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Il futurista che non ti aspetti. Fortunato Depero al Mart

Fino al 13 febbraio 2022, al Mart di Rovereto, si può ammirare «Depero New Depero»: non una classica mostra, ma un'esperienza immersiva, unica e coinvolgente.

11 minuti di lettura

Inaugurata lo scorso 21 ottobre, la mostra Depero New Depero è una scoperta unica e travolgente. Curata da Nicoletta Boschiero, responsabile della Casa d’Arte Futurista Depero, l’esposizione è allestita al secondo piano del Mart di Rovereto (TN), città d’adozione dell’artista, e sarà visitabile fino a domenica 13 febbraio 2022.

Dedicata al maestro futurista Fortunato Depero, la mostra è una vera e propria celebrazione dell’importanza di questa figura nel contesto artistico roveretano e, più in generale, trentino. Furono infatti, in gran parte, i lasciti di Depero e il suo impegno in ambito culturale sul territorio a far ipotizzare, e infine realizzare, la nascita di questo museo, uno dei più conosciuti e apprezzati centri di arte moderna e contemporanea d’Italia.

Chi era Fortunato Depero?

Nato a Fondo (Val di Non), all’epoca parte dell’Impero Austro-Ungarico, nel 1892, si trasferì in giovane età a Rovereto per frequentare la scuola, e a questa città rimarrà legato per sempre. Già entrato a far parte del panorama artistico avanguardista italiano, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si fece dichiarare inabile al servizio militare e fuggì a Roma, dove consolidò i rapporti con il giovane gruppo dei futuristi. Nel 1915, insieme al suo maestro Giacomo Balla, scrisse il manifesto Ricostruzione futurista dell’universo, in cui inneggiava all’astrattismo, alla costruzione di un universo «gioioso e coloratissimo» – in opposizione all’aspetto serio, violento, guerrigliero tradizionalmente associato al Futurismo.

È proprio questo aspetto di non completa e incondizionata aderenza alla poetica futurista a caratterizzare le opere di Fortunato Depero, artista eclettico, unico, indipendente, anarchico e antiborghese. Paradossalmente, però, fu proprio lui a portare al massimo compimento il principio futurista della vita come opera d’arte. Se, infatti, il primo Futurismo aveva evoluto questo concetto in serate e azioni irriverenti e stravaganti, comunque dedicate ad un’élite, Depero, mediante il proprio impegno in ambito grafico, pubblicitario, del design, della moda, portò l’arte nella vita quotidiana dei singoli, della gente comune e ne trattò ogni aspetto.

Fortunato Depero
Depero New Depero, fonte: Mart

La sua arte spazia e cambia continuamente, pur mantenendo un timbro inconfondibile e perfettamente identificabile, per tutto l’arco della sua carriera. La voglia e le ambizioni dell’artista si ampliano sempre di più, arrivando a coinvolgerlo in ambito teatrale, ma anche, come accennato, dell’arredamento, della pubblicità e della grafica. Famosi sono, ad esempio, i suoi disegni per Davide Campari e il design della famosissima bottiglietta-calice, o le copertine di Vogue e Vanity Fair. Uno dei suoi esperimenti più straordinari e rivoluzionari rimane il Libro imbullonato, assoluta novità in ambito editoriale.

Innamoramento ultimo e coronamento delle idee di Fortunato Depero sarà la città di New York, dove trascorrerà diversi anni tra alti e bassi, lunghi viaggi in nave e ritorni in patria più o meno forzati. New York, avanti di almeno quarant’anni rispetto all’Italia per tecnologia e innovazione, era la città-realizzazione di ciò che i futuristi sognavano: modernità, elettricità, velocità, tecnologia. Qui visse dal 1928 al 1930, assistendo in prima persona allo scoppio della Grande depressione ma, allo stesso tempo, al repentino cambio dello skyline della città, che puntava sempre più verso l’alto. Quello di Fortunato Depero in America fu un finto trionfo: non trovò mai il successo sperato, ma la sua influenza in ambito artistico è ancora oggi centrale per l’arte italiana in territorio americano.

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È con il rientro in Italia, l’avvento prepotente del Fascismo e l’adesione, più o meno condivisa, del Futurismo al nuovo potere politico, che Depero decide di staccarsi dal Futurismo attivo e sviluppare progetti più personali e legati al proprio territorio d’origine. Negli ultimi anni di vita, nel 1957, riuscì a dare compimento a un progetto che l’aveva accompagnato per tutta la vita: la Galleria museo Depero, oggi ribattezzata Casa d’Arte Futurista Depero, primo e unico museo futurista in Italia, visitabile sempre a Rovereto. Morì nel 1960.

