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guala bicchieri

La storia del diplomatico italiano dietro la Magna Charta

Agli inizi del XIII secolo, il cardinale italiano Guala Bicchieri fu inviato dal papa in Inghilterra. Grazie al suo intervento, fu redatta una nuova versione della Magna Charta. Ma perché questo fu un momento cruciale nella storia della corona inglese?

9 minuti di lettura

Il 15 giugno 1215, al culmine delle lotte intestine tra i baroni, il clero locale e il sovrano Giovanni Plantageneto Senza Terra, venne firmato uno dei documenti fondamentali nella storia del diritto occidentale: la Magna Charta Libertatum. Dopo anni di salassi economici e malcontento, questo documento avrebbe dovuto assicurare la pace nel Regno e porre fine allo strapotere della corona sulla popolazione. In realtà fu l’inizio di un braccio di ferro tra ribelli e papato che decise di intervenire per riportare l’Inghilterra sotto il controllo del re. Fu in questo complicato scenario che venne chiamato ad operare un diplomatico italiano, il vercellese cardinale Guala Bicchieri. Il suo intervento non contribuì solo a riportare la pace, ma anche ad assicurare un nuovo periodo di stabilità al regno.  

L’imposizione da parte del popolo su un sovrano cristiano non venne accolta benevolmente a Roma. Il papa Innocenzo III non fece tardare la risposta all’affronto al suo vassallo, disconoscendo la validità del documento. L’intervento arrivò troppo tardi: i baroni avevano raccolto il sostegno di forze straniere, tra cui gallesi, scozzesi e francesi, intenzionati a riportare l’Inghilterra sotto il loro controllo.

Giovanni Plantageneto costretto a firmare la Magna Charta nel 1215
(Fonte: wikipedia.org)

Guala Bicchieri e l’intervento nella politica internazionale

È in questo scenario politico e militarmente complesso che il cardinale Guala Bicchieri venne chiamato ad operare. La sua figura nella storiografia italiana è rimasta piuttosto oscura per lungo tempo. Il suo contributo nella diplomazia internazionale del XIII secolo fu molte volte fondamentale e contribuì a salvare la corona inglese da uno dei momenti di peggior crisi della sua storia.

La sua nomina come legato in Inghilterra non fu assolutamente frutto del caso: poteva vantare un prestigioso cursus honorum, inoltre grazie alla sua esperienza e al suo carisma aveva anche una rete di rapporti con l’Inghilterra, frutto di missioni precedenti. La scelta di mandarlo a sanare il conflitto come legatus a latere, in vece del papa, fu quasi naturale. Nel 1216 ricevette l’incarico ufficiale e partì in rappresentanza della Chiesa di Roma.

Dopo una breve tappa in Francia, cercando di placare le pretese sulla corona inglese da parte del sovrano francese Luigi VIII, giunse in Inghilterra. Qui oltre alle notevoli problematicità legate all’invasione francese, la ribellione dei baroni e del clero locale, nel 1216 dovette affrontare anche la questione spinosa della successione. Infatti nell’ottobre di quell’anno Giovanni Plantageneto morì, lasciando il regno in mano al figlio di nove anni, Enrico III.

Il re bambino: Enrico III

In questa situazione Guala Bicchieri dovette fare in modo di rafforzare da subito la posizione al trono del giovane re. Per evitare che i baroni cogliessero l’occasione di assecondare la Francia, si prodigò in un’opera di difesa della legittimità del giovane Enrico. Lo incoronò subito al trono, garantendogli la protezione della Chiesa da una parte e dall’altra l’autorevolezza del reggente: il valoroso condottiero William Marshall.

Guala Bicchieri in questo modo garantì di fronte ai nemici della corona che Enrico III era appoggiato e protetto del papa. In questo modo agì su due fronti: prima di tutto privò Luigi VIII delle pretese sui territori inglesi; in secondo luogo la lotta armata portata avanti dai baroni contro Giovanni perdeva legittimità. Anzi, seppe sfruttare questo cambio nella corona a loro favore, cercando di favorire i sentimenti di nascente lealtà verso il nuovo re, il quale avrebbe potuto aprire un nuovo periodo di pace tra corona e cittadini.

