La letteratura è creatrice di mondi, di vite, di storie, e tale verità mai fu più appropriata che nel caso di J.R.R. Tolkien, autore britannico il cui estro e fantasia hanno dato vita ad una delle più grandi epopee letterarie di tutti i tempi: Il Signore degli Anelli. Accademico, medievalista e glottoteta, Tolkien (Bloemfontein, 3 gennaio 1892 – Bournemouth, 2 settembre 1973) era un attento e dedito conoscitore degli sviluppi storico – linguistici della società, interessato soprattutto all’importanza del linguaggio come fonte primaria di comunicazione e di creazione. Fu proprio questo suo spasmodico interesse per le lingue a portarlo verso il magico regno di Arda, realtà fantomatica dove ha ambientato gran parte delle sue storie. Infatti, Tolkien fu colto dal grande desiderio di inventare una lingua nuova, strutturata e articolata con un suo alfabeto e una sua grammatica, al fine di poter studiare i segreti meccanismi che portano alla nascita di un nuovo idioma. Tale lungo lavoro sfociò in quella magnifica creatura che è l’elfico della Terra di Mezzo, un linguaggio simbolico, semioticamente complesso, che rimanda alla profondità significativa dell’antico ebraico.
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Ma come può tale elemento essere rilevante nella genesi de Il Signore degli Anelli? Ebbene, come ogni lingua che si rispetti, Tolkien sentiva la necessità di dare all’elfico un contesto realistico e organizzato, uno sfondo che avesse una sua storia e una sua evoluzione e dove la sua lingua avrebbe potuto germogliare e fiorire. È così che è nata Arda, così è sorta la Terra di Mezzo. Prima e più importante opera del ciclo è sicuramente Lo Hobbit (1937), dove vengono narrati gli episodi antecedenti a quelli de Il Signore degli Anelli, e dove si delineano già nettamente i tratti costituivi del suo universo immaginario. Tolkien iniziò a scrivere Il Signore degli Anelli nel 1937, lavorandovi a più riprese fino alla sua pubblicazione nel 1955. Le vicende di quest’opera si svolgono nella Terza Era della Terra di Mezzo, un luogo meraviglioso e silvano dove convivono specie incantate e molto diverse fra loro: vi sono gli elfi, creature delicate e di suprema grazia e bellezza; i nani, abili artigiani e coraggiosi guerrieri; gli hobbit, piccoli esseri fedeli e leali. Ben presto, tutte queste realtà si troveranno a convergere e collaborare nella lotta contro il Signore del Male, il terribile Sauron, che minaccia di distruggere la pace duramente conquistata.
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Sebbene l’opera sia universalmente conosciuta come una trilogia, non fu così concepita e considerata dall’autore, il quale la ritiene un unicum semplicemente diviso in volumi data la mole eccessiva. La rilevanza de Il Signore degli Anelli all’interno della letteratura occidentale è fondamentale, in quanto grazie a Tolkien nacque e si affermò un genere a volte tristemente sottovalutato: il fantasy. Nella sua definizione più semplice, il fantasy è un genere letterario che tratta argomenti fantastici, nati puramente dall’immaginazione, e dove hanno ampio rilievo la magia e le leggende. Proprio questa sua “inconsistenza”, questo suo narrare di realtà inesistenti, ha reso il fantasy una disciplina spesso criticata e snobbata. Ma di certo solo gli stolti non riconoscono l’immenso valore artistico – letterario dell’opera di Tolkien.
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Il Signore degli Anelli non è infatti un lavoro letterario, è bensì una creazione storica, sociale, antropologica e linguistica. Tolkien ha creato un vero e proprio universo completamente svincolato dal nostro, e gli ha dato tutti gli elementi necessari alla sussistenza, rendendolo autonomo e assolutamente indipendente. Egli non ha semplicemente raccontato una storia autoconclusiva che inizia e finisce nell’arco di alcune pagine. Tolkien ha dato ad Arda una sua storia che parte dagli albori della civiltà, da quella che fu la nostra preistoria, e l’ha altresì dotata di leggende, religioni, persino di singoli calendari per ognuno dei suoi fantastici popoli; ha anche creato complesse ma assolutamente lineari genealogie in modo da non lasciare nulla al caso, così che ognuno dei suoi personaggi portasse con sé un bagaglio familiare completo e coerente.
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Il mondo di Arda, al contrario di quanto affermato da alcuni critici, non ha nulla a che vedere con questioni di attualità, con importanti eventi storici contemporanei a Tolkien. Il Signore degli Anelli non è un’allegoria della guerra o di chissà quale altra disgrazia, esso è, nella sua essenza più pura, una realtà diversa, una verità non meno accettabile e concreta di quella che conosciamo, ed in questo risiede la grandezza di Tolkien. Questo è il vero significato della parola fantasy. Non basta scrivere di draghi, maghi o fate per potersi definire autori del genere, bisogna avere il talento, la lungimiranza e anche l’immensa dedizione di costruire qualcosa da zero, di far nascere qualcosa che non esisteva, e solo pochi grandi autori possono meritare il titolo di maestri del fantasy. Si ricordi a tal proposito il grande amico e collega di Tolkien C.S. Lewis, autore delle incredibili Cronache di Narnia, oppure, guardando al presente, George R.R. Martin, penna dietro il ciclo del Trono di Spade.
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La bellezza de Il Signore degli Anelli e di tutte le opere ambientate ad Arda (Il Simarillion, I figli di Hurin, Racconti Incompiuti, Le Avventure di Tom Bombadil, Beren e Luthien) hanno il potere e la bellezza di una fiaba senza tempo, di una verità sempre attuale, hanno la forza della vita che scorre incessante e luminosa, increspata da pericoli e difficoltà ma sempre ricca di speranza. Amata da un pubblico mondiale e apprezzata da molti artisti (fra cui si ricordino gli appassionati Beatles, ammiratori estasiati dell’opera i quali ne proposero, molto prima dei film di Peter Jackson, la trasposizione cinematografica al grande Stanley Kubrick, con la clausola di far parte del cast), l’opera di Tolkien è oggi custodita e costantemente rielaborata dal figlio Christopher, al quale il padre ha affidato tutto il suo patrimonio letterario e grazie al cui impegno e dedizione molte opere hanno visto la luce della pubblicazione postuma. Entusiasmante, coinvolgente e meravigliosa, quella de Il Signore degli Anelli è un’avventura al di là del tempo e dello spazio, dove realtà e immaginazione si fondono dando vita ad un sogno interminabile.