, decide di trovare una fidanzata e di essere più indipendente.

Questa sua decisione, tuttavia, stravolgerà gli equilibri di tutti i membri della sua famiglia, in particolar modo quello della madre Elsa che, fin dai primi minuti, si dimostra iperprotettiva nei confronti del figlio, trovandosi in seria difficoltà per la decisione di quest’ultimo e, nel corso della serie, riscoprirà sempre di più la sua femminilità oramai perduta.

Fin dal primo episodio si può immediatamente notare quanto lo sguardo non sia solo ed esclusivamente rivolto al percorso che Sam ha deciso di intraprendere, ma quanto esso tenda sempre di più ad allargarsi esplorando tutto l’universo relazionale del protagonista.

Ad esempio quello della sorella minore di Sam, Casey, unico suo punto di riferimento all’interno della scuola che entrambi frequentano e che, nonostante ami il fratello e sia protettiva nei suoi confronti, soffre per l’eccessiva considerazione che i genitori, in particolar modo la madre, hanno verso il protagonista sentendosi spesso invisibile. Oppure quello del padre, Doug, che cerca in ogni modo di instaurare un rapporto con il figlio. O, addirittura, quella della stessa terapeuta di Sam, Julia Sasaki, interpretata da Amy Kei Okuda, che sceglie di intraprendere la professione per via di suo fratello, anche lui autistico, mostrandoci, in più occasioni, la sua vulnerabilità e fragilità, mostrandoci quanto anche le figure professionali abbiano un “lato umano”.

Atypical

Nonostante Atypical tenda ad affrontare il tema dell’autismo con leggerezza, vi sono al suo interno molti spunti di riflessione che dimostrano che, pur essendo etichettato come commedia, si tratta di un prodotto tutt’altro che superficiale.

Primo fra tutti, è lo sguardo che la società riserva al protagonista che, spesso, viene giudicato da tutti come un ragazzo strano per via della sua condizione, ed è cosciente del fatto che la gente si prenda gioco di lui, dimostrando come l’unicità e la diversità vengano denigrate per colpa dell’ignoranza e per la paura del diverso.

Tuttavia gli autori, un po’ come nel mito greco di Pandora, ci mostrano come in fondo a tutto il male che vi era racchiuso nella scatola ci sia la speranza, in questo caso rappresentata dalle figure di Zahid, amico di Sam ed interpretato da Nick Dodani, e da Paige Hardaway, interpretata da Jenna Boyd.

Sulla base di questa prima stagione di Atypical, non si può fare altro che elogiare la serie per come è stata scritta e per come essa è stata presentata. Semplice ma, al tempo stesso, commovente e coinvolgente, terrà letteralmente incollato lo spettatore allo schermo. Una serie che si può far altro che consigliare vivamente, soprattutto per la sua morale di fondo: La normalità è sopravvalutata.

 

 

Niccolò Manai

Sono un ragazzo di 27 anni, curioso e voglioso di imbarcarmi sempre in nuove avventure. Sono laureato in Filosofia e in Sociologia. Ho una passione irrefrenabile per i videogiochi, fumetti e, ahimè, per la cioccolata.

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