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La Spagna vara un bonus sull’affitto per i giovani. E l’Italia?

Il bonus di 250 euro è pensato per contrastare la difficoltà nell'emancipazione dei giovani. La situazione in Spagna e Italia: quali sono le prospettive future?

4 minuti di lettura

A inizio ottobre una notizia proveniente dalla Spagna ha attirato l’attenzione della stampa e dei media italiani. Il governo di Pedro Sánchez, leader socialista del Paese, ha infatti proposto un bonus affitto di 250 euro per i giovani spagnoli di età compresa tra i 18 e i 35 anni che lasciano casa. Un misura annunciata dal premier e destinata ad essere uno dei punti forti nella legge di Bilancio di Madrid. Obiettivo della proposta: dare ai giovani l’opportunità di lasciare il nido familiare e costruire un proprio percorso di indipendenza.

A che età i giovani lasciano casa?

La proposta del leader spagnolo è uscita presto dai confini del Paese mediterraneo ed è arrivata anche da noi, che su questo tema dire che siamo indietro è un eufemismo. Secondo i dati Eurostat 2020 la media europea in cui un giovane lascia la casa dei genitori è 26.2 anni, ma ci sono realtà in cui l’età è ancora più bassa: 17.8 anni (Svezia), 21.1 (Danimarca), 21.8 (Finlandia). Sotto la media europea ci sono anche Francia, Inghilterra e Germania: i giovani francesi lasciano casa a 23 anni, quelli tedeschi a quasi 24. Gli inglesi, a quasi 25.

Per Italia e Spagna, invece, siamo sopra la media europea: i giovani italiani lasciano mediamente casa a 30 anni. Il dato dell’età media di uscita di casa assume proporzioni particolarmente rilevanti per i maschi, che vanno a vivere in autonomia a 31.2 anni in Italia, mentre le femmine si distaccano a 29.1 anni. I giovani spagnoli lasciano invece casa a 29.5.

Il «bono joven» spagnolo

Sul tema dell’indipendenza giovanile, la differenza con i Paesi nordici risiede prevalentemente in fattori economici (reddito pro-capite più alto e migliori condizioni lavorative per i neo lavoratori) e nella configurazione di politiche di welfare molto vantaggiose. Politiche su cui ha aperto una riflessione importante in questi giorni il governo di Madrid, che attraverso il cosiddetto bonus affitto per i giovani mira ad abbassare l’età in cui i “bamboccioni” (espressione tristemente nota, ma che ormai appartiene al nostro vocabolario) lasciano la casa dei genitori.

Attueremo una politica pubblica volta a ridurre l’età dell’emancipazione giovanile, così insopportabilmente alta nel nostro Paese. Così i giovani potranno accedere a un alloggio decoroso in affitto con il sostegno e l’aiuto dell’amministrazione generale dello Stato.

P. Sánchez

Ci sono, ovviamente, dei paletti. Il reddito in primis (sotto i 23.725 euro), ed essere già all’interno del mondo del lavoro. Si tratterebbe comunque di misura di prova finanziata per due anni.

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Se i lati positivi della misura sono evidenti, altrettanto lo sono le possibili storture. L’effetto perverso sul mercato degli affitti, ad esempio, che rischia di concretizzarsi con aumenti che di fatto limitano gli effetti del bonus. Su questo, tra le altre cose, c’è anche un precedente proprio in casa spagnola: il fenomeno si manifestò infatti nel 2009, dopo che l’allora primo ministro Zapatero introdusse misure simili volte proprio a stimolare l’indipendenza dei più giovani. Era il 2009, in piena crisi economica. Oggi potrebbe essere tutta un’altra partita.

Giovani, affitto e lavoro: la situazione italiana

In Italia le cose vanno male per i giovani, e ahinoi questa non è una notizia. Ma per la questione casa, dipendere dai propri genitori è una scelta immotivata o costretta? In moltissimi casi i dati ci dicono che ciò dipende dall’assenza di un impiego, non raro soprattutto dopo l’avvento della pandemia. Secondo i dati Istat resi pubblici a settembre, la disoccupazione giovanile ad agosto 2021 era ancora al 27,3%. Un altro fattore è quello della qualità del lavoro e degli stipendi medi per coloro che entrano nel mercato del lavoro. Secondo i dati INPS pre pandemia (2019) in Italia lo stipendio medio dei giovani under 30, al primo impiego, si attesta sugli 830 euro netti al mese. Il risultato? buste paga che oscillano intorno alla soglia della povertà assoluta, che non solo non permettono la costruzione di una vita autonoma, ma non possono che riflettersi in consumi ridotti, in un circolo vizioso che contribuisce ai bassi livelli di crescita dell’economia italiana rispetto ai partner europei. 

Non di poco conto è anche l’allarme emerso dall’ultimo rapporto annuale della Caritas sulla povertà. Nei primi otto mesi del 2021 non solo è aumentato il totale di soggetti assistiti dall’ente rispetto al 2020 (del 7,6%), ma nel giro degli ultimi 12 mesi si è rafforzato anche “lo svantaggio di minori e giovani under 34”. 

bonus affitto giovani

Bonus affitto per i giovani in Italia: qualcosa si muove?

In Italia non è stato ancora messo a punto alcun bonus su modello spagnolo destinato a rendere più leggero il peso dell’affitto per gli under35. Tuttavia, qualcosa si è timidamente mosso in questa pandemia. Nel Decreto Sostegni bis è stata inserita ad esempio un’agevolazione nota come Bonus prima casa under 36. Questa implica una serie di agevolazioni fiscali da riservare a chi ha meno di 36 anni, un Isee non superiore a 40.000 ed il desiderio di acquistare la prima casa entro il 30 giugno 2022. Altre misure sono volte alle assunzioni dei più giovani, che più che a render concreto il sogno di una casa, punta a far crescere il tasso di under 36 con un lavoro stabile.

Oltre che economica, la battaglia però è anche culturale nel nostro Paese. Rimanere a lungo nella casa dei propri genitori costituisce infatti un oggettivo e prezioso “ammortizzatore”, di fronte a scenari sempre più complessi e instabili. Eppure, l’altro lato della medaglia, è quello del continuo rimandare il proprio spazio di protagonismo e la propria indipendenza.

Affrontata spesso come una questione privata, quella dell’autonomia giovanile dovrebbe viceversa essere una delle priorità di ogni nazione che voglia costruire il futuro. Con la spinta di Next Generation EU la Spagna prova a fare il primo passo: l’età dell’emancipazione è alta e serve correre ai rimedi. Adesso che l’Italia guardi ai giovani: con le risorse post pandemia non ci sono più alibi.

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Agnese Zappalà

Classe 1993. Ho studiato musica classica, storia e scienze politiche. Oggi sono giornalista pubblicista a Monza. Vicedirettrice di Frammenti Rivista. Aspirante Nora Ephron.

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