Le moschee non sono solo luoghi di preghiere: così come le chiese cristiane, esse spesso sono dotate anche di un grandissimo valore artistico. La Moschea Blu di Istanbul ne è un perfetto esempio: un edificio che è tuttora simbolo di magnificenza, eleganza e potere.
Le chiese sono per il mondo occidentale non solo luoghi di culto, ma anche edifici artistici di grande bellezza, in grado di testimoniare l’evolversi dei popoli, le tendenze di ogni periodo storico, le diverse «sottoculture» che reinterpretano il cristianesimo in modo differente. Credenti e non credenti concorderanno sull’indiscutibile splendore delle chiese, sul loro valore architettonico e su come siano simbolo della creatività e dell’ingegno umano, oltre che della fede. Quest’idea, forse scontata per quanto riguarda i luoghi di culto tipicamente occidentali, vale anche per gli edifici religiosi musulmani. Le moschee, così come le chiese, sono spesso costruzioni straordinarie che simboleggiano, oltre che l’appartenenza a una religione, la cultura di un popolo.
Il termine italiano moschea deriva dallo spagnolo mezquita, che a sua volta proviene dalla parola araba masjid, un termine che ha origine dalla radice sgd, ovvero «prostrarsi». Un’altra parola araba utilizzata comunemente per indicare la moschea è giâmi, proveniente dalla radice gm, «radunare». La moschea è quindi lo spazio in cui la comunità musulmana si raduna per prostrarsi e pregare, ma, in alcuni particolari momenti, anche per discutere su questioni culturali, sociali, religiose. Non quindi un luogo esclusivamente sacro, ma anche di confronto tra individui appartenenti allo stesso credo. Si tratta di una situazione non molto diversa dai luoghi di culto cristiani: non solo spazi di incontro per pregare, ma spesso, anche se indirettamente, luoghi di dibattito sociale, dove i fedeli vengono indottrinati secondo i dettami del cristianesimo tramite la predica del prete o, uscendo dalle mura della chiesa, grazie alle lezioni di catechismo negli oratori.
La moschea è quindi il fulcro della religione musulmana, ma i fedeli possono pregare praticamente ovunque: le cinque preghiere principali della giornata vengono dette a casa o al lavoro su di un apposito tappeto, delimitando così il luogo di culto. La preghiera più importante è in ogni caso quella del venerdì a mezzogiorno e per questa occasione la comunità si riunisce nelle moschee. Lo stesso avviene per i cristiani: da un lato un rito comunitario, la Santa Messa, di solito della domenica, dall’altro la preghiera in solitudine nelle proprie case, prima di dormire o di cenare.
Tra le numerose moschee che, oltre a esprimere la fede nella religione musulmana, si distinguono come esempi di grande bellezza spicca la Moschea Blu, situata a Istanbul, in Turchia. I lavori di costruzione di questo imponente edificio iniziarono nel 1609 per volontà del giovane sultano Ahmed I che, dopo la sconfitta nella guerra contro la Persia, decise di ristabilire il suo potere erigendo una grande moschea che sarebbe dovuta diventare il luogo di culto più importante e stupefacente del suo impero, quello ottomano. Non a caso, l’edificio si trova vicino alla Basilica bizantina di Santa Sofia – costruita mille anni prima e diventata a metà del XV secolo una moschea e, nel 1943, un museo – che doveva battere in splendore ed eleganza. La Moschea Blu si trova inoltre sul sito del Gran Palazzo di Costantinopoli, distrutto durante la presa della città da parte di Mehmet II, detto Il Conquistatore. Inoltre, per costruire il luogo di culto furono utilizzati materiali provenienti dallo sfendone, la gradinata bizantina che si trovava lungo il tracciato su cui correvano i cavalli.
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