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L’inaspettata arte erotica in giro per il mondo

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7 minuti di lettura

L’arte erotica è oggetto da secoli di svariati studi e interpretazioni. Pittura, scultura e fotografia hanno da sempre rappresentato i terreni più fertili per dar voce – e corpo – a quel fecondo connubio tra spirito e senso che solo i grandi artisti sono in grado di fissare. Dalle allegorie dell’età moderna sino all’irriverente sensualità della fotografia erotica più recente, sono molti gli esempi chiamati a testimoniare una pratica ormai divenuta prassi, svelando, a volte, qualche sorpresa un po’ più celata.

Non sempre, infatti, il sottile rimando licenzioso riesce a esser colto a una prima occhiata superficiale (termine che con l’arte, del resto, non dovrebbe mai sposarsi). Si tratta di casi in cui l’autore ha voluto prendersi qualche libertà ardita rispetto alle integerrime dritte del committente, o semplicemente ha deciso di nascondere – sotto l’imperativo più è evidente, meno si vede – particolari maliziosi capaci di rendere il suo genio artistico ancor più completo.

Da Raffaello a Keith Haring passando per David Cerny e le perle del Museo Archeologico di Napoli: ecco una breve carrellata dell’arte erotica più inaspettata.

 

La stufetta di Bibbiena

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www.fanpage.it

Conosciuta come la piccola stanza riscaldata di Bibbiena, questo bagno privato negli appartamenti papali dipinto da Raffaello era interamente “tappezzato” di immagini di satiri ansimanti su ninfe, amplessi non proprio casti e altre serie di scene che di sacro sembravano avere ben poco. Il Sanzio, da grande artista esecutore delle volontà dell’illustre committente, aveva poi predisposto tutto in modo che il Cardinal Bibbiena potesse ammirare le storie mentre si trovava direttamente immerso nella vasca da bagno. Oggi purtroppo non è più possibile godere di tali meraviglie tenute per troppo tempo lontane da occhi indiscreti (Bibbiena a parte, s’intende): il ciclo delle avventure di Venere e Cupido è stato censurato, mentre diverse scene osé sono finite vittima del vandalismo più becero. Un caso su tutti? Quello del ritratto del famoso dio Pan che salta fuori dai cespugli con un erezione mostruosa. 

 

Il Museo Archeologico di Napoli e i suoi caldi segreti

arte erotica pan e capra

Nel Gabinetto segreto del Museo Archeologico di Napoli sono conservati diversi reperti dalla storia e l’aspetto piuttosto interessante. Si tratta dei materiali ritrovati negli scavi di Pompei ed Ercolano raccolti dalla metà XVIII secolo intorno al tema erotico e sottratti per lungo tempo alla vista del pubblico: diverse scene dai lupanari, numerosi falli decorativi, un tintinnabulum in bronzo usato per scacciare il malocchio e oggi comunemente indicato come un banale sonaglio azionato dal vento e composto da più campanelle. Soltanto a forma di pene.

L’opera più famosa della raccolta resta comunque il notevole gruppo marmoreo con Pan e capra, rinvenuto nel 1752 nella Villa dei Papiri di Ercolano, senza dimenticare gli svariati oggetti erotici della Collezione Borgia, tra cui spiccano uno specchio di bronzo etrusco con scena erotica incisa e una serie di piccoli nani in pietra con falli enormi tra le mani.

 

Keith Haring e gli affreschi erotico-pop

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www.widewalls.ch

Appena approdato a Milano con una mostra che si preannuncia epocale, l’artista statunitense era solito richiamarsi al linguaggio sessuale nell’estro della sua produzione che coniuga il pop con l’arte di strada. Uno degli esempi più provocatoriamente riusciti di tale cifra stilistica possiamo trovarlo al Gay Center di Chelsea a New York, dove Haring ha coperto l’intero soffitto di uno dei bagni del piano terra (non più funzionante) rappresentando diverse scene di sesso, con il membro maschile che torna costantemente a ripetersi come motivo decorativo. Decisamente fuori dagli schemi.

 

Benvenuti al Museo Franz Kafka

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www.travelblog.it

A Praga, i visitatori che si recano al Museo Franz Kafka vengono accolti da una fontana con due uomini che urinano su una vasca dalla forma della Repubblica Ceca. L’opera, che porta la firma di David Cerny è completamente interattiva; un meccanismo al suo interno permette infatti ai peni dei due uomini di muoversi e basta inviare un SMS a un numero particolare per far sì che le statue scrivano con i loro getti d’urina quanto contenuto nel messaggio. Benvenuti al Museo Kafka, ad esempio.

 

La strana statua di Colonia

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www.focus.it

Chiunque si rechi davanti al Municipio di Colonia non può non far caso a un particolare curioso, spiccante nel mezzo delle numerose statue della facciata del palazzo; sulla torre, infatti, in corrispondenza del piedistallo della statua del vescovo Konrad von Hochstaden, è ben visibile, a un occhio attento, una piccola scultura che mostra un uomo che si autopratica una fellatio. Un piccolo scherzo, forse, destinato a divenire monito contro il vizio e la corruzione dei costumi contenendo in sé anche una sottile presa in giro delle autorità ecclesiastiche che possedevano l’edificio. A tutt’oggi non è dato conoscere l’esatta interpretazione ma, chissà perché, vien quasi sempre da protendere per lo sberleffo osé.

 

Ginevra Amadio

Ginevra Amadio nasce nel 1992 a Roma, dove vive e lavora. Si è laureata in Filologia Moderna presso l’Università di Roma La Sapienza con una tesi sul rapporto tra letteratura, movimenti sociali e violenza politica degli anni Settanta. È giornalista pubblicista e collabora con riviste culturali occupandosi prevalentemente di cinema, letteratura e rapporto tra le arti. Ha pubblicato tra gli altri per Treccani.it – Lingua Italiana, Frammenti Rivista, Oblio – Osservatorio Bibliografico della Letteratura Otto-novecentesca (di cui è anche membro di redazione), la rivista del Premio Giovanni Comisso, Cultura&dintorni. Lavora come Ufficio stampa e media. Nel luglio 2021 ha fatto parte della giuria di Cinelido – Festival del cinema italiano dedicato al cortometraggio. Un suo racconto è stato pubblicato in “Costola sarà lei!”, antologia edita da Il Poligrafo (2021).

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