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4 film a luci rosse e una scena cult da rivedere

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Nel vasto panorama del cinema pornografico, dove è possibile accontentare ormai ogni gusto e fantasia, manca spesso una qualità importante: la sensibilità artistica. Se molte opere a luci rosse si prestano come filmati usa e getta, esiste in realtà un importante filone di film che fanno dell’erotismo un mezzo artistico in grado non soltanto di provocare e attrarre, ma di elaborare immagini, battute, scene di qualità. Ecco 4 imperdibili film porno d’autore e una scena cult da rivedere, per scoprire un cinema a luci rosse di qualità, da noi selezionato.

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«9 settimane e mezzo» (1986)

La pellicola risale al 1986 per la regia di Adrian Lyne. I protagonisti sono Mickey Rourke e Kim Basinger. Il film divenne un cult del cinema erotico internazionale, regalandoci scene che hanno segnato per sempre il nostro immaginario. Quella del ghiaccio passato da Mickey Rourke sull’etereo e sensualissimo corpo di Kim Basinger la ricordiamo tutti. Ma ancora più indimenticabile, la scena dello spogliarello di Kim Basinger dietro una finestra offuscata con il sottofondo di You can leave your hat on di Joe Cocker, diventata poi la canzone per antonomasia di tutti gli spogliarelli del mondo. E qui, bugiardi tutti quelli che non ammetteranno di averci provato almeno una volta!

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«L’ultima donna» (1976)

Parlando di film porno d’autore, una menzione per L’ultima donna è d’obbligo. Marco Ferreri dà vita a un film che sovverte la retorica dei rapporti di coppia, riletti alla luce di una liberazione sessuale densa di echi metaforici. Giovanni è un ingegnere divorziato, costretto ad allevare il figlio in un’anonima casa alla periferia di Parigi. L’incontro con Valerie segna l’inizio di un percorso tra l’estasi e il tormento, in cui la nudità impudica dei due scandisce i ritmi di un disvelamento interiore e sociale. Mentre lui patisce e sbraita, lei copre di palpabile freddezza i residui di un rapporto sbilanciato. Ne emerge una crisi del maschio che non ha precedenti.

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«Fotografando Patrizia» (1984)

La pellicola risale al 1984, per la regia di Salvatore Samperi e fu subito censurata dalla critica in quanto troppo scabrosa e vietato ai minori di 14 anni. Motivo? Il tema affrontato, quello dell’incesto fra fratello e sorella. Il film consacrò una sensualissima Monica Guerritore e raccontò tutti i turbamenti provocati dalla presenza di una sorella bellissima e del tutto sconosciuta ad un ragazzino di appena sedici anni. Il film lascia uno stato di erotico turbamento anche allo spettatore che viene avvolto dalla presenza di Monica Guerritore, in scene come quella della doccia, diventata un topos del cinema pornografico ed erotico, oltre che della comune quotidianità erotica.

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«Dolci inganni» (1960)

Catherine Spaak veste i panni di una giovane dell’alta borghesia romana, ritratta fin dalle prime scene all’acme del proprio turbamento dei sensi. Nell’arco di un’unica giornata Francesca compie un itinerario di educazione sentimentale che la porta a perdere la verginità con il trentasettenne Christian, architetto di bella presenza e intimamente desiderato. Sapiente il ricorso alla citazione leopardiana e la dissonanza che essa produce a contatto con la carnalità della scena. Tra sogni di voluttà e voyeurismo, Lattuada costruisce un film palpitante e meditativo, intimista e profondamente erotico. Un must per gli amanti del porno d’autore.

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«La legge del desiderio» (1987)

Pedro Almodóvar è spesso ricordato per i suoi film dai toni erotici, sensuali, provocatori. Tra le scene cult prodotte dal regista spagnolo, ricordiamo un estratto da La legge del desiderio, dove Juan, interpretato da un giovane Antonio Banderas, ha un passionale rapporto con il regista protagonista del film, Pablo Quintero (interpretato da Eusebio Poncela). La scena scardina l’amore tra uomini mostrando l’intimità di due corpi maschili attraverso un attento uso delle luci che rende la scena, oltre che passionale, di grande apprezzabilità estetica.

Articolo a cura di Dalila Forni, Ginevra Amadio, Antonella D’Eri Viesti

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Redazione

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