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Laura Bassi, la Minerva bolognese

Filosofa e scienziata, fu la prima donna a ottenere una cattedra all'Università di Bologna. Eppure, nonostante la fama che ebbe al suo tempo, nel Settecento, a lungo è rimasta una figura sfocata. Chi era Laura Bassi?

13 minuti di lettura

Nel Secolo dei Lumi, il Settecento, gli intellettuali che indagarono i diversi campi della realtà furono molteplici. Le loro scoperte rivoluzionarono le conoscenze scientifiche e portarono a numerose scoperte fondamentali. Sebbene la storiografia ci abbia ormai abituato a come i campi del sapere per molto tempo siano stati appannaggio solamente degli uomini, non mancarono anche in questo periodo delle voci femminili fuori dal coro. Queste si distinsero non solo grazie alla loro preparazione, ma furono pioniere e apripista per le generazioni successive nei riconoscimenti accademici. Tra queste sicuramente si distinse Laura Bassi, filosofa e scienziata. La sua professionalità e preparazione la portarono ad eccellere nel campo della fisica sperimentale, ma non solo; la sua determinazione le fece raggiungere una serie di riconoscimenti pubblici e guadagnare il titolo di prima accademica di una cattedra all’Università di Bologna.

Laura Bassi, la bambina prodigio

Laura Bassi nacque il 29 ottobre 1711 in una famiglia agiata di Bologna. Il padre, dottore in legge, incoraggiò la curiosità e l’interesse per lo studio che la figlia manifestò fin dalla tenera età. Tuttavia in breve tempo gli studi classici non bastarono più alla bambina, la quale cominciò a leggere anche i pamphlet illuministici che circolavano in casa. La sua passione per i nuovi ideali e la mente brillante catturarono l’attenzione di Gaetano Tacconi, medico e accademico, che divenne il suo insegnante. Il docente capì il potenziale della bambina e chiese di istruirla in materie che fino a quel momento erano precluse alle donne, come la logica, la metafisica e la filosofia naturale. Inoltre a queste, affiancò anche l’apprendimento di molte lingue e lo studio della matematica avanzata.

Animata dallo spirito della conoscenza, la giovane Laura Bassi divenne in breve tempo famosa all’interno dei circoli intellettuali e grazie alle conoscenze del padre la sua fama cominciò a farsi strada nel mondo degli accademici, permettendole di farsi conoscere come la futura Minerva di Bologna.

Fortunate coincidenze

La città all’epoca era una tra le più fiorenti economicamente e culturalmente dello Stato Pontificio. Sebbene questo dettaglio potrebbe apparire come un ostacolo, in realtà il contesto della città favorì la possibilità a Laura di manifestare il suo genio scientifico. Come sottolinea lo studioso di fisica Massimo Temporelli, riflettendo sulla personalità di questa studiosa: «il contesto è fondamentale per far emergere il genio, il quale è frutto sia del contesto positivo sia della personalità del singolo; […] il genio è quindi frutto di una costruzione collettiva».

La possibilità di Laura Bassi di emergere è quindi il frutto anche di una serie di congiunzioni positive nel clima travolgente del Settecento nella fervida città che ospitava l’Università più antica della cultura occidentale. Attorno all’Università ruotavano anche circoli intellettuali che sostenevano l’Illuminismo e permettevano lo scambio e la circolazione delle idee. Anche il salotto di casa Bassi era annoverato tra i più fervidi ritrovi di studiosi. Tra i frequentatori più importanti c’erano Luigi Ferdinando Marsili, fondatore dell’Accademia delle Scienze e l’Arcivescovo Prospero Lambertini, profondo sostenitore della ricerca scientifica.

L’annus mirabilis della Minerva di Bologna

Il 1732 fu certamente l’annus mirabilis per questa giovane scienziata, in cui ottenne alcuni dei grandi riconoscimenti pubblici che avrebbero consegnato alla storia della scienza la sua figura. A soli 19 anni fu la prima donna a venire ammessa come membro onorario dell’Accademia delle Scienze di Bologna. Lo stesso anno si laureò in filosofia naturale, difendendo pubblicamente delle complicate tesi sull’argomento, con un discorso all’altezza dei più grandi filosofi sui predecessori. Mise a frutto non solo la sua grande preparazione come studiosa, ma anche ammirabili doti dialettiche che le valsero il prestigio.

Nell’ottobre del 1732 non si fece tardare un altro grande riconoscimento: l’assegnazione di una cattedra di filosofia stipendiata all’Università della sua città. La prima per una donna. Qui ebbe la possibilità di orientare i suoi studi verso la scienza quantitativa basata sulla matematica e sul metodo scientifico, di cui fu una strenua sostenitrice.

Nonostante i riconoscimenti pubblici avessero affermato pubblicamente le sue capacità, bisogna sottolineare come la realtà fosse molto più complessa. In una società maschilista e dominata da molte ipocrisie, il suo ruolo come accademica per tredici anni fu marginale. Per quanto talentuosa, lo spazio che le venne concesso fu molto ristretto. Come ha sottolineato la studiosa Marta Cavazza:

Il Senato aveva specificato che non si trattava di un incarico d’insegnamento vero e proprio, ma un onore e un premio alle fatiche della “giovane vergine dottoressa”, la quale, ratione sexus, a causa del suo sesso, era autorizzata a far lezione solo con il permesso dei suoi superiori. Di fatto avveniva pochissime volte all’anno, in particolare occasioni di rilievo più politico-mondano che culturale […] e di fronte ad un pubblico scelto, non ad una classe di studenti.

