fbpx
ministero solitudine

«Il Ministero della Solitudine» e i suoi assistiti al Piccolo Teatro Grassi

Un viaggio emozionale attraverso le varie sfaccettature della solitudine e la potenza della resilienza umana

5 minuti di lettura

Nel 2018 in Gran Bretagna nacque una nuova curiosa istituzione: il Ministero della Solitudine. A partire da questo fatto di cronaca lacasadargilla con Fabrizio Sinisi elabora la drammaturgia omonima di tale ufficio.

A ognuno la sua

Cinque figure iniziano ad abitare la scena. Alma (Giulia Mazzarino) è una ragazza che esce poco, ossessionata dal suo progetto di descrivere e ricordare i sogni. F (Francesco Villano) è un uomo che è appena diventato solo, la cosa che più lo occupa e lo accompagna sono le sue api. Primo (Emiliano Masala) analizza i contenuti di internet e decide cosa eliminare e cosa no, è l’unico che è in vero contatto con il Ministero. Simone (Tania Garribba) è l’impiegata del Ministero, l’unica e sola. Teresa (Caterina Carpio) è una scrittrice che sembra autoconvincersi di ciò costantemente, tutto la ispira per il suo romanzo, o così pare.

La danza ha inizio e i personaggi camminano senza incontrarsi, accennano a dei gesti, riprendono quelli degli altri ma continuano a non trovare un interlocutore. Tra un’alzata di mano, un movimento di fianchi e passi più articolati il dialogo è frammentario, per certi versi assente. Solo in poche occasioni si assiste a un vero e proprio scambio e incontro.

Foto di Claudia Pajewski

Il luogo della solitudine

La scenografia e il disegno luci comunicano subito una sintomatica divisione, disegnando dei riquadri ben delineati. Le luci sul fondo sono dei quadrati, al centro un grande parallelepipedo girevole contiene il necessario per i personaggi. Esso nel suo girare mostra diversi ambienti che non sono mai realmente coabitati.

È un bellissimo esercizio di prossemica quello che si crea ne Il Ministero della Solitudine perché i personaggi condividono uno spazio unico senza separazioni, ma solo definito da punti sparsi, in cui i protagonisti rimangono inesorabilmente soli.

Leggi anche:
Il gioco della solitudine: «Malagrazia» al Teatro della Contraddizione

Chi è solo?

Come si classifica una persona sola? C’è un “sussidio di solitudine”? In che cosa consiste e chi ne ha diritto? Con cosa bisogna coincidere per essere definiti soli e dunque appartenere a una categoria riconosciuta? È lo scandalo della solitudine.

– LIBRETTO DI SALA, EDIZIONI PICCOLO TEATRO

Le domande potrebbero sembrare filosofiche, eppure sono necessarie al Ministero per stabilire quali siano gli utenti che devono essere presi in carico. Con una certa ironia tragica ciò che avviene sul palco è specchio di molte situazioni reali vivibili all’interno della grande macchina della burocrazia. Gli uffici del Ministero, infatti, sono aperti solo a orari ben definiti e ricevono richieste solo in determinati formati, scelti arbitrariamente da Simone. Alcuni non verranno nemmeno seguiti nei passi attraverso la loro solitudine perché non tutti sono canonicamente soli.

ministero solitudine
Foto di Claudia Pajewski

Leggi anche:
Henry David Thoreau e l’importanza della disobbedienza

Amare consolazioni

Alla fine, la cosa che però si nota in questi personaggi è l’insistenza con cui continuano ad andare avanti. Nessuno di loro si lascia sovrastare dalla propria solitudine, questa non è una tragedia. La speranza è alta, forse troppo, ma mantiene le cinque figure in gioco finché è possibile, la disperazione non li raggiunge mai per soffocarli.

Ne Il Ministero della Solitudine si può vedere una «solitudine tutta contemporanea di un’allegrezza insidiosa e irragionevolmente lieve» che diventa infine compagna di vita. Chissà quale sia l’atteggiamento corretto: amare la solitudine, respingerla in cerca di riempire il vuoto o esserne consapevoli e lasciare che essa sia una parte di noi?

Il Ministero della Solitudine
uno spettacolo di lacasadargilla
parole di e con Caterina Carpio, Tania Garribba, Emiliano Masala, Giulia Mazzarino, Francesco Villano

Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!

Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!


Marialuce Giardini

Diplomata al liceo classico, decide che la sua strada sarà fare teatro, in qualsiasi forma e modo le sarà possibile.
Segue corsi di regia e laboratori di recitazione tra Milano e Monza.
Si è laureata in Scienze dei Beni Culturali nel 2021

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.