Il 21 giugno, in occasione del solstizio d’estate, in Cina si tiene il controverso festival di Yulin, nonché il festival della carne di cane. Tuttavia, è bene inquadrare questa usanza per evitare di cadere nel solito cliché del «i cinesi mangiano i cani».
Il festival, della durata di dieci giorni, nasce nel 2010 a Yulin, nella provincia del Guanxi, e prevede, indubbiamente, una pratica becera: migliaia di cani tenuti in condizioni pietose, uccisi e mangiati.
Bisogna sottolineare, però, che non è solo l’Occidente a indignarsi, ma anche gran parte della Cina. Consumare carne di cane non fa parte delle tradizioni cinesi, si tratta di un festival nato per ragioni puramente commerciali, non sicuramente per retaggi culturali. Anche per questo motivo la maggioranza degli attivisti che si batte per fermare questo massacro è, per l’appunto, cinese.
Se è capitato che in Cina si mangiasse carne di cane, è successo in periodi di povertà assoluta. Durante la Rivoluzione culturale, o il Grande Balzo in Avanti di Mao Zedong, per esempio, la carestia era tale che le persone erano costrette a mangiare cortecce di alberi. Eppure, in tempi di forte povertà anche in Italia non si faceva tanto diversamente. Lo stesso Fabrizio De Andrè, nella sua canzone Crêuza de mä, parla di «paciûgu in aegruduse de lévre de cuppi», nonché «pasticcio in agrodolce di gatto». Quindi anche nel nostro paese ci sono stati tempi duri in cui la gente mangiava gatti per disperazione, eppure questo non significa che cucinare «gatti in agrodolce» sia una nostra specialità.
Secondo un’indagine della Xinhua, l’agenzia di stampa ufficiale della Repubblica Popolare Cinese, il 70% dei cinesi non ha mai mangiato carne di cane ed è contro il suo consumo. Nel 2016, 11 milioni di attivisti cinesi hanno firmato una petizione del Animal Rights Activists per fermare questo scempio.
Lo stesso governo cinese è intervenuto e, nel 2020, ha rimosso cani e gatti dalle liste di carne da macello, classificandoli come animali da compagnia. Attualmente, il mercato della pet economy in Cina è alle stelle. Nel 2019, infatti, ha prodotto una spesa di circa 26 miliardi di dollari, ed è destinato a crescere fino a 472 miliardi dollari entro il 2023.
Tutto ciò chiaramente non significa che non sia doveroso e necessario denunciare gli abusi inflitti a queste povere creature, anzi. Tuttavia, bisogna fare attenzione alla narrativa usata dai media occidentali. Questi spesso usano un approccio orientalista, puntando il dito contro la Cina per le atrocità del festival di Yulin (senza specificare che la stragrande maggioranza è totalmente contraria) e dimenticandosi di citare le oscenità inflitte a polli, mucche, maiali negli allevamenti europei e statunitensi. Nei primi sei mesi del 2022, negli Stati Uniti, sono stati uccisi più di 8 miliardi di polli, 36 milioni di mucche e 124 milioni di maiali. In Italia, secondo dati ISTAT, da gennaio ad aprile 2022 sono stati uccisi più di 3 milioni di suini e 1 milione di ovini. Gli allevamenti intensivi sono fonte di sofferenza, virus e inquinamento. Quelle povere creature vengono tenute in condizioni tanto disumane quanto quelle inflitte ai poveri cani del festival di Yulin.
In conclusione, se si decide di perseguire la nobile causa di denunciare i soprusi inflitti agli animali, bisogna farlo con attenzione. È un attimo cadere in una narrativa ipocrita che dipinge l’Occidente come il gigante buono e la Cina come il mostro mangia cani.
Ottavia Bettelli
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Immagine in copertina da Pinterest
Buongiorno
Sarebbe corretto indignarsi anche per tutti gli altri animali, soprattutto se si parla di cinesi che hanno macelli a forma di grattacielo. Cani o maiali non vedo la differenza.
Grazie
Federica
Io seguo le problematiche di tutti gli animali, mi fa piacere che il 70% dei cinesi sia contrario al festival di julin ma resta il 30% ancora da convincere. Ma sconfiggere il PROFITTO come in altre parti e per altri animali sarà DURISSIMA. L’uomo e’ una brutta bestia. I cinesi sono poi terrificanti: la loro ultima trovata dei grattacieli x maiali e’ orrenda.!!!Senza considerare che dobbiamo ringraziare loro x la pandemia: macellare qualsiasi tipo di animale all’aperto, animali malati, con cimurro!! E quella gente mangia quella carne! A parte che sono d’accordo sull’’abolire tutti i macelli, le gabbie x tutti gli animali, questi debbono vivere liberi e sani. Mi piacerebbe tantissimo chiudere in gabbia quei signori/e che anche con sadismo uccidono a freddo qualsiasi bestiola che piangerà, sarà terrorizzato e cercherà di scappare, e fargli lo stesso trattamento. O perlomeno fargli passare un bel po di paura. Chissà se così riuscirebbero a capire tutto il
male e la crudeltà che fanno a quelle povere creature che hanno sentimenti come noi e provano: paura, gioia, dolore ecc., ma non hanno come l’uomo ne CATTIVERIA e tantomeno ODIO.
Penso che di ttutti i popoli della terra gli asiatici siano quelli che hanno meno moraltà e tica animale e ambientale. E’ tipico per cinesi, coreani e sudestasiatici vergognarsi falsamente e pi indiscrimatamente torturare ( e questo la dice lunga su che tipo di persone siano) e macellare cani e gatti, allevare in varie parti del mondo tigri per torturarle e macellarle per la medicina tradizionale cinese e di tutte le rarità animali che esistono al mondo.Non hanno scrupoli su appropriarsi con il favore della debolezza e corruzzione occidentale delle economie statica del momento. Ci si puà solo indignare ma a mio avviso la situazione mondiale può solo degenerare ma per fortuna ancora per poco tempo….
la cosa che lascia perplessi è che dicano che basta convincere quel 30 % di cinesi a non mangiare carne di cane o gatto. Il 30% di 1.800.000.000 sono circa 770.000.000. Escludendo vecchi e bambini ci saranno 500.000.000 di persone che godono a torturare tutto ciò che non è umano.
C’è solo da sperare che madre natura risolve il problema, definitivamente…..
Si…..tutti i paesi occidentali e orientali commettono atrocità sugli animali ecco perché Madre Natura dovrebbe fare giustizia, ma quello che supera l’orrore stesso è il guardare dal vivo le torture che compiono nello Yulin e poi mangiare senza scrupolo ciò che ha subito un’aberrante sofferenza
lacultura del cibo di cane , in Cina è millenaria, hanno trovato delle pergamene o tavolette, dove ognuna aveva una ricetta per cucinare un animale diverso, nelle cucine dell’imperatore. Una di queste aveva latesta del cane, poiché non tutti i cinesi comunque hanno sempre mangiato carne di cane. Ora noi che siamo saliti (almeno così pensiamo) di civiltà, cani , gatti, non li mangiamo più. Molti non sanno come vengono allevati gli altri animali di cui nessuno gliene frega niente di come vengono ammazzati. Siamo solo dei bigotti.