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Fonte: www.elle.com

Maya Angelou non canta nel silenzio: l’attivismo mai esausto di un’autrice afroamericana

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So perché l’uccello in gabbia canta. I know why the caged bird sing, in italiano è Il canto del silenzio e Maya Angelou ne è stata l’autrice, nata il 4 aprile di novant’anni fa. Negli Stati Uniti ha strenuamente difeso il movimento per i diritti civili degli afroamericani e in cinquant’anni, tra le altre opere, ha composto una mastodontica serie di sette autobiografie.

Un modello alzatosi dalla povertà, dalla segregazione e dalla violenza

In gioventù si era reinventata tra le più diverse professioni: era stata cuoca, cameriera, attrice, prostituta, spogliarellista e ballerina, oltre che madre a 17 anni. Aveva viaggiato in Africa, insegnando all’università, con lauree honoris causa attribuitele, con decine di premi, nel corso del tempo. A trascinare era la sua capacità di calare esperienze individuali in insegnamenti a valere per tutti, offrendo il suo percorso personale come spunto di riflessione per la comunità. Dalle discipline più diverse provengono artisti ed autori che hanno sfumato le loro opere sulla densità di alcuni suoi contenuti, non ultima la musica hip hop.

Nel 1993, nel giorno della prima cerimonia di insediamento del presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, la sua poesia On the Pulse of Morning arriva alle orecchie del popolo americano dall’alto del palco della proclamazione. Maya Angelou è ricordata perché ha avuto successo, partendo da niente, e rappresenta un modello e un incoraggiamento, che racconta di quello che si può fare. Nella memoria la sua figura sta in piedi diritta, baluardo nato e cresciuto in una condizione di povertà, segregazione e violenza.

Fonte: www.ilpost.it

I cambiamenti della farfalla

Il canto del silenzio è il primo bestseller scritto da una donna di origini africane. E il silenzio è il protagonista dominante di quei cinque anni di vita che seguono il suo stupro da parte del fidanzato della madre, e dell’uccisione di quest’ultimo per vendetta degli zii. Ma dopo il vuoto, Maya riparte con ancora più energia, e riempie la sua vita con la nascita del suo primo figlio, dato alla luce a soli sedici anni. Per mantenerlo non disdegna umili mestieri, che la portano, così giovane, a guidare già una comunità: fa la tramviera, ed la prima persona di colore a guidare un mezzo pubblico in quella città.

«Ci deliziamo nella bellezza della farfalla, ma raramente ammettiamo i cambiamenti a cui ha dovuto sottostare per raggiungere quella bellezza»

È una ballerina, che con il tempo diviene di successo: ottiene una parte in Porgy and Bess di George Gershwin e in diversi film, tra cui Down in the Delta, e programmi televisivi. Di un film scrive anche la sua prima sceneggiatura, Georgia, Georgia, che le vale una nomination per il premio Pulitzer.

Fonte: www.girlboss.com

La narrazione che affonda nel sentire

Il suo primo marito, il greco Anastasios Angelopulos, le lascia un pezzo di nome, la contrazione Angelou che adotta come cognome. Il suo secondo marito invece, un sudafricano attivista per i diritti civili, la segue in Egitto prima e in Ghana poi, dove lavora all’università come assistente amministrativa. Attraversa le professioni di editor, insegnante e giornalista freelance.

Razzismo, identità, famiglia e condizione femminile sono le tematiche che infiammano le sue storie, tutte autobiografiche ma che facilmente sconfinano nell’universale, nelle forme di saggi, biografie, testi per il teatro e libri per bambini, poesie. Le fonti di ispirazione della sua poesia svicolano da quelle tradizionali, e affondano le radici nella cultura afroamericana dei grandi oratori Malcom X e Martin Luther King.

«Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatti sentire»

Maya Angelou muore il 28 maggio 2014, a 86 anni, nella sua casa del North Carolina.

Fonte: www.franzrusso.it

 

 

Francesca Leali

Nata a Brescia nel 1993. Laureata in lettere moderne indirizzo arti all'Università di Bergamo, dopo un anno trascorso in Erasmus a Parigi. Appassionata di fotografia, cinema, teatro e arte contemporanea.

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