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“Ma Ma”: la coraggiosa lotta
contro il tumore al seno

6 minuti di lettura

La corsa contro il tumore al seno è per una donna un’avventura drammatica, tanto fisicamente quanto psicologicamente. Parlarne in un film sensibilizzando lo spettatore non è di certo una missione facile, ma Julio Medem ci prova ottenendo buoni risultati con Ma Ma – Tutto andrà bene, dal 16 giugno nelle sale italiane.

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Penélope Cruz interpreta qui Magda, una donna la cui vita sta andando lentamente a rotoli: il marito, professore di filosofia, fugge con un’alunna biondina e ovviamente molto più giovane, il figlio Dani (Teo Planell) si ritrova solo e, per coronare il periodo più nero, Magda scopre di avere un cancro al seno durante una semplice visita di controllo. Oltre alle numerose chemio che, seduta dopo seduta, la renderanno sempre più debole, la protagonista dovrà farsi asportare un seno. Perdere una parte del proprio corpo, e soprattutto il simbolo della propria femminilità, è per una donna un avvenimento straziante, come ben dimostra una Penélope Cruz stanca, emaciata e con sempre meno capelli.

Il primo passo è quindi quello dell’accettazione, dell’offrirsi alle cure di un medico (Asier Etxeandia) con fiducia e determinazione. Magda è accompagnata in questo percorso non dal marito, figura assente, ma dall’allenatore di calcio del figlio, Arturo (Luis Tosar), che ha da poco perso la moglie. Insieme, i due si sostengono a vicenda nel dolore, trovando uno con l’altro la forza di vivere. La creazione di un nuovo nucleo familiare corrisponde alla guarigione di Magda: una vacanza al mare e il volto si fa più colorito, i capelli ricrescono, la mancanza del seno diventa elemento di autoironia e i tre protagonisti sembrano trovare finalmente una nuova stabilità.

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Il film avrebbe potuto mostrare la malattia e la guarigione della protagonista più nel dettaglio, creando probabilmente un’empatia ancora maggiore, ma a queste due fasi viene dedicata soltanto metà della pellicola. La seconda parte di Ma Ma si sviluppa invece tra colpi di scena di grande portata, tanto positivi quanto negativi: una brutta ricaduta, che lascia a Magda pochi mesi di vita secondo i dottori, ma al tempo stesso un nuovo arrivo in famiglia che ridarà forza ai protagonisti.

Oltre all’ottima interpretazione di Penélope Cruz, alle prese con un ruolo davvero poco invidiabile per difficoltà, Ma Ma è caratterizzata da un montaggio in alcuni casi molto particolare. Le scene principali del film, come per esempio la scoperta della malattia, sono spezzate dalla contrapposizione tra il presente e l’immediato futuro. Magda parla con il dottore del possibile male che l’ha colpita e, subito dopo, siede preoccupata dalla parrucchiera. Pochi secondi ed è di nuovo nello studio del dottore, ma, nella scena successiva, si guarda allo specchio mentre una donna le sistema i capelli. Questa particolare alternanza di analessi e prolessi dà allo spettatore una visione spezzata ma a tutto tondo del difficile percorso che la donna dovrà intraprendere per sconfiggere il cancro. Inoltre, i momenti più dolorosi e difficili sono caratterizzati da filtri – a volte eccessivi – bianchi o blu, da inquadrature ondeggianti e da sogni a occhi aperti che si mescolano alla realtà, in una dimensione onirica a tratti forzata ma d’impatto. Il dolore – ma anche le gioie – di Magda sono poi viste tanto dall’esterno quanto dall’interno: il primo bacio con Arturo viene mostrato proprio inquadrando il cuore palpitante della donna, una strategia di grande effetto utilizzata nei momento più felici del suo cammino contro la malattia.

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Ma Ma è un dramma che commuove delicatamente mostrandoci le difficoltà e le ricadute in un percorso comune a molte donne. Eppure, nonostante lo stampo tragico, la pellicola sottolinea i momenti di felicità, le gioie e i piaceri della vita contrapposti al pericolo della morte. Magda, malata, esulta alla finestra durante una partita di calcio, dimenticando per pochi istanti i suoi problemi. Allo stesso modo, pur sapendo di dover lasciare il figlio, l’ex marito e il nuovo compagno, la protagonista dimostra nella seconda parte del film una grande forza e un’immensa gioia di vivere. «Ma se non credi nel cielo in cosa credi?» le domanda il figlio scettico quando Magda spiega di non credere nel paradiso. «Io, in cosa credo io? Nella vita, è l’unica cosa di cui siamo certi», risponde la madre incredibilmente sorridente.

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Ma Ma non è un film perfetto e può apparire a tratti non del tutto realistico nella presentazione dei fatti o poco approfondito per quanto riguarda alcune tematiche proposte e non esplorate a fondo, ma è senz’altro un inno al coraggio di vivere e, soprattutto, un importante incentivo alla prevenzione.

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