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Il classico non muore mai

Perché ci sono dei libri che non si può far a meno di aver letto? Ecco a voi alcuni titoli che, secondo noi, spiegano bene perché un libro diventa un classico.

4 minuti di lettura

Quante volte abbiamo sentito queste frasi: «Vai sul classico» oppure «Con il classico non sbagli mai»? Il cliché del classico come elemento adatto a tutte le situazioni è ormai ampiamente diffuso e accettato. Che si tratti di abbigliamento, di cucina o di letteratura però, bisogna tener conto delle circostanze, del tempo a disposizione e, ovviamente, dei gusti: se abbiamo un programma intenso, difficilmente ci immergeremmo nella lettura di un libro molto impegnativo come Siddharta o Guerra e pace, per quanto siano interessanti.

E allora perché sentiamo la necessità di entrare in libreria e di acquistare i classici? Abbiamo bisogno di identificarci con altri, di provare emozioni, empatia, ed è questo che la lettura ci permette di fare: trovare conferme alle nostre insicurezze e fragilità, e, quando le riscopriamo in storie e personaggi di epoche così distanti dalla nostra ci sentiamo rincuorati e capiti perché le nostre emozioni sono le stesse che provavano persone vissute prima di noi.

Pensiamo ad esempio ad un classico molto conosciuto: Delitto e castigo e al suo protagonista, Raskol ‘nikov: il giovane incarna il desiderio di distinguersi dalle persone cosiddette «comuni», vuole fare qualcosa che nessun altro essere umano «banale» potrebbe fare. Questa brama lo porta a commettere azioni deplorevoli, cosa che spesso accade ai nostri giorni. Anche Raskol ‘nikov quindi, in una certa misura (delitti esclusi), può essere un personaggio in cui identificarsi: tutti vorremmo emergere in qualcosa e farci notare, seppure per un solo breve istante.

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Che dire di Konstantin Dmitric Lèvin, protagonista del celebre romanzo Anna Karenina? Lo potremmo definire un ragazzo dalla mentalità rinnovatrice, che vuole migliorare la società in cui vive e che, in questa sua continua ricerca di innovazione, scopre di avere dei limiti: per quanto lui si sforzi non riesce ad apportare quei cambiamenti in maniera completa. Questo personaggio si scontra quindi con la realtà e con l’ineluttabilità delle convenzioni imposte dalla società.

Passiamo al teatro: Sei personaggi in cerca d’autore, celebre opera di Pirandello, in cui sei personaggi creati dallo stesso autore lo pregano di metterli sulla scena e di fargli vivere la storia che lui ha scritto per loro. Questi personaggi sono vivi, reali, forse più veri degli attori che dovrebbero impersonarli e purtroppo, triste a dirsi, spesso le maschere dietro cui le persone si nascondono acquistano vita propria e diventano più autentiche di chi le impersona.

Nei classici ritroviamo quindi non solo conferme ma anche evasione dalla nostra quotidianità: lasciamo da parte i nostri problemi per entrare in mondi nuovi, con le loro difficoltà, piccole e grandi, e non importa se non siamo in grado di affrontarle: noi dovremo solo stare a guardare e aspettare perché, a risolverle, ci penserà qualcun altro. Possiamo perciò dire che è vero: «Il classico non muore mai».

Rossella Belardi

In copertina: Photo by Ergita Sela on Unsplash

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Redazione

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