M. Cavazza, “Laura Bassi – Donne, genere e scienza nell’Italia del Settecento” (2020)

Il suo ruolo non metteva in discussione in nessun modo il primato maschile nel campo dell’insegnamento universitario. Tuttavia Laura Bassi decise di non restare confinata entro questi limiti imposti e si impegnò con caparbietà per ritagliarsi uno spazio dove coltivare i propri studi, per cercare di contribuire in qualche modo alla vita intellettuale di Bologna in modo autonomo.

Un laboratorio a servizio della comunità

Come sottolineano alcune biografie, probabilmente per liberarsi dell’aura della vergine Minerva che il mondo accademico le aveva attribuito, a ventisette anni Laura Bassi decise di sposarsi. Nel 1738 si sposò con il medico e studioso Giuseppe Veratti. La loro unione si dimostrò non solo il perfetto connubbio famigliare, da cui nacquero otto figli, ma anche intellettuale. Laura Bassi infatti aveva acconsentito all’unione con Verratti imponendo come clausula la libertà di studio e di mantenere distinta dal marito la sua identità come scienziata, non vivendo nella sua ombra.

Laura Bassi non si limitò a ritagliarsi uno spazio personale per continuare i suoi studi: portò avanti una rivoluzione e creò spazi paralleli rispetto alle aule istituzionali per fare ricerca. I coniugi Verratti aprirono la loro casa per creare una vera e propria scuola di scienze. All’inizio cominciarono ospitando dibattiti serali tra intellettuali, dove Laura molto spesso prendeva la parola su questioni filosofiche, poi nel 1749 allestirono un laboratorio. Aderendo allo spirito illuministico del sapere aude crearono un centro di ricerca e didattica, dove formare le nuove menti al servizio della comunità. Il cuore degli studi era l’approccio laboratoriale e trasparente nei confronti degli esperimenti portati avanti, propenendo quotidianamente attività in cui venivano indagati svariati aspetti della natura con strumenti nuovi.

Le sue ricerce ricoprirono molti campi della fisica trattati sperimentalmente e con un approccio newtoniano. I suoi studi spaziavano in molti campi del sapere scientifico, tuttavia lo studio dell’elettricità con i risvolti in campo medico fu ciò che catturò di più la sua attenzione. L’apporto di Laura Bassi nello studio sulla stimolazione di parti dell’organismo attraverso l’applicazione di corrente elettrica furono fondamentali per contribuire alla riuscita delle scoperte in questo campo del suo allievo, Luigi Galvani, celebre per la scoperta dell’elettricità biologica e poi di alcune sue applicazioni, in primis la galvanizzazione.

La fama internazionale per Laura Bassi

Fin da giovanissima la sua fama divenne internazionale in poco tempo. A questa contribuì certamente l’apporto dell’Arcivescovo Lambertini, il quale appoggiò sempre la figura pubblica di Laura Bassi e l’aiutò a ricevere i primi riconoscimenti pubblici nel 1732. Divenuto pontefice, con il nome di Benedetto XIV continuò a seguire il lavoro della sua protetta da Roma, spinto dall’interesse per le scienze sperimentali. Nel 1745 proprio da lui, Laura Bassi riuscì ad ottenere la nomina ad hoc come venticinquesima studiosa dell’Accademia Benedettina, sfidando i colleghi che non contemplavano la presenza di una donna e ricevendo una pensione annuale.

Tra gli intellettuali di cui si guadagnò la stima i nomi sono davvero molti, sicuramente tra questi spicca quello di Voltaire che nel 1740 sottolineò come preferisse l’Accademia di Bologna a quella della Royal Society di Londra in virtù dell’unicità della figura di Laura Bassi.

Laura Bassi, pioniera della trasparenza della scienza

Nel suo studio ospitò molte personalità scientifiche dell’epoca, da Alessandro Volta all’abate Nollet, con il quale intrattenne una vivida corrispondenza epistolare fino alla sua morte. L’abate, con il quale condivideva l’approccio ad una trasparenza della scienza che doveva insegnare e illuminare, dedicò grandi meriti ai suoi studi in una delle sue Lettres sur l’électricité. Come sottolinea il divulgatore Temporelli, «era l’equivalente di un Nobel per la fisica al giorno d’oggi».

Laura Bassi continuò a studiare, insegnare, sperimentare in laboratorio e intrattenere dialoghi epistolari fino alla fine dei suoi giorni. Morì all’età di 67 anni nel febbraio del 1768. Per quanto tra i contemporanei godesse di grande fama e fosse celebre in tutte Europa, a lungo è rimasta una figura piuttosto sfocata tra i grandi scienziati della storia. Il suo apporto non fu fondamentale solo dal punto di vista scientifico, ma anche nella concezione di utilità pubblica che la ricerca e l’insegnamento dovevano avere. La sua caparbietà le permisero di difendere i risultati che aveva ottenuto sfidando i pregiudizi misogini dell’epoca e aprendo la strada nella scienza a molte donne.

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Per approfondire:

M. Cavazza, Laura Bassi – Donne, genere e scienza nell’Italia del Settecento, Editrice Bibliografia (2020)

M. Temporelli, Laura Bassi, Real Genius podcast

Historical Badass Broads, Laura Bassi

Eleonora Fioletti

Nata tra le nebbie della pianura bresciana, ma con la testa tra le cime delle montagne. Laureata in Filologia moderna, si è appassionata ai manoscritti polverosi e alle fonti storiche. Nel tempo libero colleziona auricolari annodati, segnalibri improbabili, eterni esprit de l’escalier, citazioni nerd e disneyane da usare in caso di necessità.

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