A questo punto la presenza dei francesi sul territorio era considerabile come un’usurpazione e convinse i baroni a preferirlo ad un sovrano straniero.

Miniatura di un manoscritto con ritratto di Enrico III Plantageneto (Fonte: wikipedia.org)

La nuova Magna Charta: un patto tra sovrano e sudditi

Per fare in modo che la posizione al trono di Enrico III fosse ulteriormente stabile, il legato convocò un consiglio con i seguaci del re. In questa occasione, il 12 novembre 1216, come tutori del re William Marshall e Guala Bicchieri apposero i loro sigilli su una nuova versione della Magna Charta. 

In merito a questa versione del documento gli storici hanno dibattuto a lungo e le loro opinioni sono divise. Da una parte ci sono coloro che lo ritengono un frettoloso atto diplomatico dovuto alle necessità di sanare la situazione; dall’altra c’è chi lo esalta come un momento fondamentale per la storia del diritto. Secondo questa tesi il re di fatto passava da capeggiare una sola fazione a lui fedele a un rapporto regale con tutti i sudditi del regno, affermando diritti e regolamenti che valevano come norme di condotta sociale. L’idea che prevale in merito a questa nuova edizione della Charta sembra essere quella di un simbolo intramontabile nella storia, in cui la fedeltà al re era di fatto un bene comune che avrebbe garantito la pace nel regno.

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Edizione delle quattro edizioni sopravvissute della Magna Charta Libertatum del 1215 (Fonte: wikipedia.org)

Guala Bicchieri e il lungo cammino verso la pace in Inghilterra

La pace non arrivò immediatamente dopo la firma di questo nuovo documento e ci vollero ancora molti mesi per mettere fine alla guerra civile. Guala Bicchieri si impegnò a lungo per indurre i baroni ribelli a tornare ad obbedire alla monarchia. Nei suoi discorsi pubblici la lotta contro i ribelli aveva assunto un carattere di crociata occidentale contro gli infedeli che minacciavano un legittimo re cristiano vassallo del papa. La vittoria finale arrivò solo grazie a questo impegno diplomatico e ai successi militari, culminati nelle vittorie delle battaglie di Lincoln e Sandwich, nel 1217.

Il mandato della sua missione non si limitò alla fine della guerra, ma Guala Bicchieri giocò un ruolo fondamentale anche nella fase successiva: aiutò Enrico III a determinare le basi del nuovo regno, a scegliere i consiglieri e stabilì le pene per il clero ribelle, sostituendolo con alleati del papato. Inoltre si impegnò a far rispettare i principi della Magna Charta rinnovata nel 1217.

Quando lasciò l’Inghilterra nel 1218 era un regno pacificato e unito sotto la corona di Enrico III. Grazie a questa importante e complessa missione diplomatica, Guala Bicchieri ottenne non solo ricchezze per i ringraziamenti del giovane re che gli fu sempre grato, ma anche onori e fama nel tempo per la sua capacità di riportare la pace e la stabilità tra il popolo e la corona inglese.

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Immagine in copertina: Il cardinale Guala Bicchieri offre a Sant’Andrea una copia della basilica, lunetta sinistra della facciata della basilica di Sant’Andrea a Vercelli (fonte: wikipedia.org)

Eleonora Fioletti

Nata tra le nebbie della pianura bresciana, ma con la testa tra le cime delle montagne. Laureata in Filologia moderna, si è appassionata ai manoscritti polverosi e alle fonti storiche. Nel tempo libero colleziona auricolari annodati, segnalibri improbabili, eterni esprit de l’escalier, citazioni nerd e disneyane da usare in caso di necessità.

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