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Coronavirus negli USA e Primarie Dem

Come il coronavirus ha stravolto la politica americana

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4 minuti di lettura

Il Coronavirus è arrivato negli Stati Uniti sconvolgendone anche la vita politica. La notizia più fresca è che il senatore del Vermont, Bernie Sanders, dopo settimane di campagna elettorale e dopo essere rimasto l’unico sfidante di Joe Biden per la nomination dem, si è ritirato dalle Primarie del Partito Democratico. Idem, nelle settimane più drammatiche dell’emergenza sanitaria COVID-19, hanno anche annunciato di aver rinviato la Convention democratica prevista per luglio 2020, al mese successivo.

Ma come sia arrivati a questo punto? Ripercorriamo insieme gli ultimi giorni. E per chi si fosse perso le precedenti puntate a proposito della corsa dei democratici per la nomination niente paura: prima della lettura vi consigliamo di fare un salto qui.

Il Coronavirus negli USA

Il Coronavirus è sbarcato negli USA e li ha travolti. Il focolaio più importante è quello lo stato di New York, con i suoi oltre 150.000 casi. Le immagini delle fosse comuni newyorkesi stanno facendo il giro del mondo e il numero dei contagi continua a crescere giorno dopo giorno. I numeri sono drammatici: nel giro di un mese si è passati da 546 casi a 451.000. Le misure adottate non sono state uniformi fin dall’inizio e variano da stato a stato, differenziando molto le aree del contagio. Ad oggi gli USA sono il paese con il maggior numero di contagiati e hanno raggiunto la quota 16.000 morti con ritmo rapidissimo. Il virus, inizialmente sottovalutato da Trump, è oggi arrivato a rivoluzionare la vita degli statunitensi e anche a modificare il calendario politico.

La convention di Milwaukee

A causa dell’emergenza Coronavirus, anche la convention democratica che si doveva a tenere a Milwaukee tra il 13 e il 16 luglio è stata posticipata al 17-20 Agosto. Ad essere precisi, non si sa nemmeno se potrà essere celebrata: alcune fonti riportano – in via informale – che la convention potrebbe svolgersi utilizzando esclusivamente piattaforme digitali, per evitare assembramenti.

Il candidato democratico sarà certamente Joe Biden: l’ultimo sfidante dopo la rinuncia degli alti candidati, Bernie Sanders, ha deciso di fermare la propria corsa.

Il ritiro di Sanders

La decisione di Sanders era nell’aria dopo le travolgenti sconfitte dal Supertuesday (compreso) in poi anche nei territori dove era favorito e dove aveva vinto nelle scorse primarie democratiche. Le sconfitte (dopo gli iniziali trionfi di New Hampshire e Nevada) lo avevano portato ad essere in difetto di ben 311 delegati rispetto a Biden (Sanders ha vinto solo 7 stati contro i 19 dell’avversario, ndr).

Le cause della sconfitta

Hanno pesato molto nella sconfitta gli endorsment degli altri ritirati all’avversario, il mancato appoggio degli afro-americani e il COVID-19, che ha impedito lo svolgimento di gran parte dei dibattiti. La vittoria di Sanders, come lui ha stesso ha ammesso nella live in cui ha annunciato il ritiro, era ormai impossibile ed era perciò necessario il “drop out”.

Biden, da solo, avrà quindi più tempo per organizzare la campagna per le presidenziali di Novembre ed aprire ai sostenitori di Sanders, che appartengono soprattutto alla cosiddetta generazione millennials.

Guarda il talk sul tema organizzato da Frammenti Rivista

Immagine in copertina: photo by Gary Hershorn


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