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La spensieratezza universale del primo amore

Da graphic novel a serie tv Netflix, la penna di Alice Oseman racconta, senza etichette, la storia di un amore nato tra i banchi di scuola

9 minuti di lettura

Heartstopper è una ventata di aria fresca, e non solo per i suoi toni adolescenziali che riportano chi legge – in caso si tratti di un adulto – ai tempi dei banchi di scuola, dei primi amori, delle insicurezze che ora ci appaiono quasi sciocche, ma che, a 14, 15, 16 anni pesavano come mattoni nello zaino.

Heartstopper è una ventata d’aria fresca anche perché finalmente una storia d’amore tra due uomini, qui due ragazzi, diventa semplicemente una storia d’amore. Sguardi, sorrisi, saluti, sogni, desideri, primi baci: il fatto che si tratti di due adolescenti maschi è quasi ininfluente, perché qui a contare sono le gioie delle prime volte, al di là di generi e orientamenti. Una storia, semplicemente, d’amore, come universale dovrebbe essere questo sentimento.

Da graphic novel a Netflix

Heartstopper è stato portato al successo – verso cui già si stava facendo strada – grazie alla serie recentemente prodotta da Netflix, ma l’opera si basa sul graphic novel a volumi (quattro, per ora) di Alice Oseman, inglese, classe 1994, ma con già molte opere all’attivo tra romanzi e fumetti.

Questo romanzo grafico nasce come webcomic, e ancora prima dall’idea di sviluppare i personaggi secondari di un’altra opera di Oseman, dove Nick e Charlie sono due personaggi secondari con una storia d’amore affascinante, equilibrata, sana. Proprio nelle radici di una relazione che funziona, senza drammi e tormenti, vuole scavare l’autrice, che tramite alcune piattaforme e poi in formato cartaceo inizia a far circolare i primi volumi qualche anno fa. Dato il successo, viene avviato un progetto di raccolta fondi per una vera e propria pubblicazione, che arriva nel 2018 in lingua originale: da lì, il successo editoriale arriva fino all’adattamento Netflix da lei curato.

E se su Netflix siamo ormai abituate ad incontrare personaggi di generi e sessualità, identità e orientamenti diversi – senza contare le sempre più numerose rappresentazioni legate a etnia, religione, disabilità, ormai parti integranti dell’universo Netflix – qui il passo ulteriore è la semplicità e la spensieratezza che è possibile trovare tanto nel fumetto, quanto nella serie TV derivata.

Heartstopper

La trama di Heartstopper

Charlie frequenta il liceo, ha una storia “d’amore” con un ragazzo che però sembra solo usarlo, ma questa pista narrativa apparentemente cupa è breve e serve solo ad introdurre con maggior positività e intensità i fatti che seguiranno, ovvero l’incontro di Charlie con Nick, il ragazzo “figo” della scuola, il bel giocatore di rugby. “Assolutamente etero”, pensa Charlie (e anche Nick, all’inizio), e questo pensiero in realtà non si discosta molto dalle paure di qualsiasi ragazzo/a che, guardando la propria cotta, pensa non riuscirà mai a farsi notare, a conquistarla. Nick fa parte di un gruppo di bulletti che in passato hanno preso di mira Charlie: anche in questo caso, soprattutto nel libro, il bullismo è un ostacolo ormai superato, mentre nella serie viene affrontato in modo diretto ma senza che questo renda la narrazione drammatica o pesante.

Nick però è diverso dai suoi amici, perché se con loro sente la necessità di mettere in mostra la sua mascolinità verso una “virilità ad ogni costo” che, in fondo, non gli appartiene, con Charlie può rilassarsi, essere se stesso, scoprirsi se stesso. Un’amicizia quindi, prima di tutto, per creare le solide basi di fiducia e comprensione che porteranno poi alla storia d’amore – e non si tratta qui di spoiler, perché tanto il graphic novel quanto la serie sono un crescendo verso uno sviluppo narrativo che, dal primo momento, sapremo avverrà. Il loro avvicinamento è quello di due adolescenti qualunque e l’approccio del libro e della serie è così delicato da raccontare l’amore e in parte la sessualità in punta di piedi, ma non per questo nascondendosi dietro tabù ed etichette.

Heartstopper

Lo stile

Qui viene in aiuto lo stile dell’opera: in bianco e nero, semplice, chiaro, poche parole ma ben dosate, immagini con pochi dettagli ma calibrati così bene da ricreare contesti e sensazioni legate al mondo della scuola senza bisogno di un iperrealismo. Il tratto di Oseman è così semplice che, in quei vuoti, in quegli spazi bianchi visivi e testuali, siamo noi a riempire scenari, battute, dettagli del nostro vissuto: una strategia che ci avvicina ai due protagonisti e che elimina ogni barriera.

Heartstopper

I personaggi di Heartstopper

Ma Heartstopper fa anche un passo in più, perché è facile cadere nella tentazione di impacchettare questa storia come “la storia d’amore gay”, come del resto ogni tanto si sente parlare superficialmente di quest’opera. Per esempio, il personaggio di Nick si definisce apertamente bisessuale: si tratta del frutto di un percorso, di dubbi, pensieri, piccole paure, ma anche di conquista di una maggiore conoscenza e sicurezza di sé.

Finalmente, anche in questo caso, troviamo la rappresentazione di un personaggio bisessuale che, oltre a usare questo termine spesso dimenticato, lo fa con spensieratezza e naturalezza, senza essere il cattivo della storia, promiscuo e indeciso a causa del suo orientamento. Allo stesso modo si costellano i personaggi secondari, che mostrano l’eterogeneità del nostro universo – rafforzata ancor di più dalla produzione Netflix – senza che nessun personaggio sembri inserito a tavolino, per onore della rappresentanza fine a se stessa. I personaggi di Heartstopper sembrano semplicemente veri.

Non mancano poi le questioni familiari, ma anche in questo caso (quasi) tutto brilla di una serenità che non è sciocca o utopica, ma banalmente possibile: Nick ha paura di parlare con la madre dei suoi sentimenti e desideri. Non viene infatti presentato un mondo troppo ottimista dove i problemi, a prescindere, non si pongono, ma semmai vengono affrontati con apertura mentale, empatia, dialogo. La madre, infatti comprende e accoglie il figlio in un dialogo semplice, ma necessario nella sua sincerità.

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Una storia d’amore con la “S” maiuscola

A qualsiasi età, è piacevole perdersi tra le pagine (o le puntate) di Heartstopper. Da un lato, gli adolescenti si sentiranno compresi, senza toni drammatici, senza storie di pesante bullismo o emarginazione, sofferenza, incomprensione familiare, perché incontreranno due protagonisti incredibilmente nella norma, forti nelle loro fragilità, insicuri nei loro primi passi verso l’amore. Gli adulti invece, al di là delle loro storie di vita, risentiranno quelle ingenue e spensierate farfalle nello stomaco che solo da adolescenti si possono sentire, per lo meno per la prima volta. Heartstopper è proprio quello che una storia d’amore dovrebbe essere: per tutti, universale, nella bellissima spensieratezza del primo amore.

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