Resterà un giorno storico il 4 marzo 2024. Per le donne francesi sicuramente, e per tutte le altre dovrebbe, perché in quel paese forgiato dalle Rivoluzioni c’è un faro sui temi del genere e del corpo femminile a cui guardare. Nel tardo pomeriggio di lunedì 4 marzo, infatti, l’Assemblea nazionale e il Senato, le due camere del parlamento francese, hanno approvato in una sessione congiunta la proposta di legge che inserisce nella Costituzione la libertà per le donne di abortire. La Francia diventa così il primo Paese al mondo a iscrivere esplicitamente il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza in Costituzione.
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La votazione ha registrato 780 voti a favore e 72 contrari, superando la soglia minima di 512 voti necessari, corrispondente ai tre quinti dell’assemblea. La decriminalizzazione dell’aborto in Francia risale al 1975, grazie agli sforzi dell’allora ministra della Salute Simone Veil, da cui la legge prende il nome. Mentre in passato altri paesi avevano collegato la tutela del diritto all’aborto a diritti già presenti nelle loro costituzioni, la Francia si distingue per averlo incluso esplicitamente tra i diritti costituzionali.
Gli step che hanno portato al diritto all’aborto in Francia
Il dibattito pubblico su questa modifica costituzionale era cresciuto negli ultimi anni, forse anche guardando a ciò che succedeva oltreoceano negli Stati Uniti, dove il diritto all’aborto è costantemente a rischio. A novembre del 2022, l’Assemblea nazionale francese aveva approvato una proposta di legge costituzionale che prevedeva l’inserimento del “diritto all’interruzione volontaria di gravidanza“. A febbraio del 2023, il Senato aveva poi approvato il disegno di legge, sostituendo la parola “diritto” con l’espressione “libertà della donna” per ottenere il sostegno dei partiti di destra ed estrema destra, che erano contrari all’inclusione nella Costituzione, considerandola una misura superflua.
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Arriviamo poi alla fine del 2023: il presidente Macron aveva presentato un’altra proposta di legge che modificava l’espressione in “libertà garantita della donna“. Questa modifica aveva ottenuto l’approvazione dell’Assemblea nazionale a gennaio 2024 e poi del Senato qualche settimana dopo. Da lì in avanti l’iter è proseguito con scioltezza.
Non avevo mai visto tali grida di gioia da parte delle donne al Senato, solo questo è storico.
Christine Bard, specialista in storia delle donne e del genere
Un evento storico
Come riporta Le Monde, si è trattato di «una prima mondiale che ha raccolto un enorme sostegno pubblico». La giornalista Solène Cordier ha definito sulle colonne del quotidiano un «moment historique» quello che è accaduto, ricostruendo che:
Habituellement, l’installation d’un écran géant sur la place du Trocadéro, à Paris, permet de visionner des compétitions sportives de haut niveau. Ce lundi 4 mars après-midi, sur le parvis des Droits-de-l’Homme, un événement d’une tout autre nature pourra être suivi en direct : le vote, par le Parlement réuni en Congrès, du projet de loi constitutionnel inscrivant l’interruption volontaire de grossesse (IVG) dans la Constitution. Pour la Fondation des femmes et les associations féministes organisatrices, en partenariat avec la Mairie de Paris, il s’agit ainsi de célébrer un « événement festif et historique ».
Solitamente, l’installazione di un maxischermo in Place du Trocadéro, a Parigi, consente la visione di competizioni sportive di alto livello.
Questo lunedì 4 marzo pomeriggio, sulla piazza dei Diritti Umani, si potrà seguire in diretta un evento di tutt’altra natura: il voto, da parte del Parlamento riunito al Congresso, del disegno di legge costituzionale che stabilisce l’interruzione volontaria di gravidanza (aborto) nella costituzione.
Per la Fondazione delle Donne e le associazioni femministe organizzatrici, in partenariato con il Comune di Parigi, si tratta di celebrare un “evento festivo e storico” .
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In Italia la notizia è stata accolta con entusiasmo e tante prime pagine di giornale e c’è chi ha fatto ironia sulla distanza enorme tra i due paesi sul tema del diritto all’aborto, messo a dura prova soprattutto con l’attuale governo. «Mentre in Francia si fa la storia, in Italia c’è chi ancora chiede di far ascoltare alle donne il battito del feto», si legge online, ricordando una proposta dei gruppi pro-life di qualche mese fa. La strada è lunga ma il precedente francese ci dà sicuramente una marcia in più.
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