Antonio Allegri, detto il Correggio, ha firmato una delle più famose versioni del tema figurativo dell’Ecce Homo. Il suo dipinto, databile al 1526 è oggi esposto alla National Gallery di Londra.
Il patetismo delle figure, in particolare quella della Madonna devastata dal dolore e quasi sul punto di svenire, e la tensione a un coinvolgimento totale dello spettatore (che viene chiamato in causa dall’eloquente gesto di Pilato sullo sfondo) ne fanno un esempio magistrale di Manierismo pittorico. La presenza di Maria, inoltre, rappresenta una scelta inusuale: quasi mai, infatti, la sua figura fa capolino nell’iconografia dell’ecce homo.
Forse proprio in virtù della natura per così dire sperimentale dell’inserimento della Madonna, gli esami condotti con i raggi X hanno mostrato molti ripensamenti e correzioni nell’area del volto della Vergine. La drammaticità della scena e il pathos teatrale di cui l’opera è pregna trovano il contraltare nello sfavillante colorismo tipico del Correggio e nella sapiente costruzione geometrica della composizione, tutta giocata su dinamiche linee contrastanti.
Il piccolo dipinto (99×80 cm), destinato alla devozione privata, fu copiato da molti artisti nel corso del tempo (da Agostino Carracci al Nuvolone e al Cigolini) e fu preso a modello per numerose variazioni successive sullo stesso tema. Il volto di Pilato sembra essere ispirato a una figura presente in un’incisione di Durer.
Per quel che riguarda le testimonianze, un letterato fiorentino, Francesco Bocchi, in una sua opera del 1591 intitolata Le bellezze della città di Fiorenza, ricordava la presenza di un Ecce Homo del Correggio del nobiluomo Francesco Salviati. È probabile che si trattasse proprio di quello oggi presente alla National Gallery di Londra.