Il percorso espositivo di «Depero New Depero» al Mart di Rovereto

Nell’atrio antistante l’ingresso all’esposizione, si è accolti dall’opera video in due atti Il sogno di Alberto, dello studio N!03, installazione ispirata ai progetti filmici di Fortunato Depero, di cui Alberto è pseudonimo e alter ego. Il video ben introduce ai temi principali della mostra, che sono poi quelli della poetica futurista e deperiana: velocità, movimento, modernità, arte totale.

Una volta entrati, l’impatto con lo spazio è stupefacente. L’ambiente ampio, con le pareti di colore scuro, crea un effetto quasi straniante, e subito si capisce il perché di una scelta così forte e lontana dal white cube espositivo più comune: a farla da padroni, per la prima parte, sono degli enormi arazzi – segnati come «tarsie in panno» sulle didascalie che li accompagnano – a dir poco monumentali, sicuramente d’effetto, dai colori sgargianti esaltati perfettamente dal fondo scuro. Questi colori vivi accompagnano tutti gli oggetti esposti, creando un panorama unico di vivacità, allegria, quasi inaspettata pensando alla mostra di un futurista. Le opere raccolte sono estremamente varie e ben esprimono il carattere e il lavoro poliedrico di Fortunato Depero. Si va dagli arazzi, ai bozzetti, passando dai più classici dipinti per arrivare ai costumi e alle scenografie teatrali, senza dimenticare oggetti di arredo e progetti grafici pubblicitari.

Fortunato Depero
Festa della sedia, 1927, Mart, Fondo Depero, fonte: Mart

Molto curiosa, e certamente apprezzata dai più piccini, è la sezione dedicata all’impegno in ambito teatrale dell’artista. Le marionette di Balli Plastici, insieme con le scenografie e i costumi per i Balletti Russi, con gli enormi fiori, i personaggi di fantasia, i colori sgargianti, permettono di creare un vero e proprio ambiente immersivo e fiabesco, un po’ all’Alice nel Paese delle Meraviglie.

Fonte: Mart
Fortunato Depero
Depero, Cartellone per I Balli Plastici, 1918, Mart, Fondo Depero, fonte: Mart

Proseguendo, la mostra si concentra sulle influenze dell’arte di Depero e sulla riscoperta e il riscatto del Futurismo a partire dagli anni Ottanta, movimento sino ad allora quasi dimenticato e rinnegato per la sua vicinanza al Fascismo. Sono Ricostruzione futurista dell’universo (Torino, 1980) e Futurismo & futurismi (Venezia, 1986) a rilanciare il movimento, sottolineando l’apporto fondamentale che questo diede negli ambiti più disparati dell’arte, della cultura e più in generale della vita. È da qui che molti artisti e designer partono con una personale rilettura e riproposta del Futurismo e, in particolare, dell’opera di Fortunato Depero; tra questi Ettore Sottsass e Alessandro Mendini. Non solo però designer e artisti, anche diversi registi si sono lasciati influenzare dalla poetica visiva del maestro futurista, o ancora di più dalla sua storia, in particolare dal suo periodo a New York.

L’esposizione si conclude sottolineando la centralità della figura e della storia di Fortunato Depero per il museo, mediante materiali d’archivio e oggetti più legati alle sue opere per il territorio trentino.

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«Depero New Depero», al Mart un’esperienza che tutti dovrebbero concedersi

La mostra Depero New Depero non è la classica mostra che tutti conosciamo e che, diciamolo, talvolta può un po’ annoiare. I curatori e tutti coloro che vi hanno lavorato sono riusciti, certamente con un lavoro complesso e studiato a fondo, e grazie alla straordinaria raccolta di materiali dell’artista, a creare un’esperienza unica e immersiva, coinvolgente, rivolta a tutti, anche ai più piccoli, ma non per questo banale o semplificata. L’alternanza saggiamente studiata tra materiali visivi, scritti e video consente all’esposizione di non essere mai monotona e di entrare in profondità nella personalità dell’artista, in particolare mediante la lettura delle lettere indirizzate all’amata moglie e complice, Rosetta, a tratti molto intime.

È evidente l’importanza che Fortunato Depero ricopre per il Mart, quasi l’affetto che l’istituzione sente verso colui che può essere considerato, ad honorem, co-fondatore del museo. Anche per questo, durante tutto il periodo d’apertura della mostra sono programmati una serie di eventi legati proprio all’approfondimento dell’opera di Depero e alla sua idea di arte totale. Il programma è consultabile sul sito del museo.

 

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Rebecca Sivieri

Classe 1999. Nata e cresciuta nella mia amata Cremona, partita poi alla volta di Venezia per la laurea triennale in Arti Visive e Multimediali. Dato che soffro il mal di mare, per la Magistrale in Arte ho optato per Trento. Scrivere non è forse il mio mestiere, ma mi piace parlare agli altri di ciò che amo